Il genio italico

giglio reduzzi Jun 20, 2023

di Giglio Reduzzi

 

Bella la sfilata del 2 giugno sui Fori Imperiali.

Ma l’Italia non è nota nel mondo per le sue qualità militari. Tutt’altro.

Essa è nota nel mondo per altre cose:

-i suoi paesaggi mozzafiato (Dolomiti, Cinque terre),

-l’arte contenuta nei musei (e relativi scantinati, perché le aree espositive sono insufficienti),

-il cibo,

-la moda,

-tante altre cose.

Tra le quali spicca in modo impressionante il frutto delle eccezionali doti inventive del suo popolo (elettricità, radio, telegrafo, telefono, etc.)

Ebbene, a fronte di tutto questo, a me sembra che, nel giorno in cui si celebra la nascita della repubblica, far sfilare solo i militari, più che riduttivo, sia ingiusto.

Infatti, molte delle cose che abbiamo menzionato (arte, paesaggio), le abbiamo semplicemente ereditate, ma le altre le abbiamo create con la nostra genialità; anche se, purtroppo, in materia di prodotti industriali, le nostre carenze organizzative hanno fatto sì che essi alimentassero più i musei che le linee di montaggio.

Un esempio su tutti: il telefono. Se non la prendeva in mano Bell, l’invenzione di Meucci sarebbe rimasta a lungo un prototipo da museo.

Infiniti sono i prodotti che, inventati in Italia, sono entrati nelle linee di produzione di altri paesi: quelli in cui lo spirito organizzativo e la disciplina prevalgono sulla creatività.

Per cui, di un prodotto industriale che vediamo in negozio e che crediamo essere, poniamo, americano, poi scopriamo, andando al MOMA, che il prototipo era italiano.

Alla luce di quanto precede mi chiedo quando smetteremo, ai Fori Imperiali, di far marciare i reparti militari  (anche se sono molto decorativi) e cominceremo a far sfilare i titolari del vero genio italico.

Oltretutto le sfilate militari puzzano di autoritarismo.

Esse sono la modalità tipica delle dittature che vogliono ostentare la loro potenza militare.

Lasciamole fare a Cina e Russia.

Noi dovremmo, se mai, far sfilare i nostri lavoratori ed i nostri artigiani, sotto le insegne (ora relegate nei musei) delle antiche corporazioni produttive.