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Aborto fino alla nascita. Ecco i “valori” che l’occidente difende in Ucraina

aborto europa stati uniti ucraina May 27, 2022

di Mario Di Giovanni

Non riprendo il tema dell’aborto, dal quale di norma si sta alla larga, sull’onda della recente notizia che la denatalità, nel lungo periodo (ma non lunghissimo), cancellerà l’Italia dalla storia. Non sorprende, posto che la repubblica democratica italiana ha la stessa contabilità di morte del III Reich: dal 1978 ad 2019 – dati della relazione annuale del Ministero della Salute – sono stati praticati nel nostro paese sei milioni di aborti a norma di legge. Lo sapevate? (1)

La riflessione è maturata invece sull’onda della guerra in Ucraina, con il sottofondo del plauso a Kiev che è stata eretta ad avamposto – questo è il punto – dei valori dell’Europa.

L’Europa sarebbe quindi depositaria di “valori”: una notizia clamorosa. Non si vede quali. La nostra società teorizza e pratica un materialismo assoluto, che fa impallidire il materialismo marxista. Tuttavia è dottrina che l’Unione Europea sia il santuario della democrazia e della libertà, valori che salveranno il mondo.

Il problema è che non sono valori. La democrazia è solo una forma di governo, che sarà buona se saranno buoni i suoi conduttori, diversamente una democrazia farà più danni di una dittatura. La libertà è solo una condizione, e può produrre indifferentemente sia bene sia male.

Entrambe, democrazia e libertà, sono insomma contenitori vuoti, il cui valore – o disvalore – dipende esclusivamente dal loro contenuto.

Prenderemo allora atto, trattando di aborto, di uno di questi “contenuti”, e da questo capiremo, per deduzione facile, la sostanza della democrazia progressista, e quale futuro essa ci riservi se non sarà fermata.

Proprio di aborto si occuperà, inaspettatamente, la Corte Suprema degli Stati Uniti che – notizia recente – passerà al vaglio, forse per cancellarla, la legge promulgata dalla Corte stessa nel 1973 che ha legalizzato l’aborto in America. Proprio le delibere della Corte Suprema nel 1973, e le conseguenze pratiche, insegneranno molto sui “valori” dell’Occidente, quelli che Kiev difende con sangue proprio e armi americane.

La legalizzazione dell’aborto in America Sin dall’inizio del 900, nella società anglo-americana ha operato una rete di associazioni impegnate nella demografia e nella “riforma sessuale”, come era chiamata. Obiettivo istituzionale era il controllo delle nascite attraverso la contraccezione di massa, cui si aggiunse, con estrema e calcolata gradualità, la promozione dell’aborto volontario.

La regia di questa gigantesca operazione era nascosta: dietro le quinte dell’abortismo opera da sempre un sistema di potere impegnato nell’edificazione di un nuovo ordine sociale. Su questo, ovviamente, ritorneremo in altra occasione. In questo quadro, prima del 1967 tutti i cinquanta Stati dell’Unione vietavano l’aborto, con l’eccezione di pericolo di morte per la madre. Tra il 1967 e il 1973, diciotto Stati permettevano la pratica, ma solo ed esclusivamente in caso di stupro, incesto e particolari quadri clinici. Il 1973 segnò un cambiamento radicale.

Il 22 gennaio, nel caso “Roe vs Wade, con una maggioranza di 7 a 2 la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì in sentenza, (2) che una donna nel primo semestre di gravidanza avesse diritto ad abortire “per qualsiasi ragione” e in qualunque momento, e stabilì altresì che tale diritto si estendesse anche all’ultimo trimestre in presenza di non meglio precisate “ragioni di salute”. Un aborto volontario poteva dunque essere praticato senza limiti temporali e fino al giorno della nascita.

Avete letto bene, ma accadde anche di peggio. La Corte Suprema emise una nuova sentenza, che non dava scampo al bambino. Nella stessa giornata del 22 gennaio, dopo il caso “Roe vs Wade, la Corte discusse infatti il caso gemello, “Doe vs Bolton” ovei giudicistabilirono che le “ragioni di salute” in senso stretto, cioè clinico, dovevano essere superate. La Corte decise che il medico chiamato a esprimere un giudizio sulla liceità di un aborto tardivo fino al terzo trimestre di gravidanza, godesse di una discrezionalità assoluta, con facoltà di valutazioni di natura “umanistica” oltre che clinica, rivisitando il concetto di “salute” della madre: “The medical judgment may be exercised in the light of all factors – physical, emotional, psychological, familial, and the woman’s age – relevant to the well-being of the patient. All these factors may relate to health” (3) (“Il giudizio medico può essere esercitato alla luce di tutti i fattori – fisici, emotivi,psicologici, familiari e dell’età della donna”, rilevanti per il benessere del paziente. Tutti questi fattori possono riguardare la salute”.)

Perchè questa definizione così ariosa della “salute”? Per mettere al sicuro l’aborto, per evitare che le valutazioni mediche richieste, non rilevando ragioni cliniche per abortire, deludessero le richiedenti, “calpestando i loro diritti”. A queste condizioni l’aborto avrebbe potuto essere effettuato sempre e per qualsiasi motivo,compresoil desiderio di sbarazzarsi tardivamente del bambino, anche in assenza di “ragioni di salute”. Da allora sarebbe bastato, per procedere all’aborto, il giudizio illuminato del medico. Un medico progressista, si intende.

Tutto questo, in America, fu trasformato in legge federale, impegnativa cioè per tutti gli Stati dell’Unione.

I metodi dell’aborto tardivo Nel molto istruttivo film La vera storia di Jack lo squartatore (USA, 2001) il criminale dalla doppia vita è un gentiluomo inglese, assiduo frequentatore di una loggia massonica d’alto bordo, sullo sfondo di una Londra vittoriana che trasudava potere e ferocia da tutti i pori.

Un passaggio del film assume un particolare significato, ai fini delle nostre riflessioni. Una sera “Jack the ritter”, con servitore al seguito, si reca nei bassifondi di Londra per un sopralluogo utile a individuare una prostituta da fare poi a pezzi, secondo le sue abitudini.

Il domestico, sulle prime, non comprende il senso di quella passeggiata ma avverte sempre più il Male incombente fino a che domanda: “Dove siamo, Vostra Grazia?” Lo squartatore risponde:“ All’inferno”. Non potrebbe esservi prologo più coerente con quanto seguirà.

Con una prima disposizione, la sentenza del 1973 della Corte Suprema dava via libera all’aborto fino al sesto mese di gravidanza.

La procedura chirurgica (esistono anche metodi farnacologici che inducono contrazioni dell’utero fino all’espulsione prematura del feto) è conosciuta come D&E, acronimo di “Dilation and Evacuation”: Dilatazione ed Evacuazione.

Il metodo prevede un allargamento dell’apertura dell’utero sufficiente ad inserirvi una pinza per vivisezionare il feto all’interno della cavità uterina: uno squartamento del bambino, i cui pezzi sono poi evacuati e infine ricomposti sul piano di lavoro, per sincerarsi che nulla sia stato dimenticato nell’utero.

Con una seconda disposizione, la Corte estendeva la liceità di un aborto tardivo sino all’ultimo trimestre di gravidanza conosciuto come “partial birth abortion” – aborto a nascita parziale – la cui procedura è diversa da quella del D&E, perché la forza delle giunture e dei legamenti in un bambino prossimo alla nascita impediscono la vivisezione.

Il partial birth abortion è di una tale, satanica efferatezza, che potrebbe apparire inverosimile, insomma una delle classiche “fake news” che i pro-life usano per screditare il sistema dell’aborto. Affideremo allora le spiegazioni del caso ad una autorità incontestabile, quella del Card. Alfonso Lopez TruJillo († 2008) che l’8 novembre 1990 fu nominato presidente del “Pontificio Consiglio per la famiglia”. Il Cardinale il 29 marzo 2003 depositò il documento che segue: (4)

Il termine partial-birth abortion, o aborto con nascita parziale, designa una tecnica di aborto utilizzata negli ultimi mesi di gravidanza, durante la quale viene praticato un parto intravaginale parziale del feto vivente, seguito da un’aspirazione del contenuto cerebrale prima di completare il parto. Questa tecnica ha potuto essere legalmente utilizzata negli Stati Uniti dopo la decisione dell’Alta Corte Federale di Giustizia, Roe vs. Wade del 1973, che ha autorizzato i diversi Stati ad assumere disposizioni che consentono gli aborti provocati ()

L’intervento è preceduto da una preparazione di tre giorni, con dilatazione meccanica del collo uterino. L’operazione si svolge in cinque fasi: in un primo tempo, guidato da ultrasuoni, l’operatore, dopo l’eventuale capovolgimento, se necessario, della posizione del feto nell’utero, afferrai suoi piedi con una pinza. Con una trazione,porta allora le gambe del feto fuori dell’utero e provoca il parto, estraendo la totalità del corpo del bambino, tranne la testa”.

Chi pratica l’aborto esegue allora un’incisione alla base del cranio del bambino, attraverso la quale fa passare la punta di un paio di forbici per perforare la scatola cranica. Introduce nell’orifizio così predisposto l’estremità di un fine tubo evacuativo, attraverso il quale viene aspirato il cervello e il contenuto della scatola cranica del bambino. A questo punto, per portare a termine l’aborto, più non resta che estrarre la testa ridotta di volume”.

Il presidente Bush jr, nel corso della campagna elettorale promise che avrebbe vietato questo tipo di aborto e, una volta eletto presidente nel 2001, mantenne la promessa con la legge PartialBirth Abortion Ban Act che il Congresso approvò nel 2003. Nel 2007 la Corte Suprema americana, con 5 voti contro 4, ritenne la legge costituzionale, ratificandola.

L’ex first lady Hillary Clinton e l’allora senatore del Partito Democratico Barack Obama, si mostrarono sdegnati per la sentenza della Corte. Sdegnati! Per i due era cosa esecrabile opporsi allo squartamento di bambini nel grembo materno. La Clinton,dichiarandosi «in assoluto contrasto con la sentenza», la definì «un drammatico rifiuto di 40 anni di giurisprudenza e un attacco alle libertà civili» (5). Barak Obama proclamò «La sentenza abolisce tutte le salvaguardie per la salute delle donne incinte». (6)

La macelleria di carne umana è una passione di famiglia. La consorte, Michelle Obama, in una lettera del 17 febbraio 2004 all’elettorato dell’Illinois definiva il “partial birth abortion”, “legitimate medical procedure” (7) (Una procedura medica legittima).

Ricorderemo che Joe Biden è membro autorevole di questa banda di estimatori di un mattatoio di carne umana: è stato vicepresidente di Obama. Ricorderemo anche che Biden ha dato del “macellaio” a Vladimir Putin.

Nel 2007 gli abortisti ci riprovarono presentando un’eccezione di incostituzionalità della legge anti-aborto voluta da Bush. La Corte Suprema il 18 aprile 2007 respinse il ricorso. Negli atti della sentenza della Corte è depositata la testimonianza di un’infermiera (pagina 14 della sentenza) che aveva assistito un medico abortista in un partial-birth abortion praticato su una donna quasi al settimo mese di gravidanza. La testimonianza è la rappresentazione di quanto il Cardinale TruJillo ha illustrato (8).

 «Il dott. Haskell entrò con i forcipi, afferrò le gambe del bambino e le tirò fuori lungo il canale di nascita. Dunque, fece uscire il corpo e le braccia: tutto tranne la testa. Il dottore tenne la testa proprio dentro l’utero… Le piccole dita del bambino si aprivano e si chiudevano con forza, e i piedini scalciavano. A quel punto, il dottore conficcò le forbici nella nuca e le braccia del bambino si allungarono di scatto, come una reazione improvvisa, come un sussulto, come un bambino fa quando pensa di stare per cadere. Il dottore divaricò le forbici, conficcò un potente tubo di aspirazione nell’apertura e risucchiò il cervello del bambino. Il bambino si afflosciò… Egli tagliò il cordone ombelicale e tirò fuori la placenta. Poi gettò il bambino in un recipiente insieme alla placenta e agli strumenti che aveva appena usato». 

Gioverà precisare che Barak Obama, divenuto presidente nel 2009, reintrodusse subito il “partial birth abortion” per colmare il vuoto di macelleria umana lasciato dalle norme antiabortiste dell’amministrazione Bush. Non si creda, però, che questa roba sia praticata a prezzi modici da chirurghi in pensione alcolizzati, che trasformano il garage in sala operatoria. Aborti tardivi fino al giorno della nascita sono praticati in centri clinici in New Mexico, Colorado, Ohio,California, Maryland.(9)

Oggi, nell’Occidente democratico-progressista. il posto meno sicuro per un essere umano è il grembo della propria madre.

Buona fortuna, Ucraina. Non uscirai viva dall’Unione Europea.

Note

1) Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso di una trasmissione televisiva ha recentemente dichiarato che, tra un secolo, la popolazione italiana sarà dimezzata: 32 milioni di individui. Il numero preciso di aborti praticati fino al 2019 è 6.040.946. Vedi http://www.centrodiaiutoallavitadicassino.it/da-sapere/i-numeri-dell-aborto-in-italia/
2) https://www.foxnews.com/projects/pdf/roevwade.pdf
3) https://www.priestsforlife.org/government/supremecourt/73-01-doe-v-bolton.pdf
4) http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/family/documents/rc_pc_family_doc_index_interventi-trujillo_it.html
5) http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/usa-laborto-irrompe-campagna-elettorale
6) Ibid.
7) http://www.reneamerica.com/columns/miller/121025
8) http:www.supremecourts.gov/opinions/06pdf/05-380.pdf
9) https://www.provitaefamiglia.it/blog/aborto-tardivo-così-fanno-in-usa-anche-grazie-alla-clinton
Si veda anche: provitaefamiglia.it/blog/aborto-alla-nascita-sì-proprio-così

 

 

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