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Aborto: non è Pena di Morte Prenatale da Abolire? Quarracino.

aborto josé arturo quarracino marco tosatti stilum curiae Oct 17, 2023

di Marco Tosatti

Cari amici José Arturo Quarracino offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla differenza di toni usata da Jorge Mario Bergoglio in tema di pena di morte e di aborto. Buona lettura e condivisione.

Vescovo di Roma: l’aborto non è la pena di morte prenatale che dovrebbe essere abolita?

Don Jorge Mario Bergoglio condanna a parole l’aborto come crimine (“de pico”), ma nei suoi oltre dieci anni di pontificato si è voltato dall’altra parte nella pratica, eliminando la pena di morte prenatale dalla sua agenda pubblica ufficiale: nessuna Giornata a favore della vita umana nascente, nessun Sinodo per affrontare il problema a livello ecclesiale, nessuna esortazione apostolica né alcuna enciclica che ne chieda l’eliminazione dalla legge, come fa efficacemente con la pena di morte legalizzata. Per finire, nomina funzionari abortisti negli organismi ufficiali del Vaticano. L’ipocrisia gesuita, non gesuita, al suo meglio.

Oggi, 10 ottobre, don Jorge Mario Bergoglio ha pubblicato sul suo account ufficiale X (ex Twitter, @Pontifex_es), una dichiarazione che condanna la continua applicazione della pena di morte nel mondo come una minaccia alla vita e inutile come applicazione della giustizia, oltre ad alimentare la sete di vendetta: “Il diritto alla vita è minacciato ovunque la pena di morte continui ad essere praticata; essa non può essere utilizzata per una presunta giustizia di Stato, poiché non costituisce un deterrente, non offre giustizia alle vittime e alimenta la sete di vendetta”[1] Non è la prima volta che il vescovo condanna l’uso della pena di morte nel mondo.

Non è la prima volta che il Vescovo di Roma condanna pubblicamente e ufficialmente l’applicazione della pena di morte. Lo ha fatto il 1° agosto 2018, cambiando addirittura il testo del canone 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica, auto-percependosi sorprendentemente come la Chiesa stessa: “la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che “la pena di morte è inammissibile, perché viola l’inviolabilità e la dignità della persona”[1], e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo”[2]. Ma in realtà questo insegnamento della Chiesa è l’opinione e la parola di Bergoglio, come dimostra il riferimento sopra citato[3].

Il 27 febbraio 2019, Jorge Mario Bergoglio ha ribadito ufficialmente l’appello per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, in un videomessaggio rivolto ai partecipanti al VII Congresso mondiale contro la pena di morte, tenutosi a Bruxelles (Belgio). Lo ha fatto pensando non solo alla possibilità per ogni condannato di pentirsi del proprio crimine e di cambiare vita, ma anche affermando che “la vita umana è un dono ricevuto, il dono più importante e primario, la fonte di tutti gli altri doni e di tutti gli altri diritti”, motivo per cui “deve essere protetta”, senza eccezioni. In questa linea di argomentazione, ha sottolineato che “la pena capitale è quindi una grave violazione del diritto alla vita che ogni persona ha”[4].

Il 10 ottobre 2020 ha ribadito il suo appello abolizionista contro la pena capitale, sempre sul suo account ufficiale X: “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte in tutte le sue forme, ma anche per il miglioramento delle condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”[5].

Lo ha fatto anche il 31 agosto 2022, come intenzione di preghiera nella Rete mondiale di preghiera del Papa, chiedendo che “la pena di morte, che viola l’inviolabilità e la dignità della persona, sia abolita nelle legislazioni di tutti i Paesi del mondo”, perché il comandamento “non uccidere” “si riferisce sia agli innocenti che ai colpevoli”[6].

6] E infine lo ha fatto anche oggi, 10 ottobre 2023, sempre pubblicamente e ufficialmente, attraverso il suo account X già citato, chiedendo a tutte le persone di buona volontà di “mobilitarsi per ottenere l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo”.

In sintesi: 5 forti interventi ufficiali di Papa Bergoglio contro la pena di morte in tutto il mondo, basati sul principio che ogni vita umana ha una dignità suprema che non può essere ignorata o violata, anche quella del criminale. 5 forti interventi ufficiali che chiedono direttamente l’abolizione della pena capitale.

Ma nel caso dell’aborto la questione cambia: non c’è stata alcuna condanna ufficiale dell’aborto da parte di Papa Bergoglio in tutti questi anni, al di là dei suoi personali commenti di circostanza in interviste, in conferenze stampa sull’aereo papale, e al di là delle sue due famose domande retoriche sull’aborto: “è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? è giusto assumere un sicario per eliminare una vita umana?”. L’aborto è, come dice lo stesso Bergoglio, un omicidio prenatale, che costituisce già il più grande di tutti i genocidi del pianeta: 72 milioni di bambini uccisi ogni anno prima della nascita. Ciò significa che, in media, ogni mese nel mondo vengono uccisi o abortiti 6.004.800 bambini, il che equivale a 200.160 bambini al giorno e 8.300 all’ora, cioè 139 bambini al minuto vengono uccisi nel grembo materno ogni anno.

Che cosa ha detto e fatto il (ex?) Vicario di Cristo per l’abolizione della pena di morte prenatale? Niente. Parla di cambiamenti climatici e scrive esortazioni apostoliche sull’argomento, ma in più di 10 anni di pontificato non c’è nessun documento pontificio su questo genocidio, ben più grave del problema ambientale, del dramma dei migranti, dello squilibrio psicologico delle persone LGBT che non si sentono “accolte” nella Chiesa, del potenziamento del femminismo nella Chiesa, ecc. ecc.

Tutti gli argomenti che ha addotto a favore della vita umana sono validi anche, e molti di più, nel caso dell’aborto, che in sostanza è l’applicazione della pena di morte a persone innocenti (non hanno commesso alcun reato) e totalmente indifese (non possono uscire dall’utero). Ma nell’agenda politica pubblica di Papa Bergoglio l’aborto non esiste, né esiste nel circo sinodale montato e diretto con ecclesiastici mediocri, ossequiosi e servili, che nelle loro “conversazioni con lo Spirito” (chissà quale, il Santo sicuramente no) hanno scoperto in meno di una settimana che “l’omosessualità fa parte della natura divina”, secondo un viscido cardinale-papagogo lussemburghese.

Ma non è solo don Francesco-Bergoglio ad aver rimosso la questione della pena di morte prenatale dall’agenda pubblica ufficiale della Santa Sede. Anzi, l’ha favorita e tollerata, da un lato accogliendo e promuovendo i più biechi e bestiali abortisti – i Bill Clinton, i Bill Gates, i George e Alexander Soros, i Joseph Biden, le Nancy Pelosi, gli Evo Morales, i Lula, i Macron, i Pedro Sánchez, eccetera -, dall’altro neutralizzando e squalificando i vescovi che hanno applicato le pene canoniche previste per chi si dichiara cattolico pro-aborto.

Peggio ancora, l’ex pontefice gesuita ha già istituzionalizzato l’aborto come dottrina de facto della sua “Chiesa sinodale”, promuovendo come funzionari vaticani sostenitori e promotori riconosciuti del genocidio prenatale, tra gli altri, l’economista americana Maria Mazzucato (presso la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali), il giurista argentino Eugenio Raúl Zaffaroni (presso l’Istituto per la Ricerca e la Promozione dei Diritti Sociali “Fray Bartolomé de las Casas”), per scopi accademici, didattici e formativi sui diritti sociali, il giurista argentino Eugenio Raúl Zaffaroni (presso l’Istituto per la Ricerca e la Promozione dei Diritti Sociali “Fray Bartolomé de las Casas”, con finalità accademiche, didattiche e formative sul tema dei diritti sociali, delle migrazioni e del colonialismo) e il dott. Hugo Juri, medico e professore argentino, nonché membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (presso la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali). Hugo Juri, medico argentino, già rettore dell’Università Nazionale di Cordoba e attivo promotore della legalizzazione dell’aborto nel Paese, in qualità di rettore di un’altra invenzione bergogliana, l'”Università del Senso”, gestita da un’altra creatura del Vescovo di Roma prima che diventasse Papa, Scholas Ocurrentes, che negli ultimi tre anni si è dedicata a dare microfoni e cattedre a ogni avventuriero dell’aborto argentino e latinoamericano che ha incrociato il suo cammino: Il filosofo Dario Sztajnszrajber, la scrittrice Luisa Valenzuela, lo psicoanalista Massimo Recalcati, l’educatore Carlos Skliar, il filosofo Roberto Esposito e il sacerdote Hugo Mujica. Tutti senza alcun legame reale e concreto con la Fede e la Dottrina cristiana, al punto che il primo dei citati ha dichiarato in un’intervista a un giornale che “vorrebbe fare l’amore con Dio” [8].

Questo è il livello degli insegnanti e dei funzionari della “Chiesa sinodale” di Francesco: agnostici, atei, anticattolici, favorevoli all’aborto, all’ideologia gender, blasfemi, omosessualisti, ecc.

È difficile, o quasi impossibile, trovare nella storia della Chiesa cattolica un tale livello di ipocrisia gesuitica e di tradimento di Nostro Signore Gesù Cristo come quello del Vescovo di Roma, promotore e protettore di tutta la spazzatura ideologica che la plutocrazia finanziaria globalista, predatoria e genocida ha saputo produrre, che ha trovato in don Jorge Mario il cappellano e buffone che ha saputo dare “poesia” alla prosa dell’Imperialismo Internazionale del Denaro (Baronessa Lynn Forester de Rothschild dixit).

Evidentemente, il Vescovo di Roma ha smesso di seguire gli insegnamenti di Sant’Ignazio di Loyola, per accompagnare con tolleranza il genocidio prenatale mondiale promosso dalla plutocrazia finanziaria globalista. Bergoglio si adegua, i Soros e i loro agenti abortiscono tranquillamente: ufficialmente, la “Chiesa sinodale” non dice nulla.

José Arturo Quarracino

10 ottobre 2023


[3] Francisco, “Discurso del Santo Padre Francisco con motivo del XXV Aniversario del Catecismo de la Iglesia Católica, 11 de octubre de 2017, en L’Osservatore Romano, 13 de octubre de 2017, p. 5.

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