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Aborto post natale

aborto silvana de mari Aug 04, 2022

di Silvana De Mari

Philip K. Dick (1928-1982) è stato uno scrittore di fantascienza, un tipo di fantascienza molto distopico, doveva essere uno con lo sguardo molto lungo . È noto soprattutto per aver scritto romanzi e racconti poi diventati film, non sempre fedeli, non sempre riusciti: i più famosi sono “Blade Runner” e “Minority Report”, e la serie televisiva che immagina come sarebbe il mondo se i nazisti avessero vinto la guerra, The man in the high castle, tratto dal libro La svastica sul sole.

Nel 1974, Dick ha scritto il suo racconto più duro, “Le Pre-persone”. Si immagina un mondo dove è consentito ai genitori di decidere se i loro figli sono degni di vivere o no fino al 12º anno di età del bambino. Fino al dodicesimo compleanno un bambino è considerato una pre persona. In qualsiasi momento, i genitori possono sbarazzarsene, facendo venire un furgoncino bianco con le sbarre, il furgoncino dell’aborto, che lo carica e lo porta verso una linda e pulita camera a gas. Fino al compimento del 12º anno di età i bambini sono pre-persone.

Nel mondo distopico di Dick è considerato una pratica  normale, legale, una conquista, un diritto quello che il Peter Singer ha definito aborto post natale. Peter Singer è un saggista australiano da molti considerato il maggiore filosofo vivente È ovviamente antispecista: un antispecista ritiene che non debbano esserci distinzioni di specie. Detto in parole povere, Singer ritiene che il suo gatto debba avere la stessa dignità e lo stesso diritto di vivere di vostro figlio, se vostro figlio è sano, e ovviamente se vostro figlio è voluto.

Fino a quando non sarà consentito l’aborto post natale, spiega il professore, l’aborto sarà sempre una conquista incompleta. La libertà sessuale della donna non può essere considerata completa se lei non può abortire in qualsiasi momento, perché la sua libertà sessuale in questa maniera verrebbe limitata dalla responsabilità della maternità. È evidente che la nascita del bambino non può porre fine a questa libertà. Se un embrione non ha diritti costituzionali ed è legale che un dottore lo uccida, perché altrettanto non si può fare con feto? Se un feto di due mesi non ha diritti costituzionali ed è legale che un dottore lo uccida, perché altrettanto non si può fare con un feto di nove mesi? O per un bambino già nato? Un feto e un bambino sono la stessa persona. Uno è po’ più piccolo, l’altro è un po’ più grosso.

Se è lecito a una madre sbarazzarsi del proprio bambino semplicemente perché tenere il piccolo limiterebbe la sua libertà  gravandola della mostruosa responsabilità di un figlio, perché questa libertà deve scomparire con la nascita del bambino? È illogico, spiega il dottor Singer. La mamma che ha fatto morire la sua bambina di stenti è semplicemente un caso di aborto post natale.

Un caso analogo si è verificato nel 2000 a Bari: la bimba fatta morire di stenti si chiamava Eleonora. In entrambi i casi non era presente il padre. In teoria il bambino avrebbe potuto essere consegnato ai servizi sociali, ma occorre tener presente l’astio che si forma contro questa persona che limita la cosa più sacra di una donna, la sua scintillante pirotecnica libertà, un astio creato giorno per giorno dalle paladine dell’aborto, da una infinita schiera di influenzanti, artisti, attrici, giornaliste, dall’assoluta mancanza su qualsiasi libro di testo di un qualsiasi accenno a quanto sia grandiosamente e straordinariamente bello diventare madri.

Ogni diritto corrisponde al dovere di qualcun altro. Il diritto alla separazione, al divorzio, a non sposarsi nemmeno, alla sessualità svagata e fluida corrisponde per i bambini al dovere, mai esistito prima nella storia, di vivere in condizioni antifisiologiche e di minor protezione. La fisiologia umana prescrive che per fare un bambino occorrano un padre e una madre, perché per proteggerlo, per la protezione ottimale, sono necessarie entrambe queste figure. Il diritto all’amore pirotecnico, alla sessualità, a cambiare partner quando capita non era riconosciuto in passato perché questi sono tutti comportamenti che espongono il bambino al genitore unico e stravolto dalla stanchezza, quindi a una minore protezione.

Il matrimonio indissolubile tra coniugi li costringeva a concentrarsi sul benessere dei figli. Adesso un genitore può essere  distratto dalla ricerca di un partner. La legge sull’aborto ha abituato le madri al concetto che sia giusto sacrificare il bambino a se stesse. Dato che l’aborto è gratuito questo diritto è percepito come assoluto. Dovrebbe essere  evidente che questo diritto termina con la nascita del bambino, ma non tutte le madri sono abbastanza accorte da rendersene conto, e alcune si sbagliano sopprimendo il bambino già nato.

In effetti lo stesso dottor Singer afferma che non c’è differenza. Ci sono innumerevoli donne che influenzano altre donne che dichiarano orgogliosamente di aver abortito. Marina Abramovich, è un’artista la cui arte consiste nel farsi torturare dal pubblico senza cambiare espressione: è ritenuta la maggiore artista del mondo esattamente degli stessi tizi che ritengono Singer il maggiore filosofo mondiale.

Lei dichiara orgogliosamente tre aborti. Innumerevoli attrici e attricette, giornaliste o supposte tali dichiarano orgogliosamente di aver abortito. Hanno sacrificato il bambino alla loro vita, perché è giusto. Le loro frasi sul dovere di una donna di pensare sempre solo a se stessa, hanno evidentemente spinto la madre di una bambina già nata a pretendere la stessa libertà.  Adesso ci si scandalizza, esattamente come mezzo secolo fa le persone erano scandalizzate e sconvolte all’idea che una donna avesse l’assoluto diritto di fare smembrare il suo bambino nel suo ventre a spese dello Stato.

Ci dice Singer che dobbiamo semplicemente abituarci all’idea. Ci spiegheranno che un gran numero di donne è costretto per poter riconquistare le proprie libertà a uccidere i propri bambini in maniera dolorosa e squallida, esattamente come squallido era un aborto clandestino. Il male minore è il furgoncino bianco con le sbarre alle finestre. L’aborto post natale esiste già in Olanda e Svezia per bambini malati. Ricordo con assoluta certezza dall’esame di medicina legale che c’era un reato che si chiamava istigazione a delinquere. L’assassinio di un bambino con una sindrome di Down, con l’emofilia o semplicemente non voluto nel nostro sicuramente arcaico codice penale, è considerato un reato. Perché nessuno arresta il dottor Singer?

Per evitare altri casi di aborto post natale fai-da-te occorre immediatamente levare la gratuità all’aborto. L’aborto non può essere finanziato dallo Stato. L’aborto è una scelta, una scelta che può essere rimpianta, e quando il rimpianto arriva è terribile. L’aborto è un suicidio differito. Il sistema sanitario nazionale paga solamente le necessità, non deve pagare le scelte. L’aborto inoltre è un peccato gravissimo nel cristianesimo, è il più grave dei peccati in quanto viene uccisa una creatura innocente mentre si trova nel posto che dovrebbe essere quello più sicuro al mondo.

I credenti non possono essere obbligati a finanziare con le loro tasse quello che per la loro religione è un peccato gravissimo, perché altrimenti si ha una violazione della libertà religiosa garantita dalla Costituzione. Si tratta di un peccato talmente grave da portare alla scomunica. Questa scomunica riguarda la donna, ma anche gli operatori. Ai medici è concesso il diritto all’obiezione di coscienza, che non è concesso agli infermieri. Un infermiere, quindi per non perdere lo stipendio, è costretto a collaborare. Nessuno deve essere costretto a fare un lavoro eticamente sconvolgente. Qualcuno obietta che le donne non sono in grado di pagarsi l’aborto da sole. Le donne sono considerate delle minorenni croniche, incapaci di gestire da sole la spesa dell’aborto, circa 3000 €. La stragrande maggioranza di loro è assolutamente in grado di farlo. Per quelle che non potranno il partito radicale e i suoi fan organizzeranno collette.

Questo diminuirebbe enormemente il numero degli aborti, favorirebbe la formazione di una rete di medicina privata che si occupi della cosa, perché non è corretto che quello che è considerato un peccato dalla maggioranza della popolazione venga eseguito in ospedali pubblici costruiti col denaro pubblico. Questo porterebbe inoltre a un risparmio fondamentale che permetterebbe di investire negli ospedali così da evitare che alla prossima epidemia ci sia di nuovo una crisi di mancanza di posti letto. Il denaro pubblico non può essere usato per scopi divisivi, incluso quello di collaborare allo sterminio dei futuri cittadini dello Stato.

Dato che la natalità è bassissima, non conviene più alle ditte che producono prodotti per la prima infanzia pubblicizzarli. Prima queste pubblicità esistevano, ed erano in un certo senso un inno alla maternità. Manca una pubblicità progresso che spieghi il valore della maternità. Facciamo in compenso innumerevoli sport sull’importanza di riciclare la spazzatura e soprattutto di non abbandonare i cani. La vita del cane è sacra, quella del bambino no.

Sarebbe sufficiente fare una pubblicità alla possibilità di donare proprio il bambino alla vita, a una delle sette coppie che sono in lista di attesa per l’adozione di ogni singolo bambino adottabile. La televisione, o chi per lei, dovrebbe ripetere ogni giorno il messaggio alle mamme che non se la sentono. Signora, se lei non se la sente, non si preoccupi: rendersi conto che non si può essere una buona madre, è al contrario una maniera di essere una buona madre.

C’è un’altra mamma più fortunata di lei, meno stressata di lei, che può seguire il suo bambino. Questo vale per un bambino neonato, ma vale per un bambino di ogni età. Questi spot non si possono fare, perché altrimenti le femministe insorgono che possono far sentire in colpa le donne che hanno abortito. Se però questo fosse stato fatto la piccola Liana sarebbe ancora viva.

 

 

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