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Agosto 2022: spunta l’incubo No Mar

emanuele gavi umorismo Jul 31, 2022

Egregio Direttore,

dalla pandemia alla guerra, dalla siccità alla tizia che parla in corsivo: in questo sciagurato 2022 le emergenze paiono susseguirsi inesorabilmente, senza lasciarci un attimo di tregua. È notizia di questi giorni che ad agosto le presenze sulle spiagge italiane subiranno un tracollo: altro che il consueto picco che tradizionalmente, in questo periodo di ferie, si registra nella curva delle prenotazioni. Gli esperti sono pressoché unanimi nel formulare la diagnosi: responsabile del disastro sarebbe il fronte No Mar, un fenomeno in crescita anche nel nostro paese.

Ma chi sono i No Mar? (Da non confondere con i No Marx, pericolosi docenti epurati dalla scuola italiana decenni fa). Persone apparentemente comuni, alla prova dei fatti i No Mar si contraddistinguono per i loro comportamenti antisociali. Nello specifico rifiutano di fare le vacanze al mare, rischiando di ridurre sul lastrico intere categorie di lavoratori italiani e stranieri (albergatori, ristoratori, baristi, personale di cucina, camerieri, addetti alle pulizie, addetti ai servizi di spiaggia, bagnini, venditori ambulanti di cocco e di ogni genere di merce diversamente autentica…). E spesso la loro incredibile scelta (“io al mare non ci vado”) è determinata da ragioni che attengono alla sfera emotiva e relazionale e sconfinano nel patologico.

Chi decide di non trascorrere le ferie spaparanzato su una sdraio, infatti, non è raro viva situazioni personali e sociali di disagio di gran lunga precedenti l’inizio dell’estate. Ad essere minata, secondo gli esperti, è la macro-area della fiducia. Si tratta di soggetti chiusi nel grigiore delle loro abitudini, incapaci di riconoscere i benefici che un periodo trascorso prevalentemente all’aria aperta e salsedinosa, cullati dallo sciabordio delle onde, può garantire all’organismo. Sospettosi per natura, ignoranti forse incolpevoli (ma ci sono andati a scuola?), questi negazionisti si ostinano a non voler prendere in considerazione il giovamento che potrebbero trarre da un soggiorno lungo la costa, col suo mix di sole-mare-nudità: dall’apporto di iodio, che assicura il buon funzionamento della tiroide, alla riattivazione della circolazione a contatto con l’acqua fredda, per non parlare di relax e abbronzatura. Sembra incredibile che questi innegabili benefici non vengano ancora apprezzati da tutti gli italiani, per colpa delle nevrosi dei No Mar.

È difficile comprendere il variegato mondo di coloro che rifiutano di andare in vacanza al mare, malgrado non si nascondano e spesso, senza farsi pregare, siano pronti a dichiarare spontaneamente le loro motivazioni.

C’è la vasta platea dei disoccupati e di quanti versano in gravi situazioni di difficoltà finanziaria. Costoro non avrebbero i soldi per permettersi vacanze del genere. Figuriamoci: come se non esistessero le spiagge libere, i campeggi abusivi e i baretti economici.

Alcuni individui, che non fanno parte di grandi gruppi sottoposti a una regia unica, si dicono preoccupati da fenomeni ovviamente sovrastimati come le code in autostrada. A questo proposito esistono chat di complottisti in cui si vocifera di fantomatici bollini rossi o neri, che indicherebbero i giorni di traffico intenso o critico, solitamente nei fine settimana di maggiore afflusso.

C’è poi chi sostiene di avere la pelle molto sensibile e di temere perciò l’eritema solare. Eppure numerosi e accurati studi ci dicono che si tratta di reazioni rarissime (si scotta in media un bagnante ogni dieci milioni). C’è chi accampa scuse francamente inverosimili, dichiarando di non saper nuotare, non voler mostrare la pancia o (udite udite) non amare la sabbia tra le dita dei piedi. Alcuni straparlano di vacanze del passato rovinate da invasioni di meduse, tra l’altro definite viscide. Tanto varrebbe credere agli extraterrestri.

I più faziosi e arrabbiati affermano di non amare il caldo e di preferire una vacanza in montagna, il che suona quasi come una bestemmia se a dirlo sono gli abitanti della penisola italiana, che presenta uno sviluppo costiero di ben 7.500 chilometri. I pastori della Zungaria inorridirebbero, sentendo con quanta leggerezza si tende a trascurare una ricchezza simile.

Alla base di alcune contestazioni No Mar, infine, gioca un ruolo importante il fattore religioso. C’è infatti chi rifiuta di unirsi al coro “Vamos a la playa” per la sua mentalità puritana: l’esibizione di corpi al sole urterebbe la sua sensibilità e il suo codice etico. Un’evidente assurdità, se pensiamo che in spiaggia ormai ci vanno persino i preti, e magari dicono Messa in costume da bagno immersi nell’acqua, come recentemente avvenuto a Crotone.

Come affrontare la minaccia che l’esercito dei No Mar costituisce per il nostro paese, proprio ora che l’economia dimostrava i primi timidi segnali di ripresa dopo l’emergenza Covid? Qualcuno propone un obbligo di lettino e ombrellone ad agosto se si vuole tornare in ufficio a settembre. Ma usare le maniere forti potrebbe risultare controproducente. Per godere pienamente dei benefici di una vacanza al mare bisogna essere convinti della propria scelta: chi si mettesse in costume soltanto per evitare una sanzione andrebbe incontro a molteplici rischi, primo tra tutti quello di non divertirsi, col bel risultato di vedere rafforzato l’atteggiamento No Mar l’anno successivo. Senza contare che i forzati della spiaggia, anche solo tenendo il broncio, potrebbero rovinare la festa ai veri appassionati di tintarella e balli di gruppo.

Insomma, c’è da sperare che pian piano i No Mar recuperino la fiducia che tutti noi dobbiamo nutrire nella Scienza e nella Moda, i due fari che ci guidano sulla strada della salute, del progresso e di Rimini.

Cordiali saluti

Emanuele Gavi

FONTE: https://lettereanessungiornale.com/2022/07/29/agosto-2022-spunta-lincubo-no-mar/

 

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