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Benvenuto Leone XIV! Per favore, niente scherzi: confermaci nella fede

aldo maria valli duc in altum May 10, 2025

di Aldo Maria Valli

“Che la pace sia con tutti voi… Il primo saluto del Cristo risorto”.

Un bel saluto cristiano, e subito un riferimento a Nostro Signore Gesù Cristo.

Sarò un sentimentale, ma mi sono commosso. Che differenza rispetto al “buonasera” di Bergoglio!

E poi la mozzetta rossa, e la stola. E la benedizione finale in latino con l’indulgenza plenaria.

Nel giorno della Madonna di Pompei, ecco Leone XIV, il primo papa a stelle e strisce, anche se poi è uno yankee atipico, vista la lunga permanenza in Perù.

Il nome scelto è già un programma. Il pensiero va subito a Leone XIII, che regnò dal 1878 al 1903, il papa della Rerum novarum, certamente, ma anche della Aeterni Patris per il rilancio della filosofia tomista e della preghiera a san Michele Arcangelo contro le insidie del diavolo.

E non bisogna dimenticare san Leone Magno, Leone I, il papa che difese l’unità della Chiesa contro le eresie, promosse la disciplina ecclesiastica in un’epoca di enorme disordine anche morale e prese posizione per rimediare alla confusione cristologica.

I commentatori in queste ore si affannano a trovare motivi di continuità con Bergoglio, ma è evidente che i cardinali elettori, pur evitando strappi, hanno voluto voltare pagina.

Nel 2013 Bergoglio fu eletto in piena epoca Obama. Oggi il primo papa americano non solo arriva in epoca Trump, ma con Trump ha un rapporto cordiale, e il presidente Usa si è subito rallegrato per l’elezione.

E il fatto che il nuovo papa sia agostiniano segna una continuità, semmai, con Benedetto XVI, che tanto amava Agostino.

Missionario ma anche curiale, teologo ma anche filosofo, esperto di pastorale ma anche di diritto canonico, Prevost è uomo di mediazione, scelto per tirare fuori la Chiesa dalle sabbie mobili delle divisioni. Quel riferimento inziale alla pace, che tutti hanno letto in termini politici e sociali, ha una forte valenza anche ecclesiale.

Dicono che sia schivo ed equilibrato, elementi caratteriali che di certo hanno avuto un peso nella scelta, dopo la sbornia del protagonismo di Bergoglio.

In una intervista data nel 2023 a un sito dell’ordine agostiniano il nuovo papa diceva di sé: «Mi piace molto leggere, fare lunghe passeggiate, viaggiare, vedere posti nuovi e godermi la campagna in un ambiente diverso». Ha omesso di dire che gli piace anche giocare a tennis.

I voti da agostiniano risalgono al 1981. Poi la scalata all’interno dell’ordine: dal 2001 al 2013 per due mandati consecutivi è stato priore generale. Conosce bene la Chiesa e le sue dinamiche.

A lungo missionario in Perù (paese di cui ha anche ottenuto la cittadinanza) è laureato in filosofia e matematica oltre che in teologia e diritto canonico. Un curriculum significativo, perché dopo che il regno bergogliano ha fatto polpette del diritto e del pensiero strutturato il papato ha bisogno di riprendersi sotto questi profili.

In Perù e negli Usa è stato sfiorato da due casi di abusi sessuali nel clero. Una donna di Chiclayo, città peruviana, raccontò che lei e altre due donne erano state abusate da due sacerdoti locali. Prevost aprì un’inchiesta ma continuò a far celebrare la messa ai preti sotto accusa. A Chicago, la città natale, fu accusato di non avere avvisato una scuola cattolica che nelle sue vicinanze abitava un prete noto per avere abusato di alcuni ragazzi. In entrambi i casi non ci sono stati processi.

I cattolici americani conservatori lo accusano di essere pro Lgbtq, ma nel 2012 ha espresso riserve sullo “stile di vita omosessuale”. Bisognerà vederlo alla prova dei fatti in quanto papa.

Il suo pensiero teologico non trova espressione in trattati o scritti pubblici. Più che teorico è pastore e amministratore.

Elementi di vicinanza a Bergoglio si rintracciano nell’enfasi sull’ascolto, sulla sinodalità e su una Chiesa missionaria che raggiunga le periferie. Idem per quanto riguarda l’ambiente e l’aiuto ai poveri e ai migranti. Ma il fatto che sia stato missionario sul campo conferisce a queste attenzioni una credibilità maggiore rispetto a Bergoglio, che ha abbondantemente ideologizzato le categorie di popolo, povertà e periferie.

La sua tesi di dottorato in diritto canonico riguardò il ruolo del priore locale nell’Ordine di Sant’Agostino: evidente già allora l’interesse per la vita comunitaria e il governo ecclesiale. Anche in questo caso, quando parla di sinodalità Prevost lo fa su una base diversa da quella tutta ideologica di Bergoglio.

La scelta di un papa a stelle e strisce ha anche evidenti ragioni economiche. Da tempo le offerte per il Vaticano in arrivo da oltreoceano sono in picchiata. La speranza è che il papa americano possa ridare slancio a un flusso di denaro di cui la Santa sede ha un gran bisogno, vista la complicata situazione finanziaria.

Benvenuto Leone XIV. Preghiamo per te! E tu, per favore, confermaci nella fede! Niente scherzi, eh? Abbiamo già sofferto troppo.

FONTE : Duc In Altum

 

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