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Come mai la gente si lascia fare tutto questo?

francesco lamendola Oct 12, 2022

di Francesco Lamendola

Da due anni e mezzo il potere mondialista impazza.

I governi si sono scatenati in un attacco senza precedenti contro i loro cittadini, ingannandoli, minacciandoli, rimproverandoli e ricattandoli scientemente, e privandoli in misura mai vista di ogni residuo di libertà individuale e collettiva.

I mass media si sono lanciati in una campagna di terrorismo psicologico senza fine, falsificando i fatti senza pudore e nello stesso tempo, soprattutto tramite la pubblicità, quindi in maniera subdola, perseguendo un sistematico lavaggio del cervello, volto a spazzar via tutte le certezze consolidate, a cominciare dalla morale comune, per impiantare una nuova visione della realtà e una nuova morale capovolta, dove il male è bene e il bene è male.

I partiti politici si sono interamente prestati a questo disegno e hanno mostrato, in una misura mai vista finora, tutta la loro indifferenza per i veri problemi del Paese, che ormai sono in gran parte di pura e semplice sopravvivenza, e il loro sovrano disprezzo per le persone comini, quelle che lottano disperatamente per arrivare alla fine del mese, pagare le tasse e le bollette, mantenere la famiglia, mandare i figli a scuola o all’università.

Le priorità dei nostri uomini politici, dei nostri rappresentanti in Parlamento, sono gli immigrati, i clandestini, il suicidio assistito, la libertà di drogarsi, il cambio di sesso e in genere i diritti degli omosessuali e dei transessuali. Invitare qualunque africano a venire in Italia con l’esca del reddito di cittadinanza, mettere le mani sulle seconde case, far sparire dalla circolazione il denaro contante, vaccinare l’intera popolazione, imporre a tutti la museruola della carta verde per poter accedere a qualunque servizio, queste sono le loro priorità.

I medici, tranne i pochi che si sono fatti cacciare per coerenza e per rispetto della propria dignità professionale, si sono distesi completamente sulla narrazione bugiarda e criminosa che è stata fatta della cosiddetta pandemia e si sono resi complici, consigliando l’assunzione di un vaccino che non è tale, che non è stato sperimentato e che risulta pericoloso per alcune categorie di persone - specie i bambini -, del peggior crimine della storia.

La classe insegnante, nel suo complesso, si è adattata alla grande congiura contro la popolazione: ha taciuto, ha accondisceso, ha guardato con indifferenza, e perfino con fastidio, i colleghi che venivano allontanati dal lavoro, come pericolosi delinquenti, per aver voluto dire no all’obbligo illegittimo e illegale della vaccinazione di massa; in non pochi casi gli insegnanti hanno bullizzato gli alunni non vaccinati, additandoli alla riprovazione e al disprezzo dei compagni; sempre e comunque si sono docilmente piegati all’uso deleterio della mascherina e, quel che è peggio, hanno dato a credere ai loro studenti che l’osservanza delle folli norme pseudo-sanitarie, a cominciare dal distanziamento, era un fatto di responsabilità morale e poco meno che una questione urgentissima di vita o di morte.

I membri del clero, anch’essi con poche eccezioni, hanno sostenuto a loro volta l’odiosa menzogna psico-pandemica; e nello stesso tempo hanno tradito sia la dottrina cattolica, introducendovi ogni sorta di eresia e blasfemia e spingendosi fino all’aperta adorazione degli idoli, sia – con la loro latitanza – il dovere di assistenza alle anime, chiudendo le chiese, sopprimendo le funzioni sacre e perfino negando i funerali cristiani ai morti; in alcuni casi, rifiutandosi di dare l’estrema unzione ai moribondi.

Le forze dell’ordine sono state impiegate in una campagna repressiva senza precedenti, mobilitandosi con elicotteri, droni, idranti e cariche col manganello contro persone solitarie e inoffensive che correvano nei prati o che prendevano il sole su spiagge deserte, e contro pacifici lavoratori che scioperavano e manifestavano per la difesa del diritto al lavoro contro ogni forma di discriminazione pseudo-sanitaria.

La magistratura ha brillato per la sua assoluta assenza, per la sua ignavia, per il suo silenzio sepolcrale: mentre la Costituzione veniva calpestata e fatta a brani del governo, nessun giudice ha ritenuto opportuno e doveroso andare a verificare l’operato di politici e amministratori pubblici, la legittimità dei decreti emergenziali, il rifiuto del massimo custode dell’ordine democratico – il Presidente della Repubblica – di assumere la tutela dei cittadini, e in particolare delle categorie colpite da odiose discriminazioni.

Nessun giudice si è scomodato neppure per meno: ad esempio per il fatto che un ministro della pubblica istruzione sperperasse milioni di euro per l’inutile acquisto di banchi a rotelle che si sono accumulati, quasi subito, nelle cantine e nei magazzini dei plessi scolastici; che le industrie farmaceutiche abbiano venduto come vaccino un siero genico sperimentale, per combattere un virus che non è mai stato isolato in laboratorio; che dei signori privi di titoli scientifici siano andati quasi quotidianamente in televisione a raccomandare agli italiani quel che dovevano e quel che non dovevano fare per la tutela della salute pubblica. E neanche per cose, relativamente parlando, ancor più piccole: ad esempio per l’incitamento all’odio e alla discriminazione contro pacifici cittadini, rei di non volersi sottomette a un trattamento sanitario imposto dallo Stato, ma incostituzionale, illegittimo e scientificamente più che dubbio, da parte di personaggi dello spettacolo, giornalisti e perfino soubrette, showgirl e showman improvvisatisi per l’occasione, sotto l’occhio compiacente delle telecamere televisive, esperti di cose mediche e sanitarie, nonché pubblici custodi del bene comune e censori della morale.

In poche parole, un crollo totale, inglorioso e quasi inconcepibile, fino a poco tempo prima che avvenisse, di tutte le istituzioni, rivelatesi infedeli rispetto alle loro funzioni; oltre che del tessuto civile, morale e religioso dell’intera società. Un crollo catastrofico, senza attenuanti e senza appello, quale mai si era visto finora se non nei giorni vergognosi intorno all’8 settembre 1943, quando tutti i pubblici ufficiali si erano squagliati all’insegna del si salvi chi può, e alcuni storici, giustamente, hanno parlato delle morte della Patria. E come allora, o poco più tardi, alla fine della guerra, vi furono generali e ammiragli che ricevettero sul petto senza arrossire e anzi con palese soddisfazione le medaglie elargite loro dall’ex nemico, così ora vediamo uomini politici italiani gloriarsi di aver ricevuto pubblici encomi e riconoscimenti – come Mario Draghi, gratificato a New York del premio Statista dell’anno, da parte di quel Deep State americano che da più parti è sospettato di essere all’origine del colpo di stato mondiale consumatisi nel 2020 a danno di tutti i popoli, compreso il nostro.

Ora, la domanda è: come è stato possibile che la gente si sia lasciata fare tutto questo? Che abbia tollerato le misure assurde, le reclusioni arbitrarie, l’isolamento degli anziani, la morte in solitudine dei malati, l’incinerazione forzata dei cadaveri, le mancate autopsie e la sospensione delle esequie funebri, nonché la sospensione dei riti religiosi e perfino l’accesso ai cimiteri, per settimane e mesi; come è possibile che la gente abbia subito e tollerato tutto ciò? E com’è possibile che ora, a distanza di due anni e mezzo da quella follia e da quei crimini, non chieda di sapere la verità, non pretenda giustizia per i vivi e per i morti, e non voglia vedere processati colpevoli? Si dirà: non lo chiede né lo pretende, perché la maggior parte della popolazione non si è neppure resa conto di quel che è accaduto, e crede tuttora che il governo abbia fatto del suo meglio in una situazione oggettiva di estrema gravità, e non già in presenza di un’immensa tragicommedia, di una colossale menzogna e una congiura di portata mondiale volta a propiziare la realizzazione dell’Agenda 2030, cioè il Great Reset e il passaggio all’era trans-umana.

Vero; ma la domanda resta, anzi diviene ancor più stringente (e drammatica): come è possibile che la gente non si sia resa conto, anzi, che non abbia neanche sospettato tutto questo? Mentre i genitori, i figli, i fratelli, i coniugi venivano esposti a un tale scempio? E quando cento, mille indizi avrebbero dovuto aprire gli occhi, o almeno far entrare una pulce nell’orecchio anche ai più distratti o ai più fiduciosi? Come mai il popolo italiano, che si è sempre lagnato della politica e non ha mai avuto fiducia, né stima, della sua classe politica, fino alle esagerazioni del qualunquismo (piove, governo ladro): come mai adesso gli italiani si sono mostrati così obbedienti e disciplinati, così inclini ad ascoltare suggerimenti, raccomandazioni e ordini veri e propri, da parte del governo e delle pubbliche autorità? A giustificare le violenze, a scusare i ricatti, a bersi le menzogne più spudorate?

Come mai gli italiani, popolo ultra-individualista se mai ve ne sono e ve ne furono, adesso, tutto ad un tratto, si è mosso con una compattezza mai vista, per fare ciò che gli veniva chiesto di fare, per credere ciò che gli veniva chiesto di credere, per rimettersi al cento per cento ai voleri di un governo che, a sua volta, si è fatto trascinare da quelli di un sedicente comitato tecnico-scientifico i cui membri sono in patente conflitto d’interessi, visto che lavorano per le stesse multinazionali del farmaco le quali hanno tutto l’interesse ad accreditare l’idea che l’umanità è stata, ed è tuttora, minacciata dalla più grave pestilenza della storia (anche se i dati ufficiali dicono che la mortalità da essa causata non è mai giunta neanche a sfiorare l’1% della popolazione)? Come mai, insomma, un popolo buono, sì, ma fondamentalmente diffidente nei confronti dei pubblici poteri, anche quando una simile diffidenza era chiaramente irragionevole, in questo caso  ha preso per buone le decisioni dei governanti? Sicché migliaia di piccoli imprenditori, commercianti e artigiani – la spina dorsale delle nostra economia - hanno perso il lavoro in silenzio, strangolati dalle assurde disposizioni di chiusura e dalle limitazioni dell’orario lavorativo, senza protestare né lamentarsi, semmai lagnandosi del comportamento poco responsabile, per non dire criminale, secondo l’imbeccata ricevuta dai mass-media, di quei loro colleghi e di quei dipendenti i quali hanno preferito il licenziamento piuttosto che piegarsi al ricatto sanitario.

La risposta a questi interrogativi, temiamo, è terribilmente semplice: di una semplicità addirittura disarmante. La stragrande maggioranza del popolo italiano ha lasciato che tutte queste cose avvenissero, le ha subite, le ha perfino approvate, e comunque non ha reagito, non ha sospettato, non ha protestato, per la buona ragione che era in tutt’altre faccende affaccendato; e non da due anni e mezzo a questa parte, ma da due o tre generazioni. Quali faccende, esattamente? Ma è chiaro: basta guardarsi attorno per non più di cinque minuti, ad esempio camminando per la strada o entrando in un pubblico locale. La gente è sommamente affaccendata, fino al massimo grado della tensione nervosa, fino allo stress, alla nevrosi, all’insonnia, all’ansia e al limite estremo che precede la depressione, per la preoccupazione del tatuaggio da farsi sul polpaccio; della tintarella invernale da farsi sotto le lampade; del telefonino di ultima generazione da acquistare; del piercing sull’ombelico da esibire, in qualunque stagione e con qualunque temperatura. Oltre che sulla partita del gioco elettronico da vincere assolutamente, uccidendo il maggior numero di nemici; e sulla splendida, meravigliosa esibizione delle calze a rete e dei tacchi a spillo, se si è un bel maschione, o del giubbotto di pelle borchiato e del berretto da motociclista alla Marlon Brando se si è delle tenere fanciulle. L’importante non è star bene con se stessi, ma épater les bourgeois, sbalordire i borghesi; e pur di riuscirci nessuna spesa, nessun sacrificio è inutile: neanche quello di acquistare a rate il cellulare più costoso, quando non si hanno neanche i soldi per una visita medica dallo specialista privato (per quello pubblico, c’è da aspettare mesi o anni); oppure andar su e giù per i portici del centro con il seno e la pancia scoperti, nel dolcissimo clima di Torino o di Milano in pieno inverno. E che sarà mai un po’ di freddo sulla pelle, un po’ di umidità nelle ossa, pur di essere la più bella (o il più bello) del reame? Queste sono le cose che contano; queste sono le cose che impegnano, e che richiedono tutta l’attenzione e la serietà di questo mondo; non certo sciocchezze come infornarsi se sia il caso di sottoporsi alla quarta dose  in vena, dopo le prime tre che si sono rivelate perfettamente inutili (o peggio); o che vogliono iniettare nelle vene di tuo figlio di sei anni, o di tua madre di ottanta, che è sana e robusta come una quercia. Però non si sa mai, certe cose è meglio prevenirle; bisogna essere prudenti e previdenti, giusto? E ascoltare le esortazioni di portenti della medicina come Fiorello o come Fedez…

Questa, e soprattutto questa, è la ragione profonda per cui la gente, da due anni e mezzo, si sta lasciando trattare così: si beve tutto, accettata tutto, acconsente a tutto. È troppo impegnata in altre cose; è troppo concentrata in faccende ben più importanti che il lavoro, i figli, i genitori, il domani, la verità. A chi interessa la verità? Che cos’è la verità? Sono problemi metafisici; e chi ha tempo per la metafisica? La tinta viola, o verde, da fare alla propria chioma, anzi metà viola e metà verde, sempre per épater les bourgeois: queste sono le cose importanti, per cui vale la pena d’impegnarsi...

 

 

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