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Don Paolo Pasolini: "Se non abbiamo il cuore pieno di cielo, anche il cuore si riempie di fango"

corriere cesenate don paolo pasolini sabrina lucchi May 27, 2023

di Sabrina Lucchi

Un grande secchio d’acqua all’ingresso della chiesa. A cosa serve? A pulirsi (parola grossa…) i piedi dai ‘zaccharoni’ di fango che abbiamo ai piedi tutti, oggi, davanti alla chiesa della parrocchia di San Rocco. Lì, tra il Savio e il Ponte Vecchio, crocevia di strade, di villette familiari, di destino e di fatica. E brulicare di solidarietà.

“La Parola di Dio di oggi ci ha fatto alzare lo sguardo per guardare oltre a quello che vediamo ora: fango, problemi, distruzioni – così ha aperto l’omelia don Paolo Pasolini, parroco di San Rocco di Cesena, alla Messa delle 11 - In questi giorni in chat mi hanno mandato lo spezzone del film dove c’è Don Camillo a mollo nell’acqua dopo l’alluvione del Po. Tutti sono sfollati: in chiesa e con le porte aperte, come se avesse un grande amplificatore davanti, don Camillo parla in modo accorato alla gente. Ha parole forti di speranza: ‘il sole tornerà, asciugherà fossi, campi e case. Tornerete nelle vostre case’. Grazie a chi mi ha inviato questo spezzone perché sono parole belle, vere. Sì, il sole tornerà, ma io non sono don Camillo. Primo: sono l’unico ad avere chiesa, casa, e opere parrocchiali asciutte. Anche negli spazi sotto. Questo è un atollo in mezzo al mare”.

“E non sono don Camillo anche perché non sono tra quelli che dice andrà tutto bene – prosegue -. Non sono capace di dirlo. Dopo tre anni vissuti come questi, non bastano frasi fatte e pacche sulle spalle. Vedo sguardi smarriti e arrabbiati. E mi sentirei come quei politici che vanno in giro a dire forza forza a favore di telecamere e di sé”.

Nel Vangelo di oggi abbiamo sentito parole diverse. Se non abbiamo il cuore pieno di cielo, anche il nostro cuore si riempie di fango come la cantina – prosegue il ragionamento -. Se il tuo cuore non ha una speranza forte… con la sostanza e consistenza di Altro, si riempie di fango. E quando il cuore è pieno di fango, allora è veramente terribile.

“Gesù ci dice: io sono con voi fino alla fine del mondo”, don Paolo riprende il Vangelo di Matteo. “Anche adesso che il fiume ti ha portato via tutto. E in collina non ci sono strade, vie di comunicazioni. Non arrivano nemmeno i soccorsi perché non c’è modo di arrivare. Sarsina, Mercato Saraceno, Rocca San Casciano… non ci sono più le strade”.

“Ci rialzeremo e guarderemo avanti. Il Signore ci dice oggi una cosa importante: ci dice che è con noi ogni giorno. Noi facciamo fatica a mettere insieme: è questo il problema della nostra fede. Viaggia ad altri livelli. La fede ci dice cose, e la realtà ci smentisce continuamente”.

“In questi giorni abbiamo visto tanti giovani: ci sta l’allegria di chi entra in casa con un badile che non ha mai tenuto in mano… a 16 e 17 anni si inizia a connettere la vita. Ragazzi, la vita è questa: una serie ininterrotta di onda e di fango. E’ brutto dire così? Quando muore una persona casa, è un’ondata di fango… I fallimenti, sono tutte ondate di fango. Quando arriva la malattia, non ti puoi spostare di continuo: resti come la casa, resta lì e si prende tutta l’onda di fango. Spero che tutti i ragazzi che ringrazieremo per la loro generosità, riflettano su questo. Questa è la vita. E’ questo che devono imparare a capire: di fronte alla vita, non si scappa. Abbiamo tutti le fragilità, ma con il cuore pieno si resiste a ogni onda di fango. Ne arriveranno altre, e non dal Savio”.

Gesù ci dice di avere i piedi piantati in cielo. Lì è asciutto. Di avere il cuore pieno di cielo. Lo so che dire questo da uno che è all’asciutto… - prosegue -. La parrocchia è diventata un centro di emergenza. Il salone interrato raccoglie persone e necessità. Nei prossimi giorni ci sarà bisogno di un ufficio per le richieste: non economiche, ma per sistemare le persone. Non siamo il Comune, ma ci facciamo da intermediario. Esistono tante persone sole, che non hanno parenti. La nostra cucina continua, fino a quando ci sarà possibile, a cucinare qualcosa di caldo. Arriva la scatoletta di tonno, ma se avessi casa infangata, l’ultima cosa che vorrei è una scatoletta di tonno. La parrocchia deve spendersi per questo, noi ci siamo e cerchiamo di esserci. Questo ci aiuta ad avere cuore pieno di speranza e gioia. Non possiamo stare in piedi sorreggendoci sulle nostre stampelle che ci vengono tolte ogni volta che arriva fango".

"Siamo arrabbiati? - conclude don Paolo - mettiamo la nostra rabbia sull’altare. Siamo vuoti? Mettiamo il nostro vuoto sull’altare. Gesù, mettici dentro tutta la speranza di cui abbiamo bisogno”.

FONTE : CORRIERE CESENATE

 

 

 

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