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Follow the Ad: la pandemia, Pfizer e l’informazione addomesticata

raffaele de simone Jun 11, 2025

di Raffaele De Simone

Nel 2020, mentre il mondo si fermava, la macchina della comunicazione globale correva più veloce che mai. I media, un tempo guardiani del potere, si sono trasformati in megafoni sincronizzati. Titoli identici, linguaggio militarizzato, assenza di contraddittorio. È bastato poco per capire: la pandemia non era solo una crisi sanitaria — era anche, e forse soprattutto, un’operazione di comunicazione su scala planetaria.

Il principio guida? Non più follow the money, come diceva Giovanni Falcone, ma follow the ad: segui la pubblicità, e scoprirai a chi serve la paura.

Pfizer: un colosso da record

Nel pieno dell’emergenza, una società si è issata al vertice economico e simbolico della gestione pandemica: Pfizer. Azienda farmaceutica statunitense, nota prima per il Viagra e per una serie di transazioni giudiziarie milionarie per marketing fraudolento, Pfizer si è presentata improvvisamente come la salvezza dell’umanità.

Nel solo 2021, Pfizer ha generato oltre 100 miliardi di dollari di ricavi, di cui più della metà provenienti dal vaccino anti-Covid.
Cifre mai viste. Con una sola iniezione — anzi, con due, tre, quattro richiami — la casa farmaceutica ha trasformato l’urgenza sanitaria in una rendita sistemica, con governi come clienti obbligati e cittadini come utenti permanenti.

Una comunicazione monodirezionale

Mentre i bilanci esplodevano, i media si allineavano.
Ogni giorno, per mesi, titoli identici:
• “La scienza ha parlato”;
• “Solo i vaccini ci salveranno”;
• “Chi dubita è pericoloso”.

Nessuna testata mainstream ha messo in discussione gli accordi opachi tra Pfizer e i governi, come quello con l’Unione Europea, siglato con SMS privati tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato Albert Bourla, mai resi pubblici. Nessun approfondimento serio sul contenuto dei contratti — secretati, parzialmente censurati, blindati da clausole capestro.

Nessuno spazio per i medici dissidenti, per gli studiosi critici, per chi chiedeva semplicemente trasparenza. Invece: censura algoritmica, demonizzazione, rimozione dai social.

Chi parlava di effetti collaterali, alternative terapeutiche, o chiedeva una valutazione indipendente veniva automaticamente bollato come complottista. Il giornalismo è diventato marketing, e il marketing è stato venduto come scienza.

Il cortocircuito etico: chi paga, comanda

Pfizer, nel frattempo, investiva milioni in pubblicità su testate giornalistiche e canali televisivi. Il legame era palese. Nessun organo di stampa può criticare chi lo finanzia.
Il risultato? Una narrazione blindata, perfetta, inattaccabile. Proprio come nei manuali di propaganda.

In tutto questo, nessuno ha mai posto la domanda fondamentale: può un’azienda privata, quotata in borsa, con l’obbligo legale di massimizzare i profitti per i propri azionisti, essere il soggetto più influente nella gestione di una crisi globale?

E soprattutto: può la stampa trattarla come un’autorità morale, anziché come un attore commerciale con interessi evidenti?

Dalla cronaca alla propaganda

La pandemia ha segnato il punto di non ritorno.
Il giornalismo non è più un filtro tra il potere e la società. È diventato un’estensione del potere stesso.
Chi controlla i farmaci, controlla il linguaggio.
Chi finanzia le campagne, detta le priorità.
Chi sponsorizza i contenuti, scrive la storia.

Follow the ad. Sempre.
Quando la notizia è martellante, monocorde, e giornalisticamente sospetta, non domandarti se è vera o falsa.
Domandati a chi serve. E guarda chi paga le inserzioni.

Raffaele De Simone

Il Professor Dr. Raffaele De Simone è un cardiochirurgo presso l’Università di Heidelberg, con una carriera ricca di contributi significativi sia in ambito clinico che di ricerca.

Formazione ed Esperienza Professionale:
• Formazione Medica: Ha conseguito la laurea in Medicina presso l’Università di Napoli, Italia, nel 1985. Successivamente, ha ottenuto il titolo di “Dottore di Ricerca – Ph.D.” nel 1992.
• Specializzazioni: Nel 1989, ha ottenuto la specializzazione in Cardiologia presso l’Università di Napoli. Ha poi proseguito la sua formazione in Chirurgia Cardiaca presso l’Università di Heidelberg, conseguendo la specializzazione nel 2003.
• Ruoli Accademici: Dal 2006, è Professore di Chirurgia Cardiaca presso l’Università di Heidelberg. 

Attività Clinica e di Ricerca:
• Chirurgia Cardiaca: Il Prof. De Simone è noto per la sua esperienza in interventi di bypass coronarico senza l’uso della macchina cuore-polmone (off-pump) e nella chirurgia delle aritmie cardiache. 
• Innovazione Tecnologica: Ha diretto il progetto B01 del Collaborative Research Centre SFB/TR 125 “Cognition-Guided Surgery”, focalizzato sullo sviluppo di sistemi di assistenza basati sulla conoscenza per la chirurgia ricostruttiva delle valvole cardiache. 
• Pubblicazioni Scientifiche: Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, i suoi lavori spaziano dalla ricostruzione tridimensionale del flusso Doppler alla valutazione intraoperatoria della funzione ventricolare destra. 

Riconoscimenti e Premi:
• Premi Scientifici: Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio della “European Society of Cardiology” nel 1991 e l’Ethicon-Prize nel 2006. 
• Posizioni di Leadership: È stato membro del consiglio direttivo della “European Association for Cardio-Thoracic Surgery” e del “Cardiothoracic Surgery Network”. 

Il Prof. De Simone continua a contribuire attivamente all’avanzamento della chirurgia cardiaca attraverso la pratica clinica, la ricerca e l’innovazione tecnologica.

 

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