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Fosse comuni nelle scuole cristiane canadesi: zero. Chiese assaltate: novantasei

anna farrow canada catholic herald tempi Feb 08, 2024

di Anna Farrow

Bilancio di una assurda ondata di odio anticattolico scatenato in Canada da accuse agghiaccianti, totalmente indimostrate ma gonfiate acriticamente da stampa e autorità. Trudeau compreso.

Per gentile concessione del Catholic Herald, proponiamo di seguito in una nostra traduzione un articolo di Anna Farrow sul caso delle presunte fosse comuni individuate in alcune ex “scuole residenziali” cristiane riservati ai bambini delle Prime Nazioni canadesi. La versione originale inglese dell’articolo, apparso venerdì 2 febbraio nel sito del mensile cattolico britannico, è disponibile in questa pagina.

* * *

Il 27 maggio 2021, capo Rosanne Casimir della Tk’emlúps te Secwépemc First Nation annunciò che la tecnologia Gpr (Ground Penetrating Radar) aveva individuato i resti di 215 bambini nel terreno dell’ex Scuola residenziale indiana di Kamloops, nella Columbia Britannica, in Canada.

La notizia venne prontamente accettata con pubblica compunzione da tutte le autorità e le istituzioni della società.

Il 28 maggio il New York Times titolò: “‘Una storia orribile’. Segnalata in Canada una fossa comune di bambini indigeni”.

Tre giorni dopo la conferenza stampa, il primo ministro Justin Trudeau si scusò per coloro «a cui è stata tolta la vita» a Kamloops. Ordinò che le bandiere del Canada fossero esposte a mezz’asta e queste restarono abbassate per quasi sei mesi; furono rialzate pochi giorni prima dell’11 novembre, ma solo per essere nuovamente abbassate per il Giorno della memoria.

Papa Francesco all’Angelus del 6 giugno parlò della «scioccante scoperta dei resti di 215 bambini».

Ispirate dal Papa, le comunità religiose reagirono rapidamente. Nelle settimane successive, molte congregazioni esposero 215 paia di scarpe da bambino sui loro gradini d’ingresso.

Tra le bandiere a mezz’asta e le scarpine, in quell’estate il Canada fu ricoperto da una coltre di dolore che andava da mare a mare a mare.

E il dolore si trasformò rapidamente in rabbia. Seguì un’ondata di roghi di chiese e atti vandalici. La violenza continua ancora oggi. Secondo il portale True North, negli ultimi due anni e mezzo sono state date alle fiamme, danneggiate o profanate circa 96 chiese. Di recente, nello scorso dicembre, sono state completamente bruciate due chiese dell’Alberta. Trudeau ha dichiarato che, sebbene bruciare le chiese sia sbagliato, la rabbia è «reale e… pienamente comprensibile, dato il passato vergognoso di cui siamo tutti sempre più coscienti».

Tuttavia, sembra che l’alta marea del senso di colpa collettivo abbia finalmente iniziato a ritirarsi e che la ritirata abbia lasciato dietro di sé i detriti di quello che alcuni adesso definiscono un “panico morale”.

In parte il graduale cambiamento del comune sentire è dovuto all’assenza di corpi.

A oggi nessuno scavo è stato effettuato a Kamloops, malgrado il governo federale nell’agosto 2021 abbia stanziato a tal fine 7,9 milioni di dollari canadesi.

Fin dal principio, le scoperte del Gpr citate a Kamloops furono largamente fraintese sia dai media che dal pubblico. Sarah Beaulieu, l’esperta di Gpr sul cui lavoro la First Nation di Kamloops basava le proprie rivendicazioni, avrebbe in seguito chiarito che la tecnologia non fornisce immagini a raggi X di bare o corpi, ma mostra soltanto irregolarità del terreno. Più tardi si sarebbe scoperto che il frutteto esaminato era il sito di un campo settico realizzato nel 1924. Si è riscontrato che le mattonelle sarebbero state posate alla profondità delle irregolarità rilevate dall’esame Gpr. Non è chiaro se Beaulieu fosse a conoscenza di questi interventi quando ha esaminato l’area.

Nei luoghi in cui degli scavi sono stati effettuati, non sono stati rinvenuti corpi. Presso la Pine Creek First Nation a Manitoba, per quattro settimane nell’estate del 2023 sono stati scavati 14 siti nel seminterrato della chiesa cattolica di Nostra Signora dei Sette Dolori. Il 18 agosto 2023 il capo Derek Nepinak ha annunciato che, nonostante le “anomalie” inizialmente rilevate dalla stessa tecnologia Gpr impiegata a Kamloops, nessun resto umano era stato trovato.

L’annuncio di Pine Creek ha portato la stampa internazionale a utilizzare la parola “bufala”.

«Non mi piace usare la parola bufala perché è troppo forte, ma su questo argomento ci sono in circolazione anche troppe falsità senza alcuna prova», ha detto Jacques Rouillard al New York Post.

Rouillard, professore emerito presso il dipartimento di Storia dell’Università di Montréal, è uno dei tanti ricercatori, giuristi e giornalisti che hanno iniziato una scrupolosa opera di contrasto della narrazione dominante.

La ricercatrice Nina Green ha accumulato e caricato migliaia di documenti sul sito web Indian Residential School Records. Il giornalista Terry Glavin un anno dopo l’annuncio di Kamloops ha scritto un pezzo per il National Post che, pur senza trascurare «i brutali abusi sessuali, emotivi e psicologici inflitti agli ospiti degli istituti», diceva chiaramente che «l’anno scorso non è stata ritrovata una sola fossa comune in Canada».

Nel libro di recente pubblicazione Grave Error: How the Media Misled Us (and the Truth about Residential Schools), C.P. Champion e Tom Flanagan hanno messo insieme 18 saggi di quanti si sono fatti avanti, spesso a caro prezzo per la propria reputazione professionale, al fine di fare chiarezza sulle denunce di Kamloops e più in generale sulle questioni delle scuole residenziali, accusate di aver fatto sparire dei bambini o perfino di un autentico genocidio.

Nella loro prefazione, l’autore Champion e l’ex professore della University of Calgary Flanagan sottolineano che, sebbene i contributori non si esprimano con voce unanime, «tutti gli autori di questa raccolta concordano sul punto principale: che ancora non è stata offerta alcuna prova convincente dell’esistenza nelle scuole residenziali di tombe anonime, bambini scomparsi, omicidi o genocidi».

Come suggerisce il titolo, il libro analizza non solo le denunce relative alle fosse comuni di bambini scomparsi dalle scuole, ma anche il coinvolgimento dei media, responsabile di avere provocato in gran parte il panico sociale.

Perché la stampa internazionale, i politici e gli stessi cattolici canadesi si sono innamorati così tanto di una storia che oggi viene accostata al “Satanic panic” degli anni Ottanta e Novanta?

Jonathan Kay, redattore canadese di Quillette, in un saggio pubblicato originariamente sulla rivista online, scrive: «Sono stato uno dei tanti canadesi che all’inizio si sono lasciati travolgere da tutto questo, in gran parte perché pareva che tutti i media parlassero a una sola voce, compresi giornalisti che conoscevo e stimavo da molti anni».

Purtroppo, nonostante l’ampia disponibilità degli studi a cui fanno riferimento gli autori di Grave Error, i giornalisti continuano a costruire le loro cronache con un linguaggio che ricorda l’estate del 2021.

Il 10 gennaio 2024, finalmente la Canadian Broadcasting Corporation (Cbc) ha spostato la sua attenzione sulle decine di chiese canadesi che sono state «incendiate e bruciate» e sulle altre decine che sono state vandalizzate a partire dall’estate del 2021.

Il giorno in cui il servizio è andato in onda, David Mulroney, ex ambasciatore canadese presso la Repubblica Popolare Cinese ed ex presidente della University of St. Michael’s College di Toronto, ha postato l’articolo su X/Twitter osservando come, sebbene la copertura degli incendi delle chiese fosse attesa da tempo, si trattava di un esempio di «giornalismo in stile Cbc».

Rispondendo a chi gli chiedeva perché fosse perplesso per il tenore dell’articolo, Mulroney ha risposto che «l’approccio da parte dal giornalista è sia familiare che insoddisfacente».

«Sebbene abbiamo appreso alcuni dettagli su quella che sembra un’indagine di polizia malfatta, ci viene anche detto che “un ricercatore e alcuni leader della comunità suggeriscono che il passato coloniale del Canada e le recenti scoperte di potenziali siti di sepoltura nelle ex scuole residenziali potrebbero aver acceso la miccia”».

Ma come rivelano Glavin, Champion, Flanagan, Rouillard, Green e altri che contestano la storia delle “fosse comuni”, ciò che il Canada ha sperimentato dal maggio 2021 non è tanto una miccia quanto una commistione di opportunismo politico, giornalismo sensazionalistico e pigro, ostilità anticattolica e diffusione di falsità ormai provate nell’intento di sfruttare le vite di bambini innocenti. Quelli vivi e quelli morti.

FONTE : TEMPI

 

 

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