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GUERRA ALLA ZETA, E ANCHE ALLA STORIA

guerra russia ucraina silvana de mari Jun 29, 2022

di Silvana De Mari

La guerra alla Zeta russa dipinta con la vernice sui blindati o disegnata con nastro di San Giorgio, il nastro a righe nere e arancio che ha scandito la guerra al nazismo, appartiene alla parte più problematica del concetto attuale di giustizia.

La guerra in Ucraina è nata decenni fa, nella prima metà del secolo scorso. È nata negli anni trenta, con la terribile carestia imposta all’Ucraina da due georgiani, Stalin e Beria, e portata a termine con spietata ferocia dai funzionari ucraini del partito comunista ucraino, mentre analoghe carestie flagellavano fino alla morte per inedia tutte le sciagurate terre dell’ Unione Sovietica , disseminando milioni di morti.

In Ucraina il fenomeno, chiamato holodomor, fu più imponente, in quanto era una zona agricola molto grande, e fu più visibile in quanto l’Ucraina è molto vicina al mondo occidentale, ma i contadini sterminati a milioni con la fame ci furono ovunque. L’ holodomor ha causato tra i 4 e i 6 milioni di morti, e nella mente di molti è diventata un crimine russo, non sovietico.

Dato che è istintivo considerare amici propri i nemici dei propri nemici, l’Ucraina ha accolto con  entusiasmo l’invasione nazista.  Fu un errore. Non erano amici loro. Il popolo ucraino è stato ricambiato con fame e schiavitù, ma è stato anche reso corresponsabile della distruzione della sua minoranza ebraica.

Miliziani ucraini sono stati arruolati nell’esercito tedesco, si chiamavano Hiwi, sono stati arruolati nella Sesta Armata, e con la Sesta Armata hanno massacrato 30000 ebrei a Babi Yar, una specie di enorme burrone vicino a Kiev, e insieme alla Sesta Armata sono andati a Stalingrado, da cui nemmeno uno di loro è tornato.

Miliziani ucraini sono stati SS. A loro si uniscono gruppi nazionalisti nati soprattutto in Galizia, la parte occidentale dell’Ucraina, quella di lingua solamente ucraina, senza commistioni col russo che è presente nell’Ucraina centrale, e che prevale nella parte orientale, il Donbass.

La OUN,  Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, nazionalista e razzista, è nata negli anni ’30 durante la carestia. La sua bandiera è rossa e nera, simbolo di sangue e terra,  e oltre che i russi e gli ebrei odia anche i polacchi. Gli uomini dell’OUN ne hanno massacrato a decine di migliaia in Galizia nel ‘43, in maggioranza donne, vecchi e bambini visto che gli uomini erano in guerra, morti o deportati,  spesso bruciandoli vivi dopo stupri e torture.

I polacchi se lo ricordano, e non sono così euforici dell’incondizionato appoggio che il loro governo sta dando all’Ucraina e della smisurata accoglienza a  profughi ucraini. Gli eroi dell’ OUN sono Stepan Bandera, massacratore di ebrei,  e Mycola Lebed, massacratore di polacchi, entrambi messi in salvo degli Stati Uniti dopo la guerra.

Da qui intuiamo che gli Stati Uniti possono arrivare a patti con i nazisti se può essere utile alla causa. La causa è l’accerchiamento e l’isolamento dell’Unione Sovietica, e, in mancanza di Unione Sovietica, defunta nell’89, della Russia. L’Ucraina è la nazione ideale.

Nel 2004 abbiamo la prima primavera colorata, con gente che scende in piazza, la prima Maidan e la prima rivoluzione arancione finanziata dagli Stati Uniti, elezioni annullate e nuove elezioni dove vince Viktor Yushenko, la cui moglie ha lavorato nell’amministrazione statunitense,  che  proclama Bandera eroe nazionale. Alle elezioni del 2010  vince nettamente Yanukovich, non amato in occidente e si scatena un’altra protesta organizzata via social, Victoria Nuland, anche lei proveniente dall’amministrazione statunitense soffia sul fuoco, si arriva a scontri cruenti e al potere arriva Yatsenyuk che celebra gli eroi ucraini della seconda guerra mondiale, sventola bandiere rosse e nere e ufficializza in battaglione Azov, con runa del lupo e sole nero nello stemma, nella guardia nazionale.  Quando nel 2014 la Crimea (che è russa, regalata all’Ucraina dall’ucraino Kruscev), con un referendum legittimo dichiara di voler tornare alla Russia, si scatena la furia.

Il 2 di maggio a Odessa cinquanta civili sono assassinati nella Strage di Odessa, già scomparsa da Wikipedia per diventare l’incendio di Odessa.  Blindati arrivano nel Donbass dove anche si vuole fare un referendum per l’indipendenza e si scatena la furia contro i civili russofoni, con violenze denunciate dalla stessa ONU, bombardamenti su civili che hanno fatto solo tra i bambini 250 morti.

Il popolo del Donbass è massacrato, ma anche il popolo ucraino non ne può più, non ne può più di libri scolastici su cui c’è scritto che ebrei, russi e polacchi sono gentaglia, non ne può più di ragazzini che fanno il saluto nazista e di esercitazioni militari come la Hitlerjugend,  non ne può più di essere un paese fatto di  campi fertilissimi posati sopra un sottosuolo pieno di materie prime, che continua ad essere un popolo di cameriere, badanti e amanti, secondo l’ignobile definizione  della signora Lucia Annunziata, oltre che di madri in affitto, il popolo più povero d’Europa con delle armi spettacolari.

Il popolo ucraino vota Zelensky, dandogli una vittoria schiacciante, perché lui ha un programma elettorale fatto di pace e amicizia con la Russia,  fatto di fratellanza e sviluppo economico, tanta fratellanza e tanto sviluppo economica, di rispetto dei protocolli di Minsk, del 2014 e 2015, firmati da Russia Bielorussia, Francia Germania e Ucraina per mettere sotto protezione le popolazioni del Donbass.

Poi si è rimangiato tutto. Il 20 febbraio del 2022 sulla pagina di televideo è scritta la notizia di bombardamenti di Kiev sul Donbass, quattro giorni dopo c’è l’attacco russo “immotivato”. Oppure motivato? Motivato da attacchi militari e terroristici a una popolazione civile, motivati da un accerchiamento della Nato. L’Ucraina ha cominciato a parlare di ingresso nella Nato nel 2014, nel 2017 l’ingresso nella Nato è stabilito per legge come priorità politica,  ed è chiesto al segretario della Nato, Stoltenberg, di iniziare il processo di ammissione, mentre è modificata la Costituzione così da renderlo possibile.  Nel giugno 2021 la Nato fa esercitazioni militari nel Mar Nero ucraino.

Putin non può tollerare missili nucleari alle sue porte, come non li aveva tollerati Kennedy. La Russia non può tollerare il massacro dei suoi fratelli. E ora arriva l’ultima provocazione: l’enclave di Kaliningrad è stata isolata dalla Lituania. Perché A che scopo? Cosa importa al popolo lituano di provocare la Russia? Chi sono i buoni e chi sono i cattivi? E soprattutto perché? A cosa serve?

Perché tutte le  élite vogliono questa guerra, mentre i popoli non ne vogliono sapere? Qual è il vantaggio? Biden sposta l’attenzione dai guai economici degli Stati Uniti e dai suoi guai, l’industria bellica si ricompatta e ricompatta l’economia, l’emergenza guerra può permettere di annientare gli ultimi brandelli di libertà sopravvissuti alla cosiddetta pandemia e relativo cosiddetto vaccino, si possono  immiserire grazie alle sanzioni i popoli occidentali, l’ Italia in primis ma anche gli altri, così da rendere possibile l’attuazione dell’agenda di Davos, niente più proprietà privata, niente più stato sociale, niente più igiene. Fulvio Pratesi ci informa che per anni ci siamo lavati al di sopra delle nostre possibilità. Senza una guerra, difficile accettare di puzzare e avere le balopostite e le vaginiti da mutande non mutate. Greta non basta, ci vuole la possibilità di denunciare come traditore della patria e dell’Ucraina chi si lava.

Chi ci guadagna? Le élite? Non ci guadagnerebbero di più con un popolo di giulivi consumatori che si lavano, producono, vendono, vanno in vacanza? La fame devasterà l’Africa, i popoli africani si riverseranno in Europa, trasformandola in una landa miserabile. Grazie alla guerra la pretesa di avere un futuro, un lavoro, un bidet possono essere classificate come balzane e irresponsabili,  capricci di bambolotti viziati, come i gesti di dissidenza, lavarsi, mangiare festeggiare il compleanno, mettere al mondo un figlio, prontamente denunciati dai vicini di casa.

Se anche le élite diventano più ricche, più piene di denaro che può essere stampato, sempre che non sia fatto solo di numeretti su uno schermo, cosa gliene importa se dovranno vivere in un mondo senza moda, senza Ferrari, senza ristoranti stellati, senza la possibilità di camminare in una strada piena di palazzi d’epoca e belle vetrine illuminate, senza il mare di Portofino, senza i campi di neve di Cortina?  Qual è lo scopo di tutto questo?

segue

 

 

 

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