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Il bue dice cornuto all'asino

silvana de mari Jan 16, 2023

di Silvana De Mari

Il bue ha le corna, l’asino non le ha. Il proverbio si riferisce a tutti i casi in cui i detentori entusiasti di un difetto, per esempio l’intolleranza, combattono la supposta intolleranza altrui impedendo a quelli che loro accusano di nefandezza il diritto di parola, il diritto di accedere alle università, il diritto di tenere una conferenza, il diritto di non essere minacciati.

Lo scrittore Irlandese Bafta Graham Linehan è diventato un paria sociale e non può più parlare negli atenei in quanto ha affermato che un uomo con un pene che si sente una donna non è una donna. Anche la signora Rowling, autrice di Harry Potter,  non può più entrare negli atenei, per le stesse affermazioni. L’ingresso negli atenei è impedito anche a saggisti come Bat Ye‘or o Robert Spencer rei di aver parlato della presenza dell’islam nell’occidente come di un pericolo, mentre si normalizza in Europa il fatto che si possa essere accoltellati su un treno o per strada e che le chiese brucino.

Nell’ultimo capodanno in Francia sono 700 le auto date alle fiamme. Nell’enorme maggioranza dei casi, per non dire nella totalità, i piromani sono cittadini francesi di origine islamica, ma il ministro degli Interni Darmanin ha dichiarato che i festeggiamenti si sono svolti senza incidenti di rilievo, quindi 700 auto bruciate sono un festeggiamento e un festeggiamento senza nulla di particolare.

Nel mio piccolo ho avuto conferenze annullate  per le minacce di boicottaggio ricevute dagli organizzatori, se devo tenere una conferenza occorre allertare la Digos e devo avere dei poliziotti presenti. Molti insegnanti mi hanno chiesto di parlare dei miei libri nelle loro aule, ma poi hanno disdetto perché le mie idee non “combaciavano” con quelle della scuola, quindi un dodicenne meglio che non legga L’ultimo elfo o potrebbe rischiare di deragliare dal pensiero unico. Mentre ero al Congresso delle Famiglie di Verona una folla di manifestanti protestava e tra di loro è stato distribuito un volantino con la mia faccia.

Come è cominciato tutto questo? Dopo le terrificanti dittature del ventesimo secolo sono nate democrazie zoppicanti e fragili, come sempre sono le democrazie, ma che avevano onestamente garantito la libertà di parola. Le idee erano state perseguitate fino alla morte nei cosiddetti anni di piombo, ma almeno era pensiero comune che perseguitarle fosse una brutta cosa. Il massacro del divergente è ufficialmente cominciato nel 2007, un anno dopo il Discorso di Ratisbona quando fu impedito a Sua Santità Benedetto XVI di parlare all’Università la Sapienza.

In realtà l’ostracismo era cominciato prima, quando nel 1990 l’allora  cardinale Joseph Ratzinger riuscì a tenere nella  cappella dell’Università la Sapienza una conferenza sulla morte del marxismo, in una università indignata per la sua presenza, che però non riuscì a impedire fisicamente il suo convegno, limitandosi al goliardico grido “Ratzinger al rogo”. I docenti non si unirono al linciaggio. Non lo stigmatizzarono nemmeno. Liquidarono il gravissimo e tragico gesto di intolleranza come una ragazzata, una goliardata, appunto. Il linciaggio fu comunque vagamente disapprovato.

Nel 2006 ci fu il discorso di Ratisbona, un discorso magnifico, pieno di sapienza e coraggio. Nelle terre dell’Islam, religione di pace, missionari e suore furono massacrati per l’irritazione dovuta al discorso che osava mettere in dubbio la pace della religione di pace. La vera tragedia fu l’occidente. Oriana Fallaci stava agonizzando, morirà tre giorni dopo. L’unica voce che si alzerà a difendere Benedetto XVI è quella laica ma senza paura di Robert Radaeker, filoso francese che per quell’unico articolo sarà condannato a morte e dovrà vivere come un recluso.

I cosiddetti  intellettuali (la parola ha un’etimologia sempre più impenetrabile) si precipitarono ad azzannare il Papa alla gola. L’anno successivo Benedetto XVI fu invitato a parlare di nuovo all’ Università La Sapienza. Scoppiò una rivolta compatta cui parteciparono compatti studenti e professori, e alla quale si unirono compatti innumerevoli intellettuali, parola, ripeto, dall’etimologia sempre più impenetrabile. Tra i professori che firmarono contro il Papa anche il futuro premio Nobel Giorgio Parisi, evidentemente esperto in fisica, ma non in etica, appassionato di sieri genici sperimentali che non immunizzano ma sono ugualmente definiti  vaccini.

Marco Pannella con uno straordinario esempio di umorismo involontario  ha paragonato gli odiatori dell’intelligenza e della libertà che hanno firmato l’appello contro Benedetto XVI ai dodici valorosi professori che rifiutarono di giurare devozione alla Patria e al regime fascista  nel 1931. Al contrario sono gli 11 professori della Sapienza che si schierarono dalla parte di Benedetto XVI, affrontando l’ostracismo di studenti e colleghi che mi ricordano i 12 che rifiutarono di firmare per il fascismo.

Benedetto XVI per quaranta anni è stato una pietra di scandalo nella Chiesa Cattolica, che con il Concilio Vaticano II è finalmente diventata conciliante, carina, opinabile, porzionabile e soprattutto relativa. Il relativismo sembra il paradigma della tolleranza, in realtà non può che essere una dittatura, perché la verità è una. La libertà è il diritto di fare il proprio dovere, e la verità, che è una, è un dovere.

Cristo è molto divisivo, lo dichiara senza mezzi termini. Siamo figli di Dio solo se crediamo in Cristo, se non crediamo in Lui non lo siamo. Chi non è con me è contro di me è una frase che taglia le gambe a qualsiasi pretesa di dialogo interreligioso. Cristo al terzo giorno o è risorto o non è risorto. O è vero o è falso. Se è vero noi abbiamo ragione e gli altri torto, se è falso è il contrario. Che abbiamo tutti ragione è contrario al principio di realtà, che afferma che qualcosa e il suo contrario non possono essere contemporaneamente veri.

La violazione del principio di realtà è una boiata pazzesca ed è la base del relativismo oltre che del dialogo interreligioso.  Negli ultimi anni il cattolicesimo è stato portato ai saldi di fine stagione, è diventato vegetariano, vegano, gay friendly, con un’unica ossessione: importare un esercito islamico in Europa e spacciare il tutto come un’opera di carità.  In un mondo che considera la libertà di far smembrare il proprio bimbo nel proprio corpo, e di svegliarsi al mattino e decidere se sei maschio o femmina, oppure di presentarsi senza documenti alle coste italiane ed essere mantenuto, salvo poi impedire i presepi in quanto fastidiosi, il coraggio della verità di Benedetto XVI lo ha condannato. 

Cristo ci ha raccomandato di non aver paura di farci odiare. Benedetto XVI non ha avuto paura ed è per questo che noi lo benediciamo ogni istante. La Sapienza è stata fondata nel 1303 da Papa Bonifacio VIII con la Bolla In suprema preminentia dignitatis. La Sapienza è anche il nome di uno dei doni dello Spirito Santo. Forse il momento è venuto di scegliere per l’Università un nuovo nome, qualcosa di più gay friendly e sicuramente non islamofobo, Roma sette e quarantacinque, per esempio, oppure Roma due più due fa cinque. Che faccia sempre solo quattro è divisivo.

In Oregon sono stati organizzati corsi di aggiornamento di insegnanti dove si spiega che in fatto che in aritmetica il risultato debba sempre essere uno, può essere considerato una forma di suprematismo bianco. Affermare che i sessi sono due e servono per completarsi e avere bimbi può portare alla galera. Il relativismo è una dittatura maledetta che non lascia scampo. Nel frattempo  Michel Houellebeck va a processo per le sue idee sull’islam. Nell’Europa che permette a una tizia seminuda di esprimere le sue idee orinando su un altare esiste già ufficialmente il reato di islamofobia.

L’Europa che non ha protetto Benedetto si è giocata la sua libertà e per ricuperarla, nessuno si illuda, ci vorranno lacrime e sangue. Un popolo ateo non sarà in grado di combattere. I relativisti si precipiteranno a convertirsi, in fondo il burka ha una sua indubbia eleganza. Ma resterà un piccolo resto che convertirà tutti e l’Europa rinascerà.

 

 

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