Telegram
WhatsApp
TRUTH

Il discorso del Card. Joseph Zen alle Congregazioni Generali dei Cardinali

annarosa rossetto il blog di sabino paciolla May 07, 2025

di Annarosa Rossetto

Il Cardinale Joseph Zen nonostante l’età avanzata (93 anni), una recente malattia e precedenti problemi legali (arresto e rilascio su cauzione per accuse da parte del governo cinese), ha ritenuto suo dovere partecipare alle congregazioni generali pur non essendo un elettore. 

Il Cardinale, nel suo discorso ai confratelli Cardinali riuniti a Roma negli incontri pre-Conclave, ha condiviso felici memorie di Papa Francesco del quale ha ammirato il  grande zelo pastorale fin da un incontro in una commissione post-sinodale, prima della sua elezione al Soglio pontificio, e lo considerava tra i suoi preferiti per il conclave. 

Dopo essere diventato Papa, si è dimostrato un Padre amoroso, accessibile alla gente. Ha ricordato episodi personali, come la sfida sulle tre devozioni raccomandate da San Giovanni Bosco (con enfasi sulla devozione al Papa), una concelebrazione a Casa Santa Marta, e un commento scherzoso che lo paragonava a Davide per il suo impegno durante le proteste a Hong Kong. Ha anche ricevuto una calda udienza personale in occasione del funerale di Papa Benedetto. Due ricordi più significativi per lui sono stati l’enfasi iniziale di Papa Francesco sul ruolo del Papa come “Custode della Famiglia della Chiesa” e le due regole per il “dialogo” (fedeltà alla propria identità e ascolto con il cuore).

La sua partecipazione alle congregazioni generali è motivata dal fatto che la Chiesa si trova in un momento cruciale di confusione e divisione. Egli ritiene che incomba un dovere gravoso sui Cardinali elettori nel prossimo conclave di scegliere un Papa che sappia riportare armonia e pace.

Il Cardinale ha riflettuto sulla parola “riforma“, definendola magica ma anche pericolosa. Ha ricordato che una “riforma” storica ha staccato una parte significativa della Chiesa. Sebbene la riforma sia sempre necessaria a causa della nostra peccaminosità, una riforma che intacca gli elementi essenziali della Chiesa fondata da Gesù (una, santa, cattolica, apostolica) non è considerata vera riforma. Ha citato il Concilio Tridentino come esempio positivo di una “contro-riforma” che ha riaffermato la natura gerarchica e sacramentale della Chiesa.

Ha descritto le sfide attuali come un attacco senza precedenti dovuto al dilagare di filosofie atee e alla dissoluzione dei costumi (la rivoluzione sessuale). Il Concilio Vaticano Secondo è giunto in tempo per fortificare la Chiesa, ma ha lamentato una mancanza di assorbimento del vero Concilio secondo l’ermeneutica di continuità. Un cosiddetto “Spirito del Concilio” si è impadronito gran parte della narrativa, e il “fumo di satana” o la “barca di Pietro che fa acqua” descrivono purtroppo bene la situazione della Chiesa.

Riguardo alla crisi degli abusi sessuali, il Cardinale critica il fatto che la colpa venga data al “clericalismo” invece che alla rivoluzione sessuale infiltratasi nella Chiesa e nei seminari. Questo, a suo dire, raddoppia l’umiliazione per la parte buona del clero e viene usato per giustificare un totale rifacimento della costituzione della Chiesa. Ha menzionato casi “incomprensibilmente tollerati” come quelli del Cardinale McCarrick e del sacerdote Rupnik.

In conclusione di questa prima parte, prima di affrontare i dettagli specifici del Sinodo sulla Sinodalità, il Cardinale Zen esprime una grave accusa: si assiste a un malconsigliato tentativo di adeguarsi allo spirito del mondo invece di combatterlo energicamente. Questa realtà, secondo lui, sembra evidente esaminando la sorte dei Sinodi dei Vescovi recenti. Ha ribadito che i Sinodi sono strumenti storici del magistero per garantire la continuità della Sacra Tradizione. Ha menzionato che la Costituzione Apostolica “Episcopalis Communio” di Papa Francesco ha abrogato e cambiato considerevolmente la natura del sinodo rispetto al documento di Papa Paolo VI.

il Cardinale Joseph Zen, nel suo intervento, sottolinea che i Sinodi sono storicamente stati strumenti del magistero attraverso i quali lo Spirito Santo garantisce la continuità della Sacra Tradizione. Tuttavia, il Sinodo più recente è descritto come andato oltre la stessa Costituzione Apostolica “Episcopalis Communio”, che già aveva notevolmente cambiato la natura del sinodo rispetto al documento di Papa Paolo VI. Secondo il card. Zen le recenti modifiche alla struttura sinodale, in particolare quelle relative al Sinodo sulla Sinodalità, sono presentate come aventi un impatto significativo e potenzialmente dannoso sull’unità e sull’autenticità della Chiesa.

Il cardinale ha focalizzato così i pericoli principali della “sinodalità” che possono mettere a rischio l’autenticità e l’unità della Chiesa:

  • Cambiamenti nella composizione dei membri: La presenza di non vescovi con diritto di voto, che costituiscono più di un terzo dei membri, porta il Cardinale Zen a osservare che “non è più il Sinodo dei Vescovi”. Inoltre, il numero di membri invitati personalmente dal Papa supera la metà dei membri eletti ed ex officio, un aumento significativo rispetto al limite del 15% previsto in precedenza. Viene sollevata una domanda sulla disponibilità di vescovi sufficienti a presiedere un Sinodo di Vescovi, dato che i Presidenti delegati includono anche sacerdoti e una suora. 
  • Cambiamenti negli scopi del Sinodo: Mentre il Diritto Canonico (canone 342) indica che lo scopo è salvaguardare e consolidare la fede, la morale e la disciplina ecclesiale, la Costituzione Apostolica “Episcopalis Communio” e i sinodi successivi si concentrano sull’evangelizzazione del mondo odierno, sollevando la domanda su come si possa essere missionari “senza rimanere autentica Chiesa?”. Nel suo discorso elenca quelli che definisce “obiettivi nascosti” di recenti sinodi, tra cui la comunione ai divorziati risposati, l’ordinazione di “viri probati”, la fine del celibato obbligatorio, e questioni legate alla morale sessuale (LGBTQ+), alla struttura di potere nella Chiesa, al diaconato alle donne e all’autonomia dottrinale delle Conferenze episcopali. Questi obiettivi implicano cambiamenti che possono minare gli elementi essenziali della Chiesa. 
  • Cambiamenti nelle procedure: A differenza della discussione tradizionale dei problemi in assemblea basata sulla Scrittura e la Tradizione, il Sinodo sulla Sinodalità ha privilegiato piccoli gruppi con sessioni di “preghiera e condivisione” e poca discussione in assemblea. Questo metodo, descritto come “conversazione nello spirito” inventato da Gesuiti canadesi, viene criticato come volto a calmare gli spiriti piuttosto che aiutare il discernimento. Il Cardinale si chiede polemicamente se lo Spirito Santo “verrà a dirvi che ha sbagliato per venti secoli ed ora vi dirà la verità?”. 

Secondo il Cardinale Zen, questi cambiamenti rappresentano un tentativo, considerato “malconsigliato”, di adeguarsi allo spirito del mondo invece di combatterlo energicamente. Questo viene visto come una minaccia all’autenticità della Chiesa, poiché una “riforma” che intacca gli elementi essenziali della Chiesa fondata da Gesù non è considerata una vera riforma. Si menziona anche il rischio che lo “spirito del Concilio” (contrapposto all’ermeneutica di continuità) abbia preso il sopravvento sulla narrativa.

L’impatto sull’unità è evidenziato nel processo di conclusione del Sinodo sulla Sinodalità. Nonostante esista un documento finale, esso non contiene soluzioni e non è chiaro chi lo abbia redatto o come siano state elaborate le modifiche. La direttiva è di studiare il documento complesso e metterlo in pratica in forma sperimentale secondo la comprensione di ogni comunità, con i risultati che saranno valutati in seguito. Questo procedimento è visto come un rischio di avvicinarsi alla prassi anglicana. Il cardinale di Hong Kong si interroga su come sarà possibile tornare indietro dopo anni di sperimentazione e come si salvaguarderà l’unità della Chiesa cattolica.

In sintesi, la prolusione del Card. Zen, sostiene che le recenti modifiche sinodali sono un allontanamento dalla natura e dallo scopo tradizionale dei sinodi, introducendo cambiamenti nella composizione e nelle procedure che sono visti come un tentativo di adeguamento al mondo. Questo approccio, specialmente attraverso l’implementazione sperimentale dei risultati del sinodo, è considerato una minaccia all’autenticità della dottrina e della struttura della Chiesa e mette seriamente a rischio la sua unità. 

La conclusione dell’anziano presule è netta: la decisione di continuare o interrompere questo processo sinodale è una questione di “vita o morte della Chiesa fondata da Gesù”.

(riassunto del testo del Card. Zen fatto da Annarosa Rossetto per questo blog)

FONTE : Il Blog di Sabino Paciolla

 

ENTRA ANCHE TU NELLA BRIGATA PER LA DIFESA DELL'OVVIO!

Partecipa attivamente nella Battaglia per la difesa della libertà e dell'ovvio!

DIVENTA MEMBRO

Iscriviti alla Newsletter!

Rimani aggiornato su tutte le nostre iniziative e novità!

Nessuna spam garantita. Disiscriviti quando vuoi!