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L' 8 marzo ha ancora un senso?

8 marzo festa della donna silvana de mari Mar 11, 2023

di Silvana De Mari

Qualche decennio fa l’8 marzo mi piaceva. Persino la tristezza dei mozziconi di mimosa incellofanati mi sembrava graziosa, oltretutto permetteva questo gesto carino di scambiarsi fiorellini gialli, amo moltissimo i fiori, meglio una mimosa nel cellophane che niente.

Ho anche partecipato a diverse manifestazioni per l’8 marzo, dove io cercavo di parlare di infibulazione, lapidazione e obbligo del velo, e dove ho sentito frasi agghiaccianti e dementi tipo “in fondo, riconosciamolo, noi donne siamo più intelligenti”. Queste idiozie vengono dette su serio. Con estrema fierezza l’oca di turno spiega che il nostro cervello è multitasking, mentre i maschi, poveretti, fanno solo una cosa alla volta. Sono due cervelli diversi con potenzialità diverse e complementari. Da prima della nascita infatti i cervelli dei due sessi sono diversi e restano diversi per tutta la vita, anche nelle persone castrate e bombardate con ormoni dell’altro sesso.

Quando un maschio afferma di sentirsi una donna (e viceversa), crede di sentirsi una donna, ma in realtà il suo cervello non è nemmeno in grado di capire cosa vuol dire sentirsi donna. I nostri cervelli sono multitasking, noi facciamo più cose contemporaneamente, perché il nostro compito di sopravvivenza della specie è la cura del neonato. Una parte del nostro cervello resta sempre libera per poter sentire il pianto del neonato e accudirlo. Questo, dato che ogni medaglia ha il suo rovescio, ci fa perdere di concentrazione. I maschi nel paleolitico avevano il compito di sopravvivenza di essere cacciatori e guerrieri. Chi caccia deve stare fermo e concentrato, se si distrae non cattura la preda. Chi sta di guardia non può distrarsi un attimo o il nemico entrerà dentro le porte. I maschi fanno una cosa alla volta, e la fanno con una capacità di concentrazione superiore alla nostra, per cui ci sono campi in cui riescono meglio, sentinella, caccia, filosofia, musica e arte.

I due cervelli sono diversi perché sono complementari, siamo maschi e femmine non perché qualcuno si senta non incluso, ma perché madre natura non spreca energie nelle ripetizioni. Dati questi due cervelli così diversi è meglio che entrambi siano presenti in tutte le aziende, una azienda solo maschile rischia di perdere di flessibilità, una solo femminile rischia di perdere di concentrazione. A maggior ragione i due cervelli devono essere entrambi presenti nella cellula madre di ogni società, la famiglia, la genitorialità. Per questo madre natura, che non è scema, ha reso necessario un ovulo e un plotone di spermatozoi da cui si stacca il migliore per creare una nuova vita. Entrambi i cervelli devono essere presenti perché una vita sia concepita ed entrambi devono essere presenti perché una piccola vita sia custodita e protetta mentre cresce.

L’8 marzo dovrebbe ricordare un incendio che ha ucciso in gruppo di operaie. In realtà la leggenda nera di un gruppo di operaie morte in un rogo di una fabbrica è falsa, e se anche fosse autentica, perché un disastro lavorativo dovrebbe essere ricordato in una specie di festa che spacca l’umanità in due e copre il mondo di mozziconi di mimosa incellofanati? Ricordiamo tutti i disastri minerari con centinaia di uomini minatori morti in un unico incidente e ci facciamo una festa? Ricordiamo le migliaia di pescatori morti in mare mentre cercavano di mantenere le loro famiglie o gli uomini morti in guerra? Se è la festa delle donne, vuol dire che le donne sono esseri inferiori cui tocca solo un giorno su 365? Se è la festa delle donne, vuol dire che gli uomini sono essere inferiori e a loro non tocca nessuna festa?

Se è la festa dei diritti civili conquistati non dovremmo usarla per assediare le ambasciate delle nazioni che rendono obbligatorio il velo e che uccidono per lapidazione le adultere? Non dovremmo usarla per discutere i versi del Corano che ammettono lo stupro della donna del nemico, non dovremmo discutere i matrimoni di Maometto, in particolare quello con una bambina di nove anni, che rendono il matrimonio con bambine non criticabile, pena l’accusa di blasfemia? L’ 8 marzo al contrario è diventato una ricorrenza terribile, che tratta le donne (occidentali) come un gruppo etnico, rinchiuse in un ringhioso vittimismo, isolate dai loro uomini. E, isolate dai loro uomini, le espone a nuove violenze, che non erano mai esistite, la maternità venduta, le aggressioni di immigrati islamici di prima o seconda generazione che mettono su internet i video degli stupri ritenendoli un diritto, anzi un dovere religioso. “Aggredite le donne bianche” è stato l’ordine dato sul web che ha scatenato la notte di stupri a Colonia nel capodanno del 2016.

Nel mondo tradizionale occidentale le donne subivano molte ingiustizie, ma comunque meno degli uomini che subivano l’ingiustizia della guerra, della miniera e della fonderia.  Noi non siamo un gruppo etnico, siamo la parte femminile della specie umana, una parte femminile che ha senso solo se esiste la parte maschile, parte maschile che ha senso solo se esiste la parte femminile. Questa società ci ha procurato il massimo dei nostri diritti: far uccidere a spese dei contribuenti nel nostro ventre il nostro bambino: possono smembrarlo con l’aspiratore oppure estrarlo tutto intero dopo averlo afferrato con una pinza di acciaio, perché muoia dopo qualche istante di agonia nel bidone delle garze sporche. Un diritto meraviglioso che si accompagna alla totale assenza di aiuti seri in caso di gravidanza, che invece è a carico nostro.

Il diritto della donna di suicidarsi col denaro pubblico, un suicidio in differita, uccidendo il suo bambino, è sacro e inviolabile perché questa società odia il bambino. Due maschi ricchi possono sfruttare e distruggere la salute di donne povere per comprare i loro ovuli (stramaledetta, pericolosa e potenzialmente mortale sindrome da iper stimolazione ovarica), per sfruttare la gravidanza e il dolore del parto di altre donne povere, perché chiunque affermi la verità, che il bambino ha bisogno della madre, è accusato di sessismo. Abbiamo perso lo sport. Individui di sesso maschile, con ossatura maschile, con muscolatura maschile, con un cuore da uomo, molto più grosso e potente del nostro, possono competere con atlete femmine se solo dichiarano di sentirsi fanciulle e di fare un paio di iniezioni di ormoni, polverizzando le nostre gare e nostri record, e spaccare le ossa delle pugili donne sui ring, dopo essere entrati nei nostri spogliatoi a guardare i nostri corpi.

Quest’anno facciamo un 8 marzo diverso. Facciamo una festa di uomini che amano le donne e di donne che amano gli uomini. Facciamo una festa di uomini che amano le donne perché grazie a questo amore diventano padri e quindi la loro virilità diventa sacra e completa, e di donne che amano gli uomini perché grazie a questo amore diventano madri e questo rende la loro femminilità. sacra e completa.

Che nove mesi dopo l’8 marzo si abbia un picco di nascite! Perché gli uomini sono nati per amare le donne e le donne sono nate per amare gli uomini, dato che da questo e solo da questo nascono i bambini, cioè il futuro. Noi siamo donne, domine, regine. Il nostro straordinario corpo può perdere sangue secondo il ciclo della luna senza essere ferito e senza morirne. Il nostro essere donne è un peso terribile, è uno straordinario privilegio. E grazie a questo straordinario privilegio che ci è permessa la maternità, un peso certo ma anche il più grande privilegio, custodire una piccola vita dentro di noi, mentre si forma e cresce, custodirla e nutrirla dopo che è nata con di fianco a noi la forza dell’uomo che l’ha generata.

Noi siamo donne, domine, regine. Gli uomini sono nati per combattere e morire per noi. Noi siamo nate per amarli e proteggerli. L’oca di turno ci spiegherà che se un uomo ti dice per strada che sei bella è violenza. La vera violenza contro le donne è iniettare loro farmaci sperimentali in gravidanza, è una tassazione talmente atroce che impedisce di diventare madri, è la disoccupazione dei loro uomini. La vera violenza contro le donne sono i miserabili quattro mesi di congedo per maternità, il dover tornare al lavoro quando il piccolo ha quattro mesi e ha un disperato bisogno di mamma.


La vera violenza contro le donne è la pornografia, la vera violenza contro le donne è la mostruosa nauseante filiazione che sfrutta l’utero delle donne, i loro ovuli, il loro dolore, a volte la loro morte. Tutto il resto, veramente, sono boiate e fake news.

 

 

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