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La bellezza salverà il mondo- Silvana De Mari.

Sep 15, 2021

Tenere sempre l’attenzione su qualcosa che funziona, su qualcosa che amiamo, sulla bellezza. Tutti i campioni mondiali del pensiero positivo erano tutti nella top-ten  del disastro della sgomitavano per il primo posto.

Viktor Frankl si è fatto ben tre campi di sterminio, aggrappato alla sua teoria che bisogna tenere lo sguardo fisso alla bellezza come una cozza allo scoglio.

Erikson dislessico, daltonico, inchiodato ad una sedia a rotelle dalla poliomielite è quello che scopre il potere taumaturgico delle parole e dell’immaginazione in grado di sconfiggere addirittura il dolore fisico, costruendo la realtà all’interno della nostra mente.
Come diceva un altro dei campioni mondiali, l’autore della poesia Invictus: “per quanto enorme sia la notte che mi circonda da tutte le parti io sono e resto l’unico Capitano della mia anima”.

All’età di diciassette anni gli fu amputata una gamba per un morbo di Pott (tubercolosi ossea): le gambe uno ci è affezionato e quando non le ha più gli mancano. Oltretutto il morbo di Pott fa un male porco. In tutti i casi questo uomo è riuscito a vivere fino a cinquantadue anni, non è poco, siamo nell’800 e lui soffriva di tubercolosi fin dall’età di diciassette anni. Ma soprattutto ha avuto una moglie che ha amato e da cui è stato amato, e dei figli, che, forti e sani, se ne sono andati per il mondo.

Dave Pelzer è l’autore del libro “The boy called it” Il ragazzo chiamato cosa, non so se sia stato tradotto in italiano. La mamma era un po’ irritabile, per vari motivi, per esempio perché era sola, secondo lei era colpa di Dave, che non avrebbe dovuto nascere: lui era nato e il rispettivo padre e compagno se ne era andato, insalutato ospite. Tutte le volte che era arrabbiata la mamma di Dave metteva Dave con gli avambracci dentro al forno, acceso, fino a quando si formavano delle bolle (ustioni di secondo grado) che poi curava versandoci sopra della varechina. Il campo di concentramento in cui Dave è rinchiuso finalmente si schiude con i suoi sei anni, le martoriate braccia di Dave raggiungono la scuola dove inorridite insegnanti e assistenti sociali si rendono conto della catastrofe e intervengono, Dave viene finalmente tolto alla sua problematica e disfunzionale madre. E Dave passa gli anni successivi a parlare con psicologi e assistenti sociali che cercano di curargli il trauma e lui sopporta con una noia assoluta. Dave il trauma non ce l’ha.

Come Mozart è l’enfant prodige della musica, Dave Pelzer e l’enfant prodige della resilienza, a quattro anni lui scopre come si fa a resistere: tieni l’attenzione concentrata su quello che funziona, lui è vivo, mamma non lo ha mai ammazzato, poteva andare peggio, nella sua maniera folle e disfunzionale, mamma lo ha accudito, quindi un po’ lo ha amato, una volta gli ha fatto i biscotti: lui tiene l’attenzione concentrata su quel ricordo. Lui non ha potuto scegliere se avere una madre migliore ma in tutto il resto della sua vita lui può scegliere su quale ricordo concentrare l’attenzione.

Già da bambino pur senza conoscere i termini corretti Dave capisce che mamma è malata e disfunzionale, c’è qualcosa che non funziona all’interno della testa di mamma ma lui è stato bravo, è riuscito a sopravvivere, è riuscito a fermare mamma prima che lo ammazzasse, lui è vivo e mamma non è diventata un’assassina. Dave è un vincitore può passare il resto della vita a godersi la vita e la vittoria, questo il passaggio fondamentale che è avvenuto nella testa di Dave e che deve avvenire nella nostra, in quelli di noi che hanno avuto genitori disfunzionali. Molti di noi hanno avuto genitori disfunzionali (ma chi accidenti c’è su questo pianeta a parte i marziani e gli abitanti del mulino bianco che ha avuto genitori perfetti 24 ore al giorno 365 giorni l’anno 366 quelli bisestili) nonni disfunzionali, insegnanti disfunzionali, vicini di casa criminali e compagni di classe hooligan. So what? E allora? Non abbiamo avuto la scelta se averli o no ma adesso abbiamo la scelta se continuare a starci male o no ed è una scelta assolutamente nostra.
Cerchiamo un'immagine di qualcosa che ispiri serenità, fissiamola, impariamo a usare la nostra mente per spostarci, per assaporare sensazioni per quando saremo di nuovo liberi.

Silvana De Mari.

 

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