
La poesia del lunedì #11
Jan 15, 2024Ride il mare, e risale.
Divampa il biancore,
alto ammanta tutta la costiera.
Gonfia all’incontro il rombo
dell’allibito litorale,
s’abbarbica alle rocce,
penetra le calette e nel risucchio
veloce si ritrae sui sassi lisci:
fresca friggicchia l’eco, e svanisce.
La pulizia del mare!
La levità delle sinuose creste!
Divampa il biancore,
alto ammanta tutta la costiera.
Gonfia all’incontro il rombo
dell’allibito litorale,
s’abbarbica alle rocce,
penetra le calette e nel risucchio
veloce si ritrae sui sassi lisci:
fresca friggicchia l’eco, e svanisce.
La pulizia del mare!
La levità delle sinuose creste!
Anch’io voglio correre incontro
alla vita vera,
e vivo per l’istante della morte,
perché desidero vedere Dio,
il resto è strumento, ostacolo o idiozia.
Ma nel frattempo l’esistenza
mi si sporca e mi rovina
in basso,
non trova salvezza in un approdo.
Eppure, a intervalli,
anche questa mia vita macchiata,
sulle ali della grazia,
brilla di rinata leggerezza.
alla vita vera,
e vivo per l’istante della morte,
perché desidero vedere Dio,
il resto è strumento, ostacolo o idiozia.
Ma nel frattempo l’esistenza
mi si sporca e mi rovina
in basso,
non trova salvezza in un approdo.
Eppure, a intervalli,
anche questa mia vita macchiata,
sulle ali della grazia,
brilla di rinata leggerezza.
Stasera voglio correre un’ora,
correre fermo e in volo
tra mare e cielo,
correre in braccio all’azzurro,
finché non diventi oro, e poi blu, e mai nero.
correre fermo e in volo
tra mare e cielo,
correre in braccio all’azzurro,
finché non diventi oro, e poi blu, e mai nero.
Tratto da E. Gavi, Il mare e la sua canzone, Robin Edizioni