
La poesia del lunedì #13
Jan 29, 2024Son mille i colori del mare infinito,
l’uno e molteplice,
ardore ed ebbrezza dipinti di fresco.
Disciolti arcobaleni,
tinte che sfumano l’una nell’altra
come si confondono i sogni,
abbracci che s’aprono
allo sguardo sereno del cielo,
o rubano giù qualche cosa al fondale.
L’azzurro si screzia,
diventa celeste,
rischiara ancora.
L’argento s’inarca
tagliente, e sprizza scintille
di rame e d’oro.
Persino il grigio e il marrone
ritrovano un loro decoro.
Su mobili campi di verde bottiglia
i affacciano i blu dell’abisso,
il nero di seppia,
silenzio dei colori
che non seppe la luce.
Dicono poi che in Grecia,
patria della nostra poesia,
il mare sia
lucido e rosso
come un grosso rubino.
Un mare favoloso, da poeti,
versato tra terre scabre
da un Dio pittore
in una coppa di vino.
l’uno e molteplice,
ardore ed ebbrezza dipinti di fresco.
Disciolti arcobaleni,
tinte che sfumano l’una nell’altra
come si confondono i sogni,
abbracci che s’aprono
allo sguardo sereno del cielo,
o rubano giù qualche cosa al fondale.
L’azzurro si screzia,
diventa celeste,
rischiara ancora.
L’argento s’inarca
tagliente, e sprizza scintille
di rame e d’oro.
Persino il grigio e il marrone
ritrovano un loro decoro.
Su mobili campi di verde bottiglia
i affacciano i blu dell’abisso,
il nero di seppia,
silenzio dei colori
che non seppe la luce.
Dicono poi che in Grecia,
patria della nostra poesia,
il mare sia
lucido e rosso
come un grosso rubino.
Un mare favoloso, da poeti,
versato tra terre scabre
da un Dio pittore
in una coppa di vino.
Tratto da E. Gavi, Il mare e la sua canzone, Robin Edizioni