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LA VIA MATRIS

quaresima Mar 17, 2023

Il Venerdì di Quaresima è il giorno della Via Crucis, oggi vi proponiamo questa bella riflessione.

LA VIA MATRIS

Per ringraziare il Signore, una timida riflessione sulle donne di fronte alla tragedia del Golgota. Anche qui la Madre di Dio è straordinaria: la Nascita e la Morte hanno la stessa forza. La Via Crucis diventa così la Via Matris, dove le donne, con i loro diversi comportamenti silenziosi, incarnano pienamente i ruoli che il Signore ha loro affidato. La via della Croce si identifica con la Via della Madre. 

Questa è solo una preghiera povera,  ma gonfia di Amore.

 

Prima Stazione

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

L’uomo di potere, Pilato, rispetta di più la folla urlante che la verità. Ha paura, Pilato, di perdere la tranquillità. Forse l’ha già perduta. Cosa mi importa – avrà pensato – se l’Uomo è colpevole o innocente…eppure… non aveva fatto del male, anzi…

La gente, sempre più in preda all’eccitazione, non è in grado di giudicare con razionalità: ha solo bisogno della vittima sacrificale ed è accontentata.

Signore, assisti i giudici quando sono chiamati a esprimere una sentenza! Aiutali a non essere frettolosi, né preda di pulsioni emotive, né schiavi di ideologie. Frena le brutte abitudini di tanti uomini a lasciarsi andare a calunnie e condanne. Fa’ Signore, che impariamo tutti a difendere la Verità. Amen.

 

Seconda Stazione

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Il peso di tutti i peccati del mondo è addosso a te, Signore. Quel legno si fa sempre più pesante. In quel legno, ogni giorno, da sempre, qualcuno ti vuole inchiodare. È il peso insopportabile della violenza, dell’ingiustizia, dell’abbandono. Te lo sei caricato, quel peso, mentre l’umanità, che non ha ancora capito niente, ti sta a guardare con sgomento.

Signore, insegnaci a portare la nostra croce, quella della miseria, della malattia, dell’ignoranza, del disprezzo. Solleva le tante creature dalla rassegnazione della sconfitta. Da’ loro la forza di reagire per testimoniare il Bene. Amen.

 

Terza Stazione

GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Uomo, Gesù Uomo, il Dolore ti schiaccia. Il tuo gesto divino rivela anche tutta la debolezza della tua natura, della nostra natura. Con il dolore assapori l’umiliazione, il fuoco delle frustate, il gelo dell’abbandono e del tradimento. Il Male sembra prendere corpo. Il Male che lascia senza fiato.

Anche noi, Signore, continuiamo a cadere: ma qualcuno, o Qualcuno, o qualcosa ci solleva, se, con la fede, abbiamo la forza di aggrapparci alla salvezza.

Agli scettici, agli arrabbiati, ai disperati, fa’ vedere, Signore, la luce della speranza. Amen.

 

Quarta Stazione

GESÙ INCONTRA LA MADRE

La Madre di Dio non si abbandona al dolore: abbraccia il Figlio flagellato, è benedetta dal Suo sangue. Cade con Lui, è in comunione con Lui. Forse non si dicono parole. I lamenti sono soffocati dall’Amore e dal rispetto di Una per l’Altro. Quella di Maria è una Maternità divina, infinita, eterna. Si guardano, la Madre e il Figlio, come al momento del parto, nella fatica pulsante del distacco. 

Signore, aiuta le donne che rifiutano la maternità, quelle che non sanno dire SI alla vita. Abbi pietà di loro, Signore.

Perdona chi si abbandona a pratiche contro natura per interesse ed egoismo. Accogli nel tuo regno i bambini non nati, uccisi per motivi che solo Tu conosci. Abbi pietà delle non-madri, distrutte dal rimorso, che non godranno mai della contemplazione del loro piccolo Dio. Amen.

 

Quinta Stazione

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

La crudeltà, se non è malattia, non è mai totale. Così una strana pietà sfiora anche i carnefici, che chiedono, a uno che passa di lì, di aiutare il Cristo sfinito a reggere la croce. Un bel pensiero, ma sempre dominato dalla rudezza. Non possono aiutarlo i soldati? Quel gesto scombussola l’uomo di Cirene. È il disegno di Dio che va avanti.

Insegnaci, Signore, ad avere giuste attenzioni per il nostro prossimo, ad aiutarlo senza cercare tornaconto. Difronte alla sofferenza, dà a noi la forza di non scappare per viltà, per paura di essere contagiati, scherniti, giudicati, emarginati, perseguitati. Aiutaci a portare la nostra croce, ma insegnaci anche ad aiutare gli altri a portare la propria. Amen.

 

Sesta Stazione

IL VOLTO DI GESÙ È ASCIUGATO DALLA VERONICA

Il volto di Gesù è coperto di sputi e di sangue. Il corpo si trascina verso il Calvario: i passi sempre più faticosi conoscono la via. L’animalità scatenata non si intende di compassione. Ma l’umanità sì: è quella della Veronica, con i suoi gesti uguali a quelli della mamma che asciuga le lacrime del suo bambino. La Via della Croce è impregnata di Maternità.

Signore, donaci lo Spirito della Misericordia, lo Spirito che butta in ginocchio le donne difronte alla sofferenza. Asciuga le lacrime di chi è stanco, sfinito, disperato, coperto di sputi, frustato dal gelo dell’abbandono. Amen.

 

Settima Stazione

GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA

Signore, nella sofferenza non sei ricorso alla tua natura divina, per poter raccontare e insegnare la Vita in tutta la sua durezza: quante volte l’uomo cade, si rialza, cade ancora. E anche se, talvolta, qualcuno lo aiuta a rimettersi in piedi, alla fine non ce la fa più e muore.

Aiutaci, Signore, a rialzarci. Se cadiamo, non liberarci dalla croce: aiutaci a portarla ancora e ancora, per essere come Te, per imparare l’Amore coraggioso.  Non lasciarci nella polvere della disperazione. Amen.

 

Ottava Stazione

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Lacerato dal dolore, Signore, incontri donne che non vengono ad abbracciare, consolare, confortare, ma vengono a piangere. Ancora Maternità, ma nel suo aspetto debole, quella che non aiuta. Forse non capiscono, le donne pietose, che Tu, per sconfiggere il male, devi arrivare alla Morte.

Insegnaci, Signore, ad aiutare chi soffre senza abbandonarci al pietismo, che, da solo, è sterile. Quante volte, Signore, difronte alle tragedie che si consumano ogni giorno e che percepiamo ormai quasi come spettacolo, non riusciamo a meditare oltre l’attimo di sgomento. Gesù, aiutaci a capire il peccato. Amen.

 

Nona Stazione

GESÙ CADE LA TERZA VOLTA

Per quanto ancora resisti, Signore? Non c’è più un pezzo del tuo corpo che non sia dilaniato dalle ferite e colorato di sangue. Eppure devi portare la croce lassù, coerente con la volontà del Padre e obbediente all’Amore che ci doni, ma che non capiamo mai abbastanza e che, spesso, ignoriamo.

Guarda con pietà, Signore, la cattiveria di chi gode delle sconfitte altrui. Aiuta a redimersi quanti continuano a farti cadere con la bestemmia, le pratiche contro natura, la violenza, l’arroganza, la presunzione. Perdona l’insolenza e la stupidità di chi si crede immortale.  Abbi pietà, Gesù. Amen.

 

Decima Stazione

GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI

La Storia sta per compiersi. Chissà quanta confusione nelle menti dei soldati abituati alla durezza, ma, forse, non tutti avvezzi alla ferocia. La loro gestualità comandata è dovere di soldato, tuttavia spogliare un uomo deve avere turbato qualcuno. Tra la derisione, il disprezzo, il gioco, il tuo corpo nudo fa intuire il Divino. Il male non è mai assoluto.

Quante volte, Signore, gli uomini ti strappano le vesti! Lo fanno quelli che, approfittando del loro ruolo, spogliano il prossimo della sua dignità. Lo fanno quelli che scartano i vecchi perché danno fastidio e non servono più; lo fanno quelli che deridono in pubblico le persone indifese. Lo fa la cultura dello scarto. Insegnaci la Vita, Signore. Amen

 

Undicesima Stazione

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

Senti i chiodi conficcarsi nella carne, Gesù. Il corpo è sconfitto, ma non la tua divinità. In mezzo a due malfattori, tra le sguaiate, stupide espressioni di scherno e qualche gesto forse pietoso, affronti gli ultimi atti di una sofferenza brutale, che ti fa urlare al Padre. Sei Uomo.

Abbi pietà, Signore, di chi annaspa in deliri di onnipotenza, nella presunzione, nell’arroganza. Raccontaci le nostre miserie e insegnaci a contemplare e compatire quelle del nostro prossimo. Aiutaci a vederti negli altri e a convertirci all’Amore e alla Misericordia. Amen.

 

Dodicesima Stazione

GESÙ MUORE SULLA CROCE

Assaggi l’aceto promesso. Muori urlando, come un animale ferito. La terra trema. Il sole si oscura. Tra i soldati serpeggia sgomento: “Davvero era il Figlio di Dio”. È finita la Storia. Comincia la Storia. La racconta il tuo corpo, che è il corpo di un Uomo, la racconta il Mistero, la racconta l’avverarsi delle profezie.

Signore, non sono degno che Tu sia morto per me. Eppure so che è così.

Hai perdonato chi ti ha tradito, e perdoni i nostri eterni errori. Perdona, ti prego, chi ancora ti perseguita, ti frusta, ti denuda, chi ancora ti inchioda e non si vergogna di farlo.

Grazie, per avermi dato la possibilità di ripensarmi. Perdonami quando non ti so pregare, quando non ti so ascoltare. Amen.

 

Tredicesima Stazione

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Hai abbracciato il mondo, Signore. L’hai abbracciato morendo sulla croce. Pochi i tuoi cari che ti hanno visto morire. Hai suscitato la loro pietà, pungente in ciascuno in modo diverso, come diverso è il modo di fare chiesa: quella di Giuseppe d’Arimatea con la sua fede un po’ambigua, quella di Nicodemo con la sua fede prorompente; e poi quella della Madre, straziante nella sua compostezza, che ha cullato il tuo corpo ormai senza respiro, con la stessa tenerezza, ma non la stessa gioia, che aveva provato nella grotta di Betlemme.

Gesù, guarda questa umanità confusa, sempre pronta a tradire e a scappare, che continua a farti soffrire e che, solo qualche volta, riesce a pentirsi. Povera umanità, capace di sentimenti sublimi, ma anche di azioni vergognose. Accompagnala nella redenzione. Amen.

 

Quattordicesima Stazione

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Con gli stessi gesti della Madre che ti aveva deposto nella mangiatoia, ora altre braccia pietose, Signore, ti hanno lavato, profumato, fasciato e ti hanno deposto nel sepolcro, come in un ventre nuovo, a continuare la tua Chiesa. Il tuo corpo divino non ha conosciuto la corruzione: il buio che lo avvolgeva era solo preludio alla luce. Hai vinto il dolore, la tristezza, la morte.

Guarda, Signore, quanta sofferenza affligge l’umanità vittima di abbandono, di ingiustizia, di violenza. Riempi del tuo amore, Signore, lo sgomento delle madri che vedono morire i figli nell’assurdità di gesti estremi. Abbraccia il dolore dignitoso delle madri che perdono i figli in grandi azioni generose. Consola chi piange disperato sulla tomba di una persona cara. Raccontagli di Te, Signore. Amen.

(Gianna)

 

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