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Lettera a Gesù Bambino

giuliano guzzo Dec 21, 2022

di Giuliano Guzzo

Caro Gesù Bambino,

torno a scriverTi come facevo tanto tempo fa e come i bambini fanno tutt’ora, forse perché  non sono cresciuto abbastanza – o forse perché, proprio crescendo, mi son reso conto la statura che conta non è fatta di centimetri ma di speranza, e neppure il grattacielo più alto vale la grandezza di un presepe. Chissà.

Sta di fatto che sono ancora qui, anche se un po’ cambiato rispetto a quando Ti scrissi le prime volte. La voglia di affidarmi a Te è però rimasta la stessa. Soprattutto, è rimasta la stessa la consapevolezza che, per quanto minuto Tu possa ora essere, per quanto Tu non abbia ancora aperto gli occhi su quel mondo che sei chiamato a salvare, resti il solo a poter risolvere tante situazioni.

Rispetto a questo, avrei una lunga lista di desideri da sottoporTi; ti vorrei infatti chiedere di consolare una ragazza che ha appena perso un genitore, di rincuorare un caro amico che purtroppo ha grossi problemi di salute e, più in generale, di dare il dono della fede a tanti che conosco e che, sono sicuro, ne trarrebbero enorme gioia.

Vorrei tutto ciò e molto altro ma evito di chiederlo per il semplice fatto che, naturalmente, ne sei al corrente. Dono e Figlio del Cielo quale sei, già sai dove manca – e manca davvero in tanti cuori – la Tua luce. Quello che forse potresti non sapere, però, è quanto manchi. Si è difatti radicata l’idea, anche se non da oggi, che si possa benissimo vivere senza Te. Che Tu sia poco più di una statuina da spolverare e da riporre poi in un cassetto.

Ecco, forse il regalo più grande che potresti farci, caro Gesù, è esattamente questo: quello di toglierci le bende dagli occhi. Liberaci quindi dal male, certo, ma anche dalle distrazioni, dal caos, dalle suonerie e dalle notifiche, dall’incapacità di prenderci un po’ di tempo per Chi ci dona, con Te, l’eterno. Sono questioni che dovremmo sbrigarci da soli, ovvio, ma a quanto pare riesce tanto difficile; e così finiamo per non capire che tutto ciò che ferisce e insanguina il mondo, alla fine, è solo riflesso della Tua dimenticanza.

Per questo un Tuo intervento sarebbe prezioso: anzi, fondamentale. Ne va della capacità di dare un senso non solo al dolore ma anche alla gioia, di restituire pienezza ai giorni, di evadere dalle agende del lavoro per tuffarsi in quelle dell’esistenza. Pensaci. Nel tempo in cui si crede che esista ormai una App per ogni problema ed un guru per vincere ogni disagio, resti il solo vero Maestro dell’arte più grande: amare. E senza quello, c’è poco da fare, tutto il resto vale davvero poco.

Giuliano Guzzo

 

 

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