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Martire e già dimenticato: l'Islam uccide i cristiani nel silenzio europeo

andrea zambrano la nuova bussola quotidiana libertà religiosa Jan 28, 2023

di Andrea Zambrano

Martire da poche ore e già dimenticato: l'assassinio del sagrestano spagnolo ucciso da un marocchino che inneggiava ad Allah, ferendo quattro persone tra cui un prete, era completamente assente dalle prime pagine dei giornali europei di ieri. Al laicismo belligerante di Podemos e del Partito socialista si unisce ora la violenza jihadista. E dove la popolazione musulmana è numerosa, la cristianofobia è favorita dalla Sinistra. Parlano Maria Garcia (Orl) e Carmelo Lopez (ReL). 

Nelle rassegne stampa delle prime pagine dei principali quotidiani europei l’attentato spagnolo di Algeciras ieri era completamente assente. Come se l’uccisione di un sagrestano e il ferimento di cinque fedeli cristiani, tra cui il parroco, nel cuore dell’Europa, anzi, nella porta d’Europa vista la collocazione geografica, fosse ormai un fatto consueto o addirittura normale. Sparito dai radar delle prime pagine europee, per non parlare dei giornali italiani dove il solo Avvenire ieri ha riportato in prima la notizia dell’attentato ad opera di un cittadino marocchino già espulso che ha seminato il terrore nella cittadina in tre chiese, in una mentre si celebrava la Messa.

Come sono lontani i tempi dell’uccisione di Padre Jacques Hamel, appena sei anni fa, quando la copertura della stampa internazionale era stata massiccia. Sei anni, eppure già così lontani. Oggi l’attacco ai cristiani nel cuore dell’Europa non fa nemmeno notizia, così come non fanno notizia gli ultimi attacchi terroristici (QUI).

Giova ripercorrere per sommi capi la dinamica della vicenda per comprendere non solo la ferocia dell’attacco, ma anche l’obiettivo: i cristiani.

L’attacco è cominciato mercoledì dopo le 19 quando un marocchino, che poi si è appurato essere Yassine Kanjaa, clandestino di 25 anni già raggiunto da un provvedimento di espulsione, inizia una discussione con il parroco di San Isidro e i fedeli presenti in quel momento in chiesa. L’uomo era entrato in chiesa intimando i fedeli di professare l’Islam. Successivamente è tornato in chiesa armato di un machete e ha cominciato a distruggere le immagini sacre e si è diretto contro il parroco, il salesiano Antonio Rodriguez, ferendolo al collo e alla spalla mentre il poveretto provava a resistergli e a cacciarlo dalla chiesa.

L’attentatore è poi entrato nella chiesa de La Palma dove il sacerdote Juan José Marina stava celebrando la Messa. È stato a quel punto che il sagrestano, Diego Valencia (in foto) è stato accoltellato mentre non lontano alcuni bambini stavano partecipando all’ora di catechismo. Secondo le prime ricostruzioni ha scambiato il sagrestano per il sacerdote mentre inneggiava ad Allah. Si tratta dunque di una esecuzione in piena regola di stampo terroristico aggravata da odio anti cristiano. 

Il sindaco di Algeciras ieri ha proclamato una giornata di lutto cittadino mentre migliaia di persone si sono riversate in piazza per condannare l’attentato. Il governo andaluso si dice sorpreso e per il momento è cauto nel definire come terrorista l’attacco anche perché l’autore non sembra appartenere a nessun gruppo jihadista. Però non serve un esperto per comprendere che atti come questi, portati avanti da lupi solitari, sono in se stessi di matrice terroristica.

Ma che cosa sta succedendo in Spagna, paese dove gli attacchi ai cristiani non sono una novità ma una ormai triste realtà, come documenta il puntuale rapporto sulla libertà religiosa stilato dall’Osservatorio per la libertà religiosa e che vede i cristiani come vittime principali?

La Bussola lo ha chiesto a Maria Garcia, che dirige l’osservatorio: «Gli attacchi alla libertà religiosa in Spagna hanno visto una escalation gravissima con l’assassinio di un sagrestano e la violenza contro un sacerdote. Ci uniamo al dolore dei famigliari di questi martiri della libertà religiosa». Secondo Garcia in Spagna «abbiamo forze speciali dello Stato che tengono sotto controllo gli jihadisti, però in tutt’Europa si estendono questi gruppi radicali che mirano a eliminare i valori cristiani e i governi europei lo permettono». Infatti «abbiamo già avuto varie minacce jihadiste prima, ad esempio contro la Sagrada familia di Barcellona. Però oggi l’escalation è data dal fatto che abbiamo due martiri per la libertà religiosa, uno ucciso, il sagrestano, e uno ferito, il sacerdote» e non è un caso – nota l’attivista – che la maggior parte degli attacchi sia contro i cristiani e contro le chiese». Inoltre, il musulmano «gridava “morte ai cristiani” rivolto contro il sacerdote e ha distrutto gli oggetti sacri propri dell’Eucarestia, quindi è evidente che si tratti di un attacco terroristico di chiara matrice cristianofoba».

Anche Carmelo López-Arias, vicedirettore del portale ReligionEnLibertad.com, specializzato sui temi della libertà religiosa, in un colloquio con la Bussola dice: «L’attentato di Algeciras ha una chiara impronta islamista, indipendentemente dal fatto che l’assassino possa avere precedenti psichiatrici. Il fatto che il terrorista, poi, si trovasse in una situazione irregolare e gravasse su di lui un’espulsione è una prova in più dell’ambigua politica di appoggio dell’immigrazione maomettana che tutti i governi spagnoli continuano a perseguire, in misura maggiore o minore, da circa un quarto di secolo».

Lopez sottolinea un aspetto da non trascurare e cioè la coincidenza particolare tra il numero degli attacchi di laicismo belligerante di cui sono vittime i cristiani e il tasso elevato di popolazione islamica: «La Sinistra ha percepito l’importante ruolo di scristianizzazione che gioca la sempre più numerosa popolazione musulmana tanto che là dove essa è numerosa, è stata utilizzata come pretesto per la laicizzazione dei costumi, come l’eliminazione dei crocifissi e di altri segni crisitani o la celebrazione di feste liturgiche».

In sostanza, secondo il vicedirettore di ReL «non appena c’è un gruppo sociale musulmano numeroso – come è il caso dell’Andalusia – i laicisti spagnoli, guidati soprattutto da amministratori di Podemos e del Partito socialista al governo prendono la scusa di chiedere il cambio delle tradizioni per non offendere i musulmani. C’è un desiderio attivo, fomentato da politiche specifiche di “neutralità religiosa” quando non addirittura ostilità, che un’importante percentuale della popolazione spagnola diventi aliena al cristianesimo».

Nell’analisi, non manca una puntualizzazione per la Chiesa: «Purtroppo, come in altri paesi d’Europa, molti organismi ecclesiali invece di opporsi a questa crescita dell’islamismo, lo sostengono con iniziative che vanno al di là dell’attenzione caritatevole verso persone in stato di necessità e si converte in una collaborazione di fatto per il consolidamento di una comunità musulmana sempre più influente di numero e di influenza sociale».

Nel frattempo, la Spagna e la stessa Chiesa piangono un martire della fede, ucciso in odio a quella fede che nel silenzio di istituzioni nazionali e internazionali vive ormai costantemente sotto attacco nel cuore dell’Europa che fu cristiana.

 

 

 

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