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MEDIOEVO FOR PRESIDENT

silvana de mari Sep 23, 2022

di Silvana De Mari

La grande letteratura fantasy è esplosa conquistando il mondo nell’orrore del XX secolo. In una delle trincee della prima guerra mondiale sboccia la contea degli Hobbit. Sboccia nella mente di J.R.R. Tolkien, il professore di Oxford autore del celebre romanzo “Il Signore degli Anelli”.

La prima cosa che da sempre mi viene in mente davanti alle parole “buco nella terra” sono le trincee della prima guerra mondiale. Me le aveva descritte per primo mio padre, quando abitavamo a Trieste: io avevo cinque anni e il nostro cane correva felice dove il sangue era scorso e le ossa spezzate si erano mischiate con la terra. Aveva usato quelle parole: buchi nella terra.

Il fatto che nelle righe successive del romanzo Tolkien si sia sentito in dovere di specificare  che non si trattava di un buco brutto, sudicio, umido, pieno di vermi e intriso di puzza, dato fa sospettare che mentre scriveva quelle righe Tolkien pensasse alle trincee, loro, certo, brutte, umide, piene di vermi, puzza , orrore.  che i normali buchi nella terra, le normali caverne, non sono sudici né intrisi di puzza.

Quando ho letto Lo Hobbit,  quando le parole di quella strepitosa prima riga sono arrivate alla mia mente, con un nodo alla gola, per un attimo, di nuovo la voce di mio padre ha risuonato, per un attimo ho ricordato il Carso, il museo di Redipuglia, gli ossari, i morti, e poi il pensiero è scivolato via e il mondo è diventato la Contea, con Bilbo Baggins lo hobbit, e Gandalf lo stregone e Thorin Scudodiquercia il nano e il drago Smaug.

Un sussulto, forse, davanti alla descrizione della Desolazione di Smaug, che era evidentemente la descrizione di una  terra prima verde e florida poi devastata da dolore ed esplosioni, e un altro sussulto alle sillabe “Battaglia dei Cinque Eserciti”, che in effetti assonavano a una guerra mondiale, uscivano dal normale schema “ buoni contro cattivi e tutti gli altri fuori dal campo di battaglia. Ho scoperto poi che la mente di Torkien aveva creato la Contea mentre il suo corpo giaceva in una trincea e la sua anima boccheggiava per l’orrore.

Ne parlo nel libro Hobbitologia, saggio scritto insieme ad amici appassionati edito da Camelozampa. Da Lo Hobbit si è passati a Il Signore degli Anelli, scritto mentre l’Europa sprofondava nel fango, nel sangue, nelle ossa spezzate, nella perdita della decenza più elementare distrutta a causa delle due terrificanti religioni atee, il nazismo tedesco e il comunismo sovietico.

Non si è trattato di movimenti politici, ma di movimenti religiosi messianici e salvifici. Il Signore degli Anelli, che è in un certo senso il poema epico della nostra epoca, è un libro profondamente cattolico che ristabilisce l’etica. Ne parlo ne La realtà dell’Orco, edito da Lindau, gli orchi esistono e possono essere battuti. Chi afferma che non esistono sta mentendo, e chi afferma che sono invincibili anche. 

Il Signore degli Anelli afferma che esiste il Male, e quindi è stato per un lunghissimo periodo ostracizzato e ridicolizzato dalle élite culturali, messo all’angolo, accusato di ideologie politiche impresentabili. Dopo il successo mondiale lo scherno ha cominciato a mostrare tutta la sua valenza ridicola e ridicolamente snob, e si è passati a banalizzare e degradare l’opera per inglobarla nel non pensiero mainstream. La magnifica traduzione di Vittoria Alliata, la Principessa dell’Anello, è stata sostituita da una prosa sgraziata che stride con quella alta di Tolkien, una nuova serie televisiva riduce la storia a un fumettone di effetti speciali senza anima.

Medioevo fantastico di Tyler Ov Gaia, Editore Lindau, è un bel saggio che spiega che la lealtà, il coraggio e la cavalleria sono morti, ma noi non possiamo vivere senza. Un’epoca che ha prodotto il campo di concentramento e che tollera la vigliaccata del bombardamento sui civili, abbiamo ricreato un mondo di lealtà, coraggio e cavalleria. Sentirsi fuori posto nell’epoca in cui si vive non è prerogativa solo delle anime sensibili del nostro tempo.

A partire dall’800, il secolo della meccanizzazione e del carbone, della bruttezza che esplode nel mondo, dello sfruttamento dell’uomo come mai era avvenuto prima, in cui masse di persone lasciarono la luce della campagne per il lavoro ripetitivo,  delle fabbriche, in mezzo al buio, a rumori assordanti a fumi mefitici, alcuni uomini e donne presero a sognare un mondo più in armonia con l’essere umano. Nacque così il Medioevo fantastico, un tempo sospeso immaginato dopo che il Medioevo della Storia era finito da secoli.

L’opera di Tyler Ov Gaia ci conduce alla scoperta di un luogo della fantasia in cui predominano la componente magica e cavalleresca.  Questa visione ebbe grande seguito presso gli intellettuali e gli artisti dell’epoca. Il desiderio  di tradurre in realtà il Medioevo immaginato, stimolò architetti e committenti a costruire castelli e torri le cui vestigia è possibile ritrovare ancora ai giorni nostri. Spesso considerate  autentiche costruzioni medievali, a un esame più attento rivelano un “ghiribizzo”, un elemento fatato che ne tradisce l’origine. È il caso della Chiesa di Notre-Dame, i cui celebri gargoyles, forse il particolare più caratterizzante della cattedrale, sono stati inseriti durante il restauro ottocentesco.

Il Medioevo fantastico ispirò anche  un nuovo genere fantasy, ancora molto attuale: Tolkien era ovviamente un appassionato conoscitore di letteratura epico-cavalleresca. Grazie a Tyler Ov Gaia il lettore intraprende un viaggio affascinante e ricco di contenuti che abbraccia ambiti molto diversi tra loro, dal castello di Ludwig II di Baviera, straordinariamente simile a quello della Walt Disney che forse lo ha preso a modello, ai quadri dei pittori preraffaelliti, fino alla cultura contemporanea che si è ispirata al genere fantastico per il  film  Ladyhawke,  il gioco di ruolo Dungeons & Dragons e  la collezione di moda 2021 di Dior.

Il tema del viaggio è uno degli elementi caratteristici della letteratura fantastica, simbolo del percorso di consapevolezza dei personaggi che alla fine della storia non appaiono più  com’erano all’inizio perché per crescere hanno dovuto fare scelte difficili.  Al termine di questa affascinante avventura non possiamo che essere d’accordo con l’Autore nel deplorare il preconcetto diffuso che giudica il fantasy come qualcosa che dovrebbe riguardare solo i bambini. La letteratura fantasy parla di lealtà coraggio cavalleria. Parla di Dio della morte.

Non è solo l’ultimo rifugio, è il punto di partenza per poter ricostruire. Come ci ricorda Tyler Ov Gaia,  i bambini quando giocano con la sabbia, non costruiscono grattacieli, ma castelli. Conserviamo questa capacità anche da adulti. Medievale e l’aggettivo usato per bollare con disprezzo. Ci hanno spiegato che la fedeltà e la castità sono un valore medievale. L’affermazione fu fatta nei giorni dell’approvazione della discutibile legge sulle unioni civili. La fedeltà giustamente, come la castità, come negarlo, è un valore medioevale, appartiene cioè ad un’ epoca straordinaria, il tempo incredibile quando capomastri semianalfabeti costruivano cattedrali di una bellezza sublime, e in grado di sfidare i secoli ( in assoluto le mie opere architettoniche preferite),Dante scriveva la Divina Commedia ( in assoluto il mio libro preferito) Giotto affrescava la sua Natività (in assoluto l’immagine artistica che preferisco).


La fedeltà, come la castità, è qualcosa per gente seria. Gli isterici sempre in balia delle proprie emozioni , non sono in grado di tenerle fede e anzi la disprezzano. La credono, nel loro totale disequilibrio, una perdita di libertà . La fedeltà è la più alta forma di libertà, la libertà sublime di tenere fede. Se tu morirai prima di me io ti terrò la mano, se io morirò prima di te, tu mi terrai la mano. Dopo aver giurato fedeltà non non ci innamoriamo di nessun altro, perché quando sei concentrato su qualcuno, lealmente disposta a sostenerlo sempre, non ti innamori. L’innamoramento nasce nel cervello, non nel cuore, nasce cioè nello stesso posto dove c’è il pensiero. Dove il pensiero non lo vuole , l’innamoramento non avviene. Quindi noi cavalieri medioevali teniamo fede.


Fare l’amore ha senso solo con la persona che amiamo e a cui vogliamo bene e a cui teniamo all’interno di un impegno. Perché il corpo umano paga alla promiscuità sessuale un costo altissimo e la mente ancora più grave. E poi c’è la sessualità sacra , quella all’interno di un rapporto di fedeltà , di unicità , dopo essersi giurati davanti a Dio che si andrà avanti fino alla fine. Ma questa è roba per noi, cavalieri medioevali, questa non è roba per tutti , mi dispiace , occorre essere senza paura. Chi è terrorizzato di perdere la sua libertà , l’impulsività, chi è in balia del “Ma se poi cambio idea”, non ce la può fare. Quindi signori io cavaliere medievale vi saluto e vado a dirmi il Rosario, poi ricomincio a scrivere libri fantasy.

 

 

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