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Mises Institute: “Il dispotismo italiano è in peggioramento”

Feb 02, 2022

Articolo dal Mises Institute

Le notizie dall’Italia sembrano essere diventate dei  buoni incipit per un romanzo fantasy distopico o come  Déjà Vu che ricorda l’Unione Sovietica. Un paio di settimane fa, un nuovo decreto del governo Draghi ha stabilito altre regole che limitano la vita delle persone che non sono in regola con le vaccinazioni anti covid 19 e che quindi non sono nemmeno in regola con l’ultima versione del green pass.

Questi cittadini di seconda classe, che sono già stati spogliati del loro diritto di muoversi, lavorare e partecipare a un gran numero di attività sociali, sono ora esclusi dagli uffici postali persino per ritirare la propria pensione, e viene loro consentito  l’accesso ai supermercati solo per comprare “beni di necessità primaria”. In altre parole, il governo italiano decide che tipo di cibo e quali altri beni (se presenti) queste persone saranno in grado di acquistare. Non è chiaro come esattamente il governo intenda far rispettare questo nuovo decreto: vedremo poliziotti che mettono le loro mani nelle borse degli acquirenti? Il pane sarà considerato un bene primario mentre la schiuma da barba e le caramelle saranno sequestrate? Non c’è limite alla follia. E una recente nota dall’esecutivo per chiarire la situazione ha solo reso le cose ancora peggiori: lo stato infatti ora decreta che il non vaccinato può effettivamente comprare anche merci non primarie nei pochi negozi cui hanno ancora accesso. Per il momento.

In altre parole, l’Italia è ora una società in cui la sfera d’azione personale si basa solo su quello che il sito del primo ministro esplicitamente e gentilmente consente. Fare una passeggiata al parco? È meglio controllare l’ultimo post del sito di Mario Draghi per vedere se ti permette di farlo. Come si è arrivati a questo?

Tra i paesi occidentali, l’Italia è stata una di quelle che hanno vissuto la peggiore compressione dei diritti civili di base negli ultimi due anni. I governi della coalizione prima di Giuseppe Conte e poi di Mario Draghi hanno autorizzato un comitato non selezionato di “esperti” chiamato Comitato Tecnico Scientifico, che a sua volta ha abilitato i governi assegnando un’aura scientifica ad ogni  cosa che veniva detta. Ciò ha comportato una serie infinita di misure liberticide che per lunghi periodi hanno cancellato la libertà di movimento, il diritto al lavoro, i diritti di proprietà sulle imprese e i negozi, la libertà di assemblea, la libertà di culto e persino la distinzione delle sfere giurisdizionali tra la Chiesa e lo Stato.

Nel frattempo, il ramo legislativo è stato umiliato, e il governo con i decreti urgenti dall’esecutivo è diventato la norma. La struttura costituzionale del paese è stata piegata, e un nuovo concetto chiamato “Stato di emergenza”  è stato inventato dal nulla, anche se non esiste di fatto da nessuna parte nella costituzione repubblicana in Italia. Se non vivessimo nell’era della CNN, delle notizie false e delle sovvenzioni scandalose distribuite da politici ai giornali e ai media, si potrebbe legittimamente chiedersi dove sono stati i giornalisti mentre tutto questo stava avvenendo?

Infatti, i giornalisti in Italia sono tra i principali colpevoli dell’attuale realtà distopica, poiché hanno dato spazio ai cosiddetti “esperti” che hanno appoggiato le misure del lockdown e tutte le altre che ampliano il controllo del governo su tutti gli aspetti della vita, mentre allo stesso tempo hanno ferocemente deriso tutti coloro che abbiano osato sottolineare le disastrose conseguenze di un lockdown prolungato  sulla salute mentale e sulle persone che soffrono di altre patologie, o il rapporto tra economia e salute pubblica, accusandoli di essere negazionisti. Questo è un modello che sicuramente i lettori riconoscono, e lo hanno visto negli Stati Uniti e in molti altri paesi negli ultimi due anni.

Il fatto che praticamente ogni opinione etichettata dai media come “teoria della cospirazione” si è poi trasformata in realtà solo tre o quattro mesi dopo, non ha fatto nulla per risvegliare la gente dall’arroganza dei mass media corrotti, che sono trincerati nel loro monopolio sull’intero ciclo di notizie, grazie al loro accesso alle stesse. E questo è vero in Italia, ma  praticamente poi è vero dappertutto. L’amministrazione di Giuseppe Conte è stata seguita da un’altra coalizione governativa guidata dal primo ministro Draghi, non grazie a elezioni libere ma attraverso una mossa del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In un discorso solenne il 20 febbraio, il capo dello Stato ha spiegato al paese che sarebbe stato inopportuno avere un’elezione nel bel mezzo di una pandemia, anche se proprio negli stessi giorni sia la Romania che il Portogallo hanno tenuto libere elezioni  e il loro tasso di infezione non ne ha risentito.

Invece, Mattarella ha affidato il governo a Draghi, sostenendo che questo sarebbe stato un governo sopra le parti, un cosiddetto “governo tecnico” semplicemente gravato del compito di ottenere fondi dall’UE e di supervisionare la campagna di vaccinazione. Ovviamente, l’idea di un governo neutrale “tecnico” è assurda, poiché ogni stato moderno espropria, aumenta e muove la ricchezza da alcuni gruppi sociali agli altri.

Non entrerò nel merito delle molte menzogne affermate da Draghi e dai suoi ministri sull’efficacia dei vaccini, né nella serie di restrizioni grottesche nei confronti dei non vaccinati. Basti dire che, ancora una volta, i media sono stati complici, e così per mesi hanno coperto qualsiasi fallimento dall’amministrazione Draghi con accuse selvagge contro i “No-VAX” a difesa del proprio operato. Proprio come quelli accusati di essere negazionisti non hanno mai negato l’esistenza del Covid, coloro che ora sono etichettati come “No-VAX” nella maggior parte dei casi non hanno nulla contro i vaccini di per sé. Molti di loro sostengono semplicemente che la decisione di fare o meno un vaccino debba essere una decisione liberamente fatta da ciascuna persona, considerata la loro età, la storia clinica e altri fattori; e accendono i riflettori giustamente sulla superiorità dell’immunità naturale sull’immunità da vaccino.

Ma questi sono dettagli non importanti per i giornalisti, che alla conferenza stampa di fine anno presentano uno spettacolo degno di una Repubblica delle banane salutando Draghi con applausi e una standing ovation piuttosto che con vere domande. È interessante notare che il cambiamento del timone da Conte a Draghi ha avuto l’effetto di mostrare i veri colori dei liberali italiani, che sono in realtà statisti malsani. Persino Amnesty International ha espresso preoccupazione per la discriminazione contro le persone non vaccinate in Italia, mentre i liberali italiani e i sinistroidi supportano Draghi. L’unica opposizione coerente e coraggiosa a Draghi proviene da personaggi come il professore marxista Ugo Mattei e il professor libertario Carlo Lottieri (un amico dell’Istituto Mises).

Mattei ha instancabilmente denunciato la natura incostituzionale dello “stato di emergenza”, nonché il ricatto codardo dei lavoratori costretti a decidere tra il vaccino o la perdita del lavoro. Lottieri ha portato avanti un piccolo movimento di resistenza tra i professori universitari che combattono la discriminazione contro gli studenti non vaccinati, spiegando come la pandemia è stata una scusa utilizzata dagli stati moderni  nella loro lotta verso il controllo sul corpo e sulla mente dei cittadini.

Le misure a cui i italiani sono stati sottoposti in questi due lunghi anni di statismo deselezionato e propaganda vergognosa non solo non solo sono stati ingiusti: sono stati anche assolutamente inutili nel combattere la pandemia. L’Italia ha visto esattamente gli stessi numeri nelle diverse ondate del virus come quelle vissute da paesi come la Svezia o anche il Regno Unito, dove le libertà e l’economia non sono state calpestate – o almeno non sono state calpestate nella stessa misura! Il fallimento della immensa mole di decreti del governo non è una sorpresa per coloro che, avendo letto Ludwig von Mises e F.a. Hayek, sa molto bene che le società umane sono complesse e che dovremmo essere umili quando si elaborano soluzioni dall’alto. Una pianificazione centrale sia per l’economia o per l’assistenza sanitaria, è destinata a fallire. D’altra parte, la pianificazione centrale serve ad una classe politica e alle corporation che tentano incessantemente di controllare le nostre vite al millimetro.

di Matteo Salonia, traduzione Martina Giuntoli

fonte: https://visionetv.it/mises-institute-il-dispotismo-italiano-e-in-peggioramento/

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