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Nessun partigiano ha mai cantato o bella ciao

bella ciao silvana de mari Sep 28, 2022

di Silvana De Mari

Ho l’onore di appartenere a una famiglia antifascista. Contrariamente ai vari Pier Paolo Pasolini, Eugenio Scalfari, Dario Fo, nessuno a casa nostra ha mai avuto la tessera del fascismo. E l’hanno pagato: non era gratuito.

Quindi, proprio perché ho l’onore di appartenere una famiglia antifascista, mai e poi mai canterei la canzonetta O bella ciao. Questa indecente canzonetta è stata creata a guerra finita ed è stata creata per un motivo indecente e cioè mentire e nascondere i crimini dei partigiani rossi, che hanno massacrato i partigiani bianchi. Il 25 aprile ricordiamo la liberazione dal nazifascismo che fu fatta, vale la pena ricordarlo, dalle truppe alleate.

La liberazione fu aiutata dalla resistenza antifascista italiana. Fu un piccolo aiuto quello dei partigiani italiani, magnifico dal punto di vista del coraggio, ma piccolo dal punto di vista militare. La resistenza italiana è divisa in tre tronchi, verdi, bianchi e rossi, come la nostra bandiera. I Verdi, giustizia e libertà, sono ad esempio Oriana Fallaci e Primo Levi, grandi ideali e poche armi, Bianchi i Badogliani, e i Rossi, la brigata Garibaldi, i comunisti e comunista voleva dire una sola cosa: che prendeva ordini da Stalin.

I bianchi erano in maggioranza ex militari, quindi avevano le armi e le sapevano usare. Erano in contatto radio con gli alleati che impartivano ordini cifrati attraverso Radio Londra: sta per cadere la neve voleva dire che stavano per arrivare i paracadutisti e così via. Era così possibile che le loro azioni fossero sempre coordinate a quelle degli eserciti alleati. Erano divisioni bianche la divisione del comandante Di Dio che tenne la Val dell’Ossola e la divisione Osoppo massacrata a tradimento dai partigiani rossi a Portius.

Vale per la resistenza italiana la stessa regola che George Orwell ha descritto nel saggio In omaggio alla catalogna e che Arthur Koestler ha descritto nel romanzo Buio a mezzogiorno: i partigiani non comunisti avevano due nemici, i nazifascisti e partigiani comunisti, entrambi nemici mortali.

Ai partigiani comunisti dobbiamo anche la incredibile serie di ignobili assassini e ancora più ignobili scomparse di persone che diventano desaparecidos a guerra finita, nel cosiddetto triangolo rosso. Molti Rossi sono stati coraggiosi, ma i Rossi prendevano ordini da Stalin, lo scopo era destabilizzare. I partigiani rossi hanno commesso azioni inutili dal punto di vista militare che hanno scatenato le peggiori rappresaglie, le fosse Ardeatine, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema.

La canzonetta O bella ciao ha lo scopo di creare l’illusione che ci sia stata una sola resistenza omogenea, e cancellare il crimine della Osoppo. Non era pensabile che tutti i partigiani avessero la stessa canzone perché erano diversi dal punto di vista politico, e distanti da quello geografico. Chiunque canti O bella ciao sta calpestando i morti della divisione Osoppo.

La canzonetta O bella ciao è chiaramente fasulla. In effetti fu composta attorno agli anni 60. Ives Montand la cantò commosso perché cadde nella trappola, credeva fosse veramente la canzone dei partigiani. Questa è una canzonetta che non ha la tristezza inevitabile di qualsiasi vero canto di gente che vive veramente a contatto con la morte, e soprattutto è un falso perché i vari gruppi partigiani non comunicavano fra di loro, sia per distanze geografiche e per distanze ideologiche e non era quindi pensabile che avessero la stessa canzone.

Qualche anima molto candida obbietta: perché non usare la canzone come simbolo dell’antifascismo? Perché l’antifascismo non è uno solo. C’è l’antifascismo della divisione Osoppo a Porzus e quello di coloro che hanno massacrato come cani gli uomini della Osoppo prendendoli a tradimento. C’è l’antifascismo del comandante Di Dio e quello degli assassini vili del triangolo rosso. Fingere che ce ne sia uno solo è il gioco degli assassini.

La retorica che per anni ci hanno rifilato non è servita a niente. Abbiamo permesso che ci rinchiudessero in casa ad aspettare il permesso del ministro Speranza, o di chi per lui, per poter uscire almeno fino a mezzanotte come Cenerentola. Abbiamo permesso che fosse tolto il lavoro, il diritto di entrare in un ospedale o salire su un treno per aver rifiutato l’inoculazione di farmaci sperimentali molto dubbi. Noi non ci siamo mostrati degni di chi ha combattuto ed è morto per la nostra libertà, ma possiamo rimediare.

La libertà è un valore superiore alla salute, anche perché quando a un popolo è stata tolta libertà, la sua salute sarà distrutta. Riconquistiamola ora, e saremo degni. In nome di quei morti, in nome di tutto quel dolore, in nome di tutta questa distruzione impariamo a combattere per la libertà subito. Tutta la mia simpatia a Laura Pausini.

 

 

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