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NO DELLA CHIESA GRECO-CATTOLICA UCRAINA ALLA “FIDUCIA SUPPLICANS” DI PAPA FRANCESCO

angelica la rosa informazionecattolica mons. sviatoslav shevchuk Dec 28, 2023

di Angelica La Rosa

MONS. SHEVCHUK DECRETA CHE NELLE CHIESE ORIENTALI NON SI APPLICA LA “FIDUCIA SUPPLICANS”

L’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina, Mons. Sviatoslav Shevchuk, ha pubblicato una dichiarazione sulla Dichiarazione “Fiducia supplicans” e afferma sia nella sostanza che nella forma che essa non sarà applicata.

La Chiesa greco-latina, cattolica di rito orientale, con circa sei milioni di fedeli, è la più numerosa nel Paese.

“Vediamo il pericolo di formulazioni ambigue che provocano interpretazioni divergenti tra i fedeli. Ciò che ci sfugge nel documento è che il Vangelo chiama i peccatori alla conversione, e senza un appello a lasciare la vita peccaminosa delle coppie omosessuali, la benedizione può sembrare un’approvazione”.

Questa affermazione di Shevchuk è particolarmente rilevante per due ragioni. Innanzitutto per lo sfondo. Come la Chiesa in altre parti del mondo, dove il rapporto con il Signore è un valore, una benedizione è importante e lo è ancora di più se viene data da un sacerdote. Non esistono benedizioni “a basso costo” che il cardinale Fernández ha appena inventato con l’approvazione del Papa. E tanto meno per “benedire” le coppie, che lo sono proprio perché il rapporto che le rende coppia è un peccato.

Secondo le tradizioni del rito bizantino, il concetto di “benedizione” significa approvazione, permesso o anche ordine per un tipo specifico di azione, preghiera e pratiche ascetiche, compresi alcuni tipi di digiuno e preghiera. Certamente, la benedizione del sacerdote ha sempre una dimensione evangelizzatrice e catechetica e, pertanto, non può contraddire in alcun modo l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla famiglia come unione fedele, indissolubile e feconda di amore tra un uomo e una donna, che Nostro Signore Gesù Cristo ha elevato alla dignità del Santissimo Sacramento del Matrimonio.

“Il discernimento pastorale ci spinge a evitare gesti, dichiarazioni e concetti ambigui che distorcono o deformano la parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa”, ha spiegato l’Arcivescovo Maggiore.

I cattolici di rito orientale hanno un proprio codice e quando si stabiliscono delle norme che si applicano a loro, queste devono essere citate esplicitamente se non si tratta di una questione di fede o di morale. In questo caso, come afferma la stessa “argomentazione” della Dichiarazione, si tratta di pastorale.

Basandosi quindi sul canone 1492 del Diritto canonico delle Chiese orientali, il capo della Chiesa greco-cattolica afferma che “la presente Dichiarazione si applica esclusivamente alla Chiesa latina e non ha valore giuridico per i fedeli della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina”, e così come è scritto, non si applica a nessun’altra delle Chiese cattoliche di rito orientale.

FONTE : informazionecattolica.it

 

 

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