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NON C’È MIGLIOR CIECO DI CHI NON VUOL VEDERE

silvana de mari Sep 07, 2023

di Silvana De Mari

O, meglio, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. In questi incredibili anni di cosiddetta pandemia, di libertà elementari distrutte, di istigazioni all’odio e conseguente odio isterico e di spaventosi danni iatrogeni, noi medici che, contrariamente al dottor Bassetti e consociati, non “brancolavamo nel buio” per citare una precisa dichiarazione dello stessi dottor Bassetti, abbiamo curato i malati covid. Li abbiamo curati seguendo i protocolli del 2003, anno della SARS, altro coronavirus scappato dalla cittadina cinese di Wuhan, con successive modifiche che dobbiamo al virologo francese Raoul e all’italiano professor Cavanna. I nostri malati sono guariti e i tassi di mortalità che abbiamo verificato curando la malattia correttamente, non sono superiori a quelli di una normale influenza.

In questi incredibili anni, mentre curavamo e guarivano i malati, ci rendevamo conto che i protocolli ministeriali applicati dalla maggioranza dei medici erano sbagliati, ci rendevamo conto che non c’era nessuna emergenza che giustificasse l’immissione sul mercato di farmaci sperimentali, che oltretutto applicano una nuova tecnologia quella a RNA, assolutamente inadatta a un uso vaccinale, secondo le affermazioni dello scienziato che ha messo a punto la metodica, il dottor Malone. In questi anni il nostro terrore è stato che la verità non venisse mai fuori. Ora invece ci troviamo in una distopia peggiore: la verità sta saltando fuori, sia pure con grandissima fatica, ma viene serenamente ignorata. La verità viene negata attribuendo migliaia e migliaia di morti alle cause più bizzarre, troppo caldo, troppo freddo, non ci sono più le mezze stagioni, aver mangiato la pizza Margherita, aveva usato troppo deodorante, altre incredibili scempiaggini. Gli effetti collaterali sono negati o attribuiti ad altre cause. Il cancro, le malattie tromboemboliche, quelle autoimmuni aumentano a dismisura nella serena indifferenza del nostro ministero della salute. Cominciano a esistere lavori scientifici che affermano la tragica pericolosità dei farmaci che non sono stati proposti ma sono stati addirittura imposti, con particolare ferocia in Italia.

I lavori scientifici costano denaro. Esiste una vecchia regola che afferma che il risultato di uno studio scientifico dipende interamente dalla provenienza dei fondi necessari a finanziarlo. Questo il motivo per cui gli studi che affermavano la pericolosità del tabacco sono stati osteggiati per anni: la potentissima lobby del tabacco finanziava studi opposti. Uno dei maggiori business attuali è quello della pornografia. I lavori che dimostrano la tragica pericolosità non solo endocrina e fisiologica, ma addirittura anatomica della pornografia sono pochi perché nessuno ha interessa a finanziarli, mentre interessi economici spaventosi finanziano migliaia di articoli, scientifici e no, che “dimostrano” come la pornografia sia innocua e chi dice il contrario sia un insulso bacchettone.

Il dottor Citro, già autore dei libri Eresia e Apocalisse sulla malattia COVID-19 e su come trattarla, ha scritto sul cosiddetto vaccino un nuovo saggio “V-19: Virus Vaccino Veleno Violenza Vergogna Viltà Violazione Vituperio Vessazione Vanità Viscidume Vuoto Volgarità Vanvera Veto Virtualità Videodipendenza Voltagabbana Voltastomaco” Il sottotitolo è parecchio lungo, ma indubbiamente interessante. Il dottor Massimo Citro spiega che abbiamo a che fare con un farmaco iniettabile che non è un vaccino, ma è stato spacciato per tale e centinaia di milioni di persone sono state inoculate facendo leva sulla paura, sul senso civico, sulla buona fede. I decreti di emergenza hanno obbligato all’iniezione, perfino col ricatto con l’illusione di un’immunità che non c’è mai stata, e che non era nemmeno promessa nelle schede tecniche, come hanno dichiarato le stesse case farmaceutiche. Il farmaco non era un vaccino e non c’era alcuna emergenza a renderlo indispensabile. Io e innumerevoli altri come me siamo stati sospesi dal lavoro per un decreto che non aveva alcuna base medico-scientifica.

La definizione di vaccino prevede un farmaco che contenga un antigene, tossina o virus o batterio attenuato. L’antigene è quindi quantitativamente sotto controllo, si conosce esattamente quanto se ne inietta. In questo caso si inietta RNA che stampa l’antigene. Nessuno è in grado di calcolare quanto ne stampa, varia da caso a caso, è una specie di roulette russa. Inoltre, questa è la cosa interessante, l’antigene non è né neutro né attenuato, è una proteina spike cioè una pericolosa tossina. Se l’avessero chiamato col suo nome, questo farmaco avrebbe dovuto superare i test di farmacocinetica e farmacodinamica (che invece ai vaccini non sono richiesti) e la pericolosa tossina sarebbe stata scoperta. È bastato cambiare nome, trasformando il farmaco in “vaccino”, per abbindolare miliardi di esseri umani.

Se i governi avessero ordinato alla popolazione di assumere un farmaco (e non un vaccino), nessuno l’avrebbe fatto: mancano le basi per obbligare a un farmaco. Per il vaccino, invece, l’obbligo si genera dal panico. Pertanto, i “vaccini” per la COVID-19 sono dei nanodispositivi che, introdotti nell’organismo, fanno produrre alle nostre cellule una spike tossica, L’mRNA è una macchina stampatrice programmata per produrre soltanto quell’oggetto, la proteina di punta del virus Sars-CoV-2, senza alcuna attenuazione. Chi è inoculato con questo dispositivo produce in ogni momento trilioni di spike che stimolano, sì, la risposta immunitaria, ma non essendo attenuate, fanno quello che fa la spike del virus. Ovvero, infettano e ammalano.

C’erano motivi per invocare l’emergenza? La COVID-19 si poteva combattere altrimenti? Leggendo il libro del dottor Citro  la gestione della cosiddetta pandemia e della cosiddetta vaccinazione è stata talmente irragionevole e ascientifica da far sorgere il sospetto che i veri scopi fossero altri: imporre la digitalizzazione della vita con un controllo statale totale, rendere la popolazione meno fertile in un’ottica malthusiana e più soggetta a malattie così da essere dipendente dai farmaci e più ricattabile:  se non ti metti la mascherina non ti curo, se non ti vaccini non ti opero, e così via. In autunno ci informano con una circolare uscita a ferragosto che a ottobre ci sarà una preoccupante campagna vaccinale. Scopriamo che ci sono ben due nuovi vaccini a mRNA disponibili che saranno co somministrabili, quello anti covid e quello antiinfluenzale. Sono entrambi farmaci genici.  Ricompare la raccomandazione di inoculazione  degli over 60, quindi mi riguarda, e delle persone fragili, chiunque abbia una qualsiasi patologia inclusi bambini e lattanti. Sono considerate fragili, cioè da inoculare, le donne incinte, quelle che allattano e le puerpere. Il fatto che l’inoculazione dei cosiddetti farmaci anticovid abbia aumentato gli aborti , non è ricordato. I soggetti danneggiati da farmaci cosiddetti anticovid sono malati e quindi tutti soggetti a questa nuova cosiddetta vaccinazione.

Se conoscete il francese leggete il libro della genetista Alexandra Henrion Caude “Gli apprendisti stregoni, Tutto quello che non sapete sull’RNA messaggero” che spiega quanto sia pericoloso tutto questo. La “vaccinazione” è ovviamente solo raccomandata, ma non è difficile immaginare la pressione che cominceranno a fare le autorità sanitarie. Il mio primo consiglio quindi è: imparate a dire no. Il mio secondo consiglio è: se siete stati inoculati e ne avete avuto un qualsiasi danno, o anche la paura di un danno che si manifesterà in futuro, denunciate i medici vaccinatori  per insufficiente informazione e di conseguenza vizio di consenso informato. Non vi hanno informato che si trattava di farmaci in fase sperimentale. Non hanno informato che, trattandosi di farmaci fase sperimentale, le conseguenze a distanza erano e sono ignote.

 

 

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