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“Non è andato tutto bene”, il film verità che svela il regime pandemista

andrea zambrano la nuova bussola quotidiana paolo cassina play master movie Mar 18, 2024

di Andrea Zambrano

Lockdown, cure negate, green pass. E poi il dramma silenziato delle vite spezzate dei danneggiati da vaccino. Dopo il successo di Invisibili il videomaker Paolo Cassina torna con Non è andato tutto bene. Quasi tre ore che svelano la tragedia del regime pandemista. L'intervista al regista. 

Il suo precedente lavoro, Invisibili, dedicato ai danneggiati da vaccino, era stato un vero e proprio fenomeno. Si stima che con oltre più di 500 proiezioni sia stato visto da almeno 60mila persone. Un miracolo se si pensa che il film aveva viaggiato lontano dai circuiti mainstream. Oggi, con Non è andato tutto bene, il regista Paolo Cassina si propone di raggiungere una platea ancora più vasta perché ancora più vasto è il raggio di indagine che si è dato: raccontare tutta la pandemia partendo dai lockdown e, passando dall’imposizione del green pass, arrivare fino al grande scandalo dei danneggiati.

Il film, prodotto ancora da Play master movie, è quasi pronto e con l’inizio di aprile si svolgeranno le anteprime in alcuni cinema (Leggi QUI la locandina), alcune delle quali già sold out.

Nei 175 minuti di film ci sarà anche un pezzetto di Bussola. Nel corso della narrazione compaiono infatti anche alcuni articoli del nostro giornale, soprattutto quelli in cui per la prima volta in Italia si è dato spazio alle testimonianze delle vittime del vaccino covid. Un riconoscimento al nostro giornale per aver percorso la via, all’epoca non battuta da nessuno, di questi effetti collaterali che si sono voluti tenere nascosti per non intralciare la campagna vaccinale di massa. (QUI l'inchiesta della Bussola Mal di vaccino) 

In questa intervista alla Bussola, Cassina racconta in anteprima il senso del suo lavoro, che promette già dal trailer diffuso in questi giorni di far riflettere.

Cassina, di che cosa parla questo suo secondo film?
Di tutti i temi più controversi della stagione pandemica: le contraddizioni del lockdown, un'indagine approfondita sugli errati protocolli ministeriali e il boicottaggio delle cure domiciliari precoci, un focus sull'indimenticato dottor De Donno, la genesi dei sieri ad mRNA, l'introduzione degli obblighi di inoculazione e del Green Pass, i movimenti di protesta e la repressione che ne è scaturita, un focus sui gravi fatti accaduti a Trieste, un'indagine dettagliata sulle reazioni avverse da sieri anticovid e sulle cosiddette morti improvvise.

Che tipo di trattazione sarà?
Li ho voluti trattare senza superficialità nel rispetto dei 196.000 morti a causa della gestione politico-sanitaria, dei 60 milioni di italiani ricattati e delle centinaia di migliaia di persone danneggiate dai sieri, per quello che, a mio giudizio, è stato il periodo più violento e impattante sulla società dalla Seconda guerra mondiale ad oggi.

In attesa della Bicamerale Covid che ancora non è partita, possiamo dire che potrebbe essere materiale i prossimi componenti della Commissione di indagine?
Certamente. Ho cercato di dare un quadro esaustivo di questi tre anni e, come si usa dire, di unire i puntini. Il film ha una durata di 175 minuti, un po' meno di tre ore e offre molti spunti di riflessione su quello che è successo.

Come ha vissuto la pandemia?
All’epoca lavoravo come film maker per una televisione generalista e mi saltarono diversi lavori. Così decisi di andare in giro a documentare tutto quello che succedeva. Prima a Milano, la mia città, poi Lodi e la zona rossa di Codogno. Ho iniziato a maturare l’idea di fare un film sulla pandemia, ancora all’oscuro di quello che sarebbe successo nei due anni seguenti.

E che cosa ha documentato?
In Val Seriana incontrai i parenti delle vittime lasciate senza cure a casa, fin da subito c’era qualcosa che mi insospettiva.

Che cosa?
I pazienti deceduti a casa in totale assenza di assistenza mentre alcuni ospedali rimanevano vuoti a causa della disorganizzazione. Poi è arrivato il vaccino: ho indagato il mondo degli effetti avversi. Il film si divide in tre macrocategorie.

Quali?
Il primo è quello dei protocolli sbagliati e delle cure negate. Mi sono avvalso della voce narrante della giornalista Angela Camuso .Nel secondo, la cui narratrice è la giornalista Tiziana Alterio (autrice del libro il Dio vaccino ndr.), affronto il grande tema degli obblighi vaccinali, del Green pass e dei movimenti di protesta che non sono stati raccontati da nessuno. C’è un blocco intero in cui intervisto tanti protagonisti e personaggi di grande levatura morale e mostro le immagini di manifestazioni oceaniche minimizzate dal mainstream. Io le ho viste con i miei occhi.

E poi torna sulle reazioni avverse.
Questo è il terzo tema del film, narrato da Marianna Canè, la giornalista di Fuori dal Coro che ha denunciato i cosiddetti Aifa leaks. Racconto le storie di danneggiati permanenti, del Comitato Ascoltami e lascio parlare tanti medici ed esperti che si stanno occupando delle cure che oggi sono ancora negate a loro.

Che tipo di accoglienza si aspetta?
Mi aspetto che ci sia un allargamento del pubblico. Ho la percezione che tante persone stiano capendo che, come dice il titolo “non è andato tutto bene”, che sono state raccontate molte falsità da parte delle istituzioni.

Crede che sia solo un problema di ricostruzione storica, ormai?
No. Siamo alla vigilia dell’approvazione di un piano pandemico fuori da ogni logica. La cosa che auspico è che possa essere visto anche da chi ha responsabilità politiche e possa portare qualche elemento alla Commissione Covid.

FONTE : La Nuova Bussola Quotidiana

 

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