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Pensierini...

giglio reduzzi Oct 14, 2023

di Giglio Reduzzi 

1. 

Sillogismo. 

  1. La giudice Apostolico fa politica e meriterebbe di essere sanzionata. 
  2. Solo il CSM può comminare la sanzione. 
  3. Il CSM è presieduto dal Capo dello Stato. Ergo è lui che deve intervenire. Perché non lo fa? 

2. 

Il governo israeliano non ha certo bisogno dei miei consigli. 

Tuttavia ho notato, essendoci stato più volte, che anche dentro i confini di Israele ci sono parecchie comunità islamiche. 

Ed allora mi chiedo come mai gli ostaggi di religione ebraica in mano ad Hamas rappresentino un problema. 

Israele potrebbe, senza colpo ferire, raccogliere dei musulmani in numero pari o superiore a quello degli ebrei sequestrati dai terroristi di Hamas ed usarli per un futuro scambio. 

Magari l’ha già fatto e noi non lo sappiamo. 

Il diritto internazionale gli consente di farlo. 

E’ la cosiddetta rappresaglia o retaliation. 

3. 

A seguito degli atti di terrorismo commessi da Hamas ai danni di Israele, nel weekend si è tenuta una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con l’evidente intento di condannare l’aggressione in corso. 

Naturalmente non se n’è fatto niente, perché dentro il Consiglio c’era -e continua ad esserci- un Paese con diritto di veto che a sua volta ha aggredito un altro Paese e che, dunque, condannando Hamas avrebbe condannato anche sé stesso. 

L’esito della riunione non ha avuto molta diffusione, perché evidentemente l’ONU si vergognava di mettere in piazza il suo ennesimo fallimento. 

La riunione è stata indetta per un’esigenza protocollare, ma si sapeva in partenza che sarebbe stata inutile. 

Il nulla di fatto seguito alla riunione fa presumere che nessun invito alla mobilitazione sia stato inviato ai numerosi caschi blu presenti ai confini settentrionali di Israele. 

E, di conseguenza, induce l’opinione pubblica a chiedersi per quale altro motivo, se non per difendere quei confini, siano stati mandati là tutti quei soldati, che, com’è noto, comprendono un migliaio di italiani. 

E’ come dare l’ombrello quando c’è il sole e ritirarlo quando piove. 

4. 

Diritti inesistenti. 

Chi vive di televisione rischia di farsi delle idee sbagliate. 

Sì perché i TG danno le notizie, senza commentarle. 

E, quando le commentano, qualche volta sarebbero meglio che non lo facessero. 

Per esempio quando mostrano un gruppo di giovani immigrati che protestano perché l’alloggio nei centri d’accoglienza non è decoroso o il cibo non è buono, omettendo di aggiungere che, provenendo da non cittadini, queste proteste, pur condivisibili, purtroppo non hanno alcun fondamento giuridico. 

Diverso sarebbe il caso se queste proteste venissero fatte da cittadini italiani. 

Cosa che peraltro questi non fanno. 

Neppure quelli (e, secondo la sinistra, sarebbero milioni) che vivono in miseria e che, pertanto, avrebbero qualche motivo in più per prendersela con il governo. 

Qualcuno dovrebbe spiegare a questi ragazzi (perché tali sono) che essi dovrebbero ritenersi fortunati per il solo fatto di essere approdati sul suolo italiano, in quanto ogni altro governo europeo li avrebbe subito rimpatriati. 

Come minimo li avrebbe imprigionati. 

Già trarli dalle onde (od aver delegato altri a farlo) è stato un atto di pura generosità perché non è vero, come ci vien lasciato credere, che si tratta di un obbligo giuridico derivante dal diritto internazionale. 

Il diritto internazionale non conosce i naufragi volontari. 

Esso riconosce solo i naufragi che si verificano per i capricci della Natura o per altre cause accidentali. 

Non quelli provocati ad arte, al fine di ottenere il trasferimento in Italia, vale a dire entrare nella ricca Europa per la via più facile. 

Il buonismo è la dote italiana più nota nel mondo. 

Il rigore si trova solo negli aeroporti, dove, se un tunisino arriva con tanto di passaporto, ma privo di visto, viene rispedito in patria con lo stesso volo, mentre se approda a Lampedusa senza documenti d’identità (e magari dichiarando un’età inferiore a quella che ha al fine di assicurarsi benefici aggiuntivi) viene amorevolmente accolto e trasbordato (con nave da crociera) sulla terra ferma, affinché, qui giunto, sia libero di raggiungere la meta finale che si era prefissato. 

Ugualmente fuorviante da parte delle giornaliste televisive è lasciar dire, senza ribattere, alla madre peruviana della povera Kata che lei, come madre, ha diritto di sapere che fine ha fatto la sua bambina scomparsa. 

A nessuna giornalista televisiva infatti è mai venuto in mente di dire che lei, madre di Kata, in quanto cittadina straniera che vive di espedienti ed occupa una casa non sua, non può avanzare alcun diritto e dovrebbe se mai essere perseguita per aver allevato una bimba in un ambiente dove tutto, ma proprio tutto, è illegale, dal modo in cui vivono al luogo dove abitano. 

Tutti parlano di diritti. Nessuno parla mai di doveri.

 

 

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