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Pensierini...

giglio reduzzi Oct 19, 2023

di Giglio Reduzzi

 

1. Aggredendola in quel modo barbaro, Hamas sapeva che, prima o poi, Israele si sarebbe vendicata distruggendo Gaza ed uccidendo migliaia di musulmani. 

Questo significa solo una cosa (peraltro già evidenziata da Golda Meier): che l’odio per Israele di certi musulmani (quelli che ora sfilano sotto le bandiere di Hamas) è più forte dell’amore che essi nutrono per i loro stessi figli. 

 

2. Ha ragione il gen. Vannacci: questo è proprio un mondo al contrario. 

Dopo la sanguinosa aggressione di Hamas ad Israele, capirei che gli italiani, specialisti in fiaccolate, ne dedicassero almeno una, in segno di solidarietà, alla nazione aggredita. 

Invece no: le uniche sfilate che abbiamo visto erano tutte a favore di Hamas. 

C’è solo da sperare che, poiché queste erano composte prevalentemente da studenti, questi fossero motivati più dal desiderio di saltare la scuola che di approvare le incursioni di Hamas. 

Purtroppo una parte, formata per lo più da immigrati musulmani, era anche ispirata dall’odio per Israele. 

Ciò dà ragione a Paolo Mieli quando sostiene che, qualunque ignominia venga compiuta contro gli ebrei, in occidente, Italia compresa, lo sdegno popolare non va mai oltre le 12 ore, perché nel medio e lungo periodo sempre riemerge il radicato antisemitismo. 

 

3. Prima di invadere la striscia di Gaza, Israele ha invitato gli abitanti del Nord a spostarsi verso Sud nelle successive 24 ore. 

L’ONU, non paga del nulla di fatto ottenuto convocando il Consiglio di Sicurezza (e delle conseguenti mancate istruzioni ai caschi blu dislocati sui confini di Israele), ha avuto il coraggio di dire che le 24h di preavviso erano troppo poche. 

Il che è senz’altro vero, ma non può essere profferito da un ente inutile, come ha dimostrato di essere l’ONU negli ultimi 18 mesi (Ucraina ed Israele). 

Inoltre non si può certo dimenticare che le 24h concesse ad Hamas da Israele, per poche che siano, sono comunque 24 ore in più di quelle date da Hamas ad Israele. 

 

4. Come ha (pleonasticamente) ricordato qualche sera fa in TV, Franco Cardini, è illusorio pensare che Israele non voglia usare su Gaza lo strumento della rappresaglia che il diritto internazionale gli concede. 

Oltretutto sia musulmani che ebrei sono ancora saldamente ancorati alla legge mosaica, che anche nei rapporti personali considera valida la regola dell’occhio per occhio, dente per dente. 

Il che rafforza la tendenza ad usarla sul piano internazionale. 

Come è noto, è solo la religione cristiana (tra le tre che discendono da Abramo) quella che ha introdotto (seppure con scarso successo) il concetto di perdono. 

E’ qui che si svela l’unicità della religione cristiana e spiace immensamente che l’attuale Pontefice abbia voluto annullarla e sostituirla con l’eguaglianza di tutte e tre le religioni abramitiche, come i tre cubi, tutti uguali, di Abu Dhabi stanno in modo indelebile a dimostrare. 

Il dispiacere nasce soprattutto in materia di proselitismo, in quanto non si capisce come possano essere messi sullo stesso piano: 

·  Coloro che se ne stanno per conto loro e non fanno proselitismo (gli ebrei), 

·  Coloro che lo fanno mediante la predicazione (i cristiani) 

·  Coloro che lo fanno con la spada (i musulmani). 

 

5. Le dimostrazioni pro Hamas di Francia, che hanno portato a chiudere nientemeno che il Louvre e la reggia di Versailles, testimonia di quanti musulmani ormai vivano stabilmente in quel Paese. 

Il che non sorprende visto che la Francia è stata, ed in parte è ancora, un grande Paese coloniale e come tale ha sempre esercitato un forte attrazione sulle popolazioni africane. 

Il fatto che di essere di religione musulmana non spaventava i potenziali emigranti, dato che la Francia si è sempre vantata di essere un Paese laico. 

Non è un mistero, tuttavia, che molti dimostranti siano composti da immigrati dell’ultima ora entrati in Francia di soppiatto, via Italia. 

E’ per questo che Macron ha detto: ora basta e fa riportare a Ventimiglia tutti quelli che riescono a scappare di là. 

Si è accorto di averne già troppi, con grave rischio per la sicurezza dei suoi cittadini autoctoni, dato che le sfilate pro Hamas hanno fornito l’ennesima prova di quanto poco integrabili siano gli oriundi africani ed, a maggior ragione, quelli arrivati freschi dall’Italia. 

Poiché gli italiani non hanno un passato coloniale paragonabile a quello francese (inglesi, francesi e belgi avevano già fatto il pienone in Africa quando ci siamo mossi noi), noi non abbiamo ancora i problemi di Macron, ma ci avviamo ad averne a passo svelto. 

Quindi prepariamoci: con i flussi migratori in corso, la società multietnica che già vediamo in Francia, Inghilterra e Belgio, presto arriverà anche da noi. 

Noi siamo ancora qui a discutere se mettere o no i crocifissi ed i presepi nella scuole; da loro questi sono già articoli da museo storico. 

Se non la fermano i governi di destra, l’islamizzazione dell’Europa diventa inarrestabile. 

Le radici cristiane del vecchio continente non interessano più a nessuno, neppure al Vaticano, che dovrebbe essere in prima fila a rivendicarle. 

Fanno eccezione i governi di Polonia ed Ungheria, che però non godono di buona fama, specie a sinistra. 

Buona fortuna, Italia.

 

 

 

 

 

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