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giglio reduzzi Jan 16, 2024

di Giglio Reduzzi

I responsabili del Dicastero per la Dottrina della Fede sono stati, negli ultimi 42 anni, i seguenti cardinali:

Il cardinale che ha rivestito più a lungo l’importante carica (24 anni) è stato Joseph Ratzinger, nominato da Papa Giovanni Paolo II.

Nel 2005 Ratzinger fu eletto Papa assumendo il nome di Benedetto XVI.

Durante il Pontificato scrisse tre Encicliche, quattro Esortazioni Apostoliche e diciotto Motu Proprio, oltre a decine di Costituzioni Apostoliche.

In precedenza aveva scritto decine di libri, il più noto e corposo dei quali (tre volumi) riguardante la vita di Gesù di Nazareth.

Il card. Fernandez, invece, nominato alla medesima importante carica da Papa Francesco, non sembra aver scritto molti libri, oltre quelli per i quali è rimasto tristemente famoso, vale a dire:

 

  •  Saname con tu boca. El arte del besar (1995) e
  •  La pasiòn mistica: espiritualidad y sensualidad (1997).

 

Libri per i quali, anche tra i suoi colleghi, molti lo considerano esperto più di baci che di dottrina cristiana.

Quanto alla sua attività come responsabile del Dicastero più importante della Curia vaticana, egli sinora si è fatto notare solo per aver emesso la Dichiarazione “Fiducia Supplicans” concernente la possibilità per i sacerdoti di benedire le coppie gay.

Quindi senza allontanarsi molto dal mondo della sensualità esplorato in gioventù.

Com’è noto, questa dichiarazione, autorizzata dal Papa, ha fatto sorgere numerose critiche anche tra i vescovi più allineati alle posizioni pontificie.

Primi tra tutti i vescovi della corposa Conferenza Episcopale Africana, che hanno costretto il Papa ad esonerarli dalla applicazione di quella inedita Dichiarazione.

La ribellione di tanti prelati (ai componenti delle Conferenza Africana si sono nel frattempo aggiunti quelli di altre 14 Conferenze) viene letta da molti fedeli come la goccia che ha fatto traboccare il vaso oppure la pistola fumante di un pontificato che ha già compiuto una lunga serie di deviazioni dalla bimillenaria tradizione cattolica.

E, data la povertà teologica del nuovo responsabile del Dicastero della Fede rispetto alla ricchezza (non solo teologica) del card. Ratzinger, tale Dichiarazione viene anche interpretata come l’ennesimo schiaffo affibbiato da Papa Francesco al suo (mai amato) predecessore.

E’ chiaro che, ove tale Dichiarazione non dovesse essere ritirata (ed il suo autore destinato ad altro incarico) prima o poi si dovrà chiedere scusa a quei pochi prelati che, ancor prima che venisse trovata la pistola fumante, hanno avuto il coraggio di difendere la tradizione cattolica, a partire dai tanto dileggiati Marcel Lefebvre e Carlo Maria Viganò.

 

 

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