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Pensierini...

giglio reduzzi Jan 11, 2025

di Giglio Reduzzi

1. Ma chi comanda davvero in Italia?

A sentire alcuni giudici pare sia l’Unione Europea, perché dicono (senza ombra di contraddizione) di dover rispettare le sentenze di quella Corte di Lussemburgo che è emanazione diretta dell’UE.

Dunque, a loro avviso, Ursula Von Der Leyen viene prima di Giorgia Meloni.

Che però giura sulla Costituzione Italiana.

Che strano: la saggezza popolare dice che: Ubi maior, minor cessat.

Anche il Capo dello Stato a volte dà l’impressione di essere più allineato con l’UE che con il suo Paese. Certamente lo è in questo memento storico.

Maurizio Landini dice che comanda lui e vuole cambiare l’Italia come un guanto.

L’UE ha approvato senza battere ciglio la legge finanziaria italiana.

L’Opposizione (che è filo-UE) non sa che fare: l’approva in Commissione, ma la boccia in Aula.

Quindi il PD manda segnali discordanti su quale sia l’autorità prevalente.

Gli italiani nel loro complesso sono ancora convinti che le elezioni politiche (quelle per la scelta dei parlamentari di Monte Citorio) siano le più importanti.

E lo sono anche i segretari di tutti i partiti, che non a caso riservano i loro migliori uomini al parlamento italiano e mandano a Bruxelles quelli di cui vogliono liberarsi.

Dunque non si sa chi comanda veramente in Italia.

Una cosa è certa: che in Francia nessuno crede che Macron, erede di De Gaulle, abbia qualcuno sopra di lui.

A quanto pare neppure Dio, vista la laicità di cui fa sfoggio il governo francese.

Del resto è evidente che, quando Macron va a parlare con Vladimir Putin, ci va in quanto Presidente della Francia e non certo in rappresentanza dell’UE.

Sembra che la Francia stia nell’Unione solo perché ne ha, di fatto, la direzione e che, se dovesse perderla, non esiterebbe a seguire l’esempio del Regno Unito e lasciare l’UE.

Pare che la stessa UE non sappia quanta autorità possiede, perché, se davvero pensasse di valere più dei paesi membri, rivendicherebbe per sé il seggio che la Francia occupa all’ONU.

Quando Macron va a parlare con Putin, Ursula Von der Leyen sta zitta e buona; quando ci va Orban dice che lei non c’entra.

Chi ci capisce è bravo.

 

2. Alla fine l’Islam ce l’ha fatta.

Ieri la RAI ci ha informato che nel 2023 il nome più diffuso tra i neonati del Regno Unito è stato Mohammed.

E’ l’inizio ufficiale dell’islamizzazione dell’Europa.

Alla fine l’Islam ce l’ha fatta. Era dal 700 D.C. che ci provava.

Pacificamente, proprio come voleva Erdogan.

Senza invasioni di massa e teste tagliate.

Del resto i sintomi del cambiamento c’erano tutti.

Non era possibile assistere ulteriormente allo spettacolo di chiese cristiane vuote e di musulmani costretti a pregare a cielo aperto.

Certo gli uomini di Chiesa non saranno contenti, ma debbono rassegnarsi.

Inoltre, per quanto concerne i cattolici (che però sono il gruppo più numeroso) è il loro capo (guarda caso non europeo) che l’ha voluto.

E lo ha fatto in più modi.

Sia proponendo quotidianamente l’accoglienza dei migranti, che sapeva essere musulmani, sia sdoganando l’Islam con le incaute dichiarazioni di Abu Dhabi e Singapore.

Invece della cristianizzazione dell’Africa, per la quale si faceva la colletta nelle chiese, e spesso casa per casa, è arrivata l’islamizzazione dell’Europa!   

 

3. Un lusso che non possiamo permetterci

E’ la Sinistra.

Da quando ha abbandonato il suo ruolo iniziale, che era quello di difendere la povera gente, essa è diventata un lusso che non possiamo più permetterci.

Lo ha capito l’America, dove i lavoratori si sono resi conto che, se vogliono salvaguardare i loro interessi, debbono rivolgersi alla Destra di Trump.

E se hanno votato una persona antipatica come lui, invece della semper ridens Harris, significa che erano pienamente convinti di quel che facevano.

Ma lo sta comprendendo anche l’Europa.

Per incredibile che possa sembrare, tra le prime nazioni a rendersene conto c’è stata l’ltalia, che ha scelto la destra di Giorgia Meloni.

Prima del nostro Paese ci sono state le nazioni dell’Europa orientale deluse dalla vecchia appartenenza al blocco sovietico, tipo Polonia ed Ungheria, alle quali si è recentemente aggiunta l’Austria.

Ma a questa lista si aggiungerà presto la Germania, come dimostra il risultato delle elezioni recentemente svolte in Sassonia e nel Brandeburgo.

Ed alla quale si sarebbe già aggiunta anche la Francia, se Macron non avesse goduto immeritatamente della legge elettorale ereditata dal gen. De Gaulle, su cui era stata cucita.

Lo sarà di sicuro alla prossima tornata elettorale.

Come lo sarà la Spagna.

Ursula von der Leyen vede la sua poltrona traballare, perché i suoi maggiori sponsor (Macron e Scholz) sono entrambi in bilico.

I maligni dicono che sono “due morti che camminano”.

Come si vede, l’Italia è stata per una volta anticipatrice.

Altro che “isolata” come dice la residua Sinistra italiana.

Il fatto che la Sinistra raccolga sempre meno consensi, non solo in Italia, ma in tutto il mondo “occidentale” significa una cosa sola: che siamo difronte ad un partito inutile, ad un lusso che non possiamo permetterci, perché i lavoratori in questa parte del mondo cercano protezione altrove.

 

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