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Pensierini...

giglio reduzzi Feb 14, 2024

di Giglio Reduzzi

1. Rete 4 e l’Unità

 Tra gli ospiti fissi del telegiornale serale di Rete4 c’è, com’è noto, il direttore dell’Unità.

Giornale che trova in questa trasmissione il suo principale e forse unico veicolo di propaganda.

Perché Mediaset si sia prestata a questo gioco non l’ho mai capito e continuo a non capirlo.

Peraltro devo ammettere che questo giornalista, tenuto conto delle sue vecchie e mai sconfessate origini, in genere parla con molto buon senso.

Ma due cose nei suoi interventi non mi convincono:

1) Quando, a sostegno delle sue tesi, cita i discorsi del Papa.

No, un ateo come lui queste citazioni deve lasciarle ad altri.

Lui non è iscritto al club dei cattolici e dunque non ha titolo per giudicare, così come noi cattolici non giudichiamo quanto viene stabilito alle riunioni dei Testimoni di Geova.

Tanto più che, come anche lui dovrebbe sapere, quanto sostiene il Papa attuale non è in continuità  ma a varianza con quanto sostenevano i suoi predecessori;

2) La pacatezza dei suoi interventi al TG scompare del tutto quando si leggono i titoli del suo giornale.

Qui ricompare l’aggressività del passato.

 Mr. Hyke lascia il posto a Dr. Jekill.

Neanche questo si fa. 

2. Liliana Segre

Io non ce l’ho con Liliana Segre, ma ricordo ancora una volta che la Commissione senatoriale contro l’istigazione all’Odio, da lei presieduta, è stata istituita con i soli voti della  Sinistra, perché questa parte politica voleva far passare l’idea che l’hate speech fosse un’esclusiva della Destra.

Liliana Segre è caduta nella trappola e ci ha creduto.

Ora si accorge che tutto l’odio per Israele viene da Sinistra.

Immagino che sia rimasta molto male, anche se un ateneo ha ritenuto, forse per consolarla, di aggiungere una laurea honoris causa al laticlavio generosamente conferitole dal Capo dello Stato.

Un’onorificenza (quest’ultima) che non ha mai trovato una convincente spiegazione, sia per l’obsolescenza dell’istituto in sé (cfr. mio recente “pensierino”), sia per il fatto che essa ha costituito un implicito disconoscimento per chi, reduce dai campi di concentramento, vantava gli stessi merito di Liliana Segre.

 3. Ilaria Salis

 Temo fortemente che anche questa volta la Sinistra prenda le difese di Ilaria Salis solo per attaccare il governo, facendo leva sull’indignazione popolare che indubbiamente solleva vedere una giovane donna in ceppi.

In particolare se questo spettacolo avviene, non nella libera America (dove si fa anche di peggio), ma nel Paese dell’odiato Orban.

La strumentalità si rivela da sé, perché:

· se il trattamento riservato alla giovane italiana fosse più crudele di quello che viene normalmente applicato dalla magistratura di quel Paese, allora il nostro governo avrebbe il sacrosanto dovere di protestare, ma se così non fosse (e pare che così non sia) allora la protesta andrebbe rivolta, non all’Ungheria, ma a chi ha concesso che un Paese così retrogrado facesse parte di un consesso (l’UE) cui, proprio in questi giorni (cfr. proteste degli agricoltori), si rimprovera di essere andato troppo avanti;

· se, dati i buoni rapporti intrattenuti dal nostro governo con quello di Orban, i nostri ministri avessero ottenuto la liberazione della ragazza dai ceppi e magari il suo trasferimento in Italia, la Sinistra avrebbe detto che, come sospettava, in Ungheria non esiste alcuna indipendenza della Magistratura, perché questa fa esattamente quanto le suggerisce quel cattivone di Orban, amico della Meloni e di Salvini.

Come si evince da quanto sopra, questo discorso prescinde da ogni valutazione di merito (cioè dal fatto che la giovane donna sia o no colpevole) ed è fondato sul solo buonsenso (in altra occasione avrei detto cum grano salis).

Per quanto mi riguarda, sono contento che i miei figli non partecipino a cortei di protesta, né in Italia, né tantomeno all’estero.

Temo che il papà di Ilaria, se condivide il mio pensiero, non possa dire altrettanto.

4. L’Antifascismo

I Paesi più ferocemente anticomunisti sono quelli che il comunismo l’hanno sperimentato sulla loro pelle (leggi Paesi del gruppo Visegard).

Quelli che, come noi, non l’hanno vissuto sono fermi al l’antifascismo, perchè  quello del Duce era l’ultimo movimento antidemocratico che hanno conosciuto.

Se avessero vissuto l’esperienza comunista si comporterebbero esattamente come Orban ed i suoi colleghi del gruppo Visegrad.

Non è un caso che nel 2019 il Parlamento europeo abbia stabilito la pari iniquità dei due movimenti.

Più passa il tempo e più i festeggiamenti promossi dall’ANPI rischiano di apparire anacronistici, anche per il ruolo marginale che i partigiani italiani hanno avuto nella caduta del regime.

 

 

 

 

 

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