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giglio reduzzi Apr 08, 2024

di Giglio Reduzzi

L’islamizzazione dell’Europa 

Avendone parlato da anni (il mio saggio “Radici Cristiane Addio” risale al 2016), è evidente che queste sono solo considerazioni aggiuntive (con forte rischio per me di risultare ripetitivo). 

Una di queste considerazioni è che il processo di islamizzazione in corso sembra non interessare a nessuno. 

O a ben pochi. 

Eppure non mi sembra una cosa di poco conto. 

Infatti non si tratta di abbandonare una religione per adottarne un’altra ritenuta più avanzata, come accadde due millenni fa, quando in Europa si passò dal politeismo al monoteismo. 

In questo caso si tratta di sostituire il Cristianesimo con l’Islam, del quale si può dire ogni bene possibile, salvo che offra un modello di vita superiore a quello offerto dal Cristianesimo. 

Quel Cristianesimo che ha lasciato tracce di sé (e che tracce!) in tutto il continente e per così lungo tempo. 

Al punto da far dire al nostro maggior pensatore (Benedetto Croce) che nessun popolo europeo (persino quello francese, aggiungo io,) può definirsi altro che cristiano, almeno nelle origini. 

Quindi non si tratta di una sostituzione di poco momento, come lasciare la vanga a favore del trattore o la macchina per scrivere a favore del computer. 

L’Islam non è portatore di novità, né in materia dottrinale né per il modello statuale che propone. 

Tutt’altro. 

Infatti la forma di Stato che predilige è ancora quella (il Califfato), che prevede la completa fusione del potere spirituale con quello temporale, come avveniva ovunque, Israele compreso, prima di Cristo. 

Anche sul piano delle relazioni interpersonali è ferma al criterio pre-cristiano della legge mosaica (occhio per occhio, dente per dente), mentre, come si sa, il Cristianesimo ha introdotto, primo nella storia, il concetto di perdono. 

(Di come i musulmani trattano le loro donne meglio non parlarne.) 

Sono sicuro che persino Ahmed Al-Sayyed, l’Imam amico del Papa, non avrebbe difficoltà ad ammettere la superiorità della dottrina cristiana su quella islamica, se messo alle strette (quando mai?). 

Tutt’al più si limiterebbe a sottolineare la scarsa praticabilità derivante dal proporre una meta (il perdono) tanto elevata da porsi al limite della natura umana, che vorrebbe invece la vendetta. 

Ed allora, se introdurre l’Islam in Europa si configura come un salto indietro nel tempo (e di molto) perché accettarlo? 

Per varie ragioni: 

a) perché le nuove generazioni se ne fregano della religione e dunque una credenza vale l’altra. 

Il vento della laicità che sorse due secoli fa in Francia ha nel frattempo investito l’intero continente. E difatti in quel Paese la secolarizzazione è più avanti che negli altri Paesi del continente. 

Ad avvertire, con sofferenza, il cambiamento siamo solo noi anziani che siamo cresciuti in un’epoca in cui la religione regolava la nostra vita dalla culla alla tomba e, soprattutto, quando ci dicevano che dovevamo considerarci fortunati di essere stati educati secondo la religione “giusta”, nonostante l’obbedienza ai suoi dettami (specie in materia sessuale) ci rendesse grama l’esistenza. 

Purtroppo quest’ultima parte della predicazione si è rivelata un’illusione. 

La rivelazione è avvenuta il 4 febbraio del 2019 ad Abu Dhabi, quando Papa Francesco ed il suo amico Ahmed Al-Tayyeb firmarono insieme il documento in cui si dice che tutte le religioni hanno pari dignità e sono figlie della volontà divina al pari del colore degli occhi e della pelle. 

E difatti da quel momento in poi il 4 febbraio è diventato il giorno in cui, anche per la pronta adesione dell’ONU, si celebra la festa di tutte le religioni. 

b) La seconda ragione è che Papa Francesco ha continuato,  sin dal suo insediamento, a predicare l’accoglienza in Europa di un crescente numero di migranti dall’Africa, quasi tutti di religione islamica. 

Peraltro omettendo di dire, in perfetta coerenza con la sua innovativa posizione (mi riferisco al documento di Abu Dhabi) che, oltre a riceverli, bisognava anche convertirli alla nostra religione, o almeno provarci. 

(Del mancato riferimento papale alla necessità di convertire gli immigrati musulmani sono buoni testimoni i residui missionari comboniani, i più coraggiosi dei quali, tipo mons. Christian Carlassare,  non hanno mancato di far sentire forte e chiaro il loro dissenso.) 

Era pertanto inevitabile che il vuoto religioso lasciato dagli ex cristiani venisse occupato dall’islamismo dei nuovi venuti. 

Infatti la voce del Papa rimane sempre molto ascoltata anche in periodi di conclamata crisi spirituale, come questo che stiamo vivendo. 

Donde la crescente islamizzazione del nostro continente. 

Un processo che risulta ancora più evidente se, come succede, i nuovi venuti tendono a mantenere intatte le loro abitudini (anche nel modo di vestire), e se, come pure succede, almeno in Italia, per ogni musulmano che entra c’è un cristiano che esce. 

Mi riferisco ai giovani italiani che, finita la scuola, emigrano nelle Americhe in cerca di lavoro. 

c) La terza ragione per cui i migranti musulmani vengono tutti qui è che i Paesi non europei semplicemente non li vogliono, anche se ne condividono la religione. 

Pensate ai vantaggi che i migranti troverebbero se invece di venire da noi andassero, per esempio, in Arabia Saudita: stessa religione, stesso cibo, stesso clima, vicinanza ai luoghi sacri di Mecca e Medina, ecc, ecc. 

Purtroppo non ce li vogliono. 

Ed allora vengono da noi che, da buoni cristiani quali siamo stati allevati, bene o male li accogliamo. 

Forse più male che bene, ma certo senza allontanarli con la forza, come fanno i loro Paesi “fratelli” e come una volta facevamo noi stessi. 

Infatti le 700 torri saracene che i nostri progenitori avevano eretto a protezione delle nostre coste (o, meglio, quel che resta di esse,) sono state tutte adibite ad altro uso. 

Alcune in splendidi hotel a cinque stelle. 

Col passare del tempo siamo passati da “Mamma li turchi” a “Prego accomodatevi”. 

Inoltre la Guardia Costiera italiana dislocata a Lampedusa è forse l’unica forza militare al mondo che non è impegnata, -come da statuto- per difendere i confini marini della patria, ma per aiutare a varcarli! 

Queste sono le ragioni che secondo me stanno alla base dell’islamizzazione dell’Europa. 

Non escludo che ce ne siano altre, anche se al momento non ne vedo. 

Certo prima o poi bisognerà anche affrontare il tema di dove reperire i fondi necessari per conservare quelle bellissime cattedrali cristiane, nelle quali oggi entrano solo i turisti, salvo, beninteso, trasformarle in Moschee, come è stato fatto ad Istambul per la Basilica di Santa Sofia.

 

 

 

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