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Siete aquile o struzzi? Riassunto sulla COVID

Nov 23, 2021

di Luca De Netto

 

La vicenda Xylella ci ha confermato una realtà: che la maggior parte delle persone segue chi prospetta le soluzioni che appaiono più facili, semplici e risolutive. E rifiuta qualunque ragionamento articolato o che prospetti sacrifici maggiori, pur potendo questi essere davvero la soluzione del problema.

Il rifiuto per il ragionamento e/o l’incapacità di ragionare, spesso porta ad attaccare il ragionatore.

Tutta la questione Covid è stata l’ennesima dimostrazione di ciò.

All’inizio, la soluzione facile era negare l’esistenza di un problema, sotto lo slogan “abbraccia un cinese”.

Dopo di che, la soluzione facile è stata quella di chiudere tutto il Paese, senza le dovute distinzioni necessarie, sotto lo slogan “restiamo a casa 15 giorni, andrà tutto bene”: chi ha posto la gente davanti all’irrazionalismo di fondo sotteso a tale idiozia, dicendo che non avrebbe assolutamente risolto niente, è stato attaccato. Anche ferocemente.

Stessa cosa quando è partita la caccia al Nemico: il runner, chi passeggiava, veniva dipinto come l’irresponsabile che avrebbe causato danni a tutti gli altri, e colpevole della continua emergenza.

Chi ha fatto notare che tale atteggiamento fosse errato, pericoloso per la tenuta sociale e non in grado di rappresentare la soluzione individuando le autentiche responsabilità (politiche), è stato trattato come feroce negazionista e sostenitore di questi atteggiamenti “sovversivi”.

Del resto, allo stesso modo è stato dipinto chi insisteva nel non lasciarsi prendere dal panico, ma spingeva nel razionalizzare la vicenda, comprendendo bene di che tipo di realtà patologica si stesse affrontando, e che del tutto prive di senso fossero le sanificazioni delle strade o delle buste della spesa.

Lì, qualche politico navigato, in camera caritatis ha confessato che alla gente va data la contezza di fare qualcosa, anche se non serve a nulla. Anche se illude. Serve a far vedere che chi decide, fa.

Così, se il mantenimento del consenso era quello che portava la classe politica ad agire tanto per fare, inseguendo con i media finti e presunti “irresponsabili”, tra chi non rispettava l’insulso coprifuoco o le inutili mascherine mentre portava a spasso il cane, lo spronare al ragionamento, all’intelligenza, al superamento della paura è stata invece la stella polare di chi del consenso se ne fotte ed ha a cuore il bene comune, che non è altro che il bene di ogni uomo in quanto uomo.

E l’uomo è tale veramente solo se in grado di ragionare rettamente. Andando al cuore delle cose. Leggendole dentro.

Così sull’importanza e l’esigenza di curare sin dai primi sintomi una malattia che, pur non sottovalutando assolutamente la forma grave, nella stragrande maggioranza dei casi, quando si manifestava, o si risolveva senza particolari difficoltà, o comunque poteva esser curata anche a casa (ma non con la vigile attesa, che non è certo una cura…).

Quando poi sono stati autorizzati in via condizionata i c.d. “vaccini”, e sono stati accolti come se fossero una divinità che avrebbe risolto il problema, abbiamo, noi pochi, sottolineato come questi fossero mezzi tecnici che andavano usati con saggezza e sulla scorta di come e perché erano stati autorizzati “sotto condizione”.

Ossia mettendoli da subito a disposizione delle persone più anziane e dei soggetti ad alto rischio, per i quali i benefici della somministrazione superavano i rischi della stessa.

Il bene, cioè, era la vita e la salute dei singoli. Il vaccino un mero mezzo a tutela di quei beni.

Invece, si è scelto di somministrarli mentualae canis, dandone un po’ agli anziani, e troppi sparsi qua e là, compresi studenti di 18 anni al primo anno di università!

Dopo di che, si è passati ai sanitari, con il presupposto dogmatico – ma scientificamente infondato – che i vaccini avessero immunità sterilizzante e che i sanitari avessero rischi maggiori rispetto ad altre categorie (povere cassiere dei supermercati…).

Ed ovviamente, il sottolineare che l’immunità sterilizzante non fosse certa, ed anzi improbabile, è passata come questione di poca importanza, cruccio dei soliti “rompicoglioni” a cui non va mai bene niente.

Mentre il resto del mondo festeggiava intorno al nuovo vitello d’oro donato agli uomini dalla Dea Scienzah per renderli immortali.

La campagna vaccinale priva di precauzioni, logica, con tanto di hub aperti ai diciottenni, selfie, delirio di massa, regali, è cosa recente, e a nulla è valso sottolineare i rischi di tale modalità operative, e l’illusione che con le due dosi a testa tutto sarebbe finito.

Eppure i morti ci sono stati, e le reazioni anche gravi pure.

Poi si è accettato il Green Pass, anche lì nella convinzione che fosse uno strumento sanitario che certificava l’immunità, ed il premio atto a rimarcare di far parte della schiera dei “buoni” e dei “giusti”, grazie all’agire dei quali tutto sarebbe finito.

Ed i soliti rompiscatole, invece, rimarcavano l’irragionevolezza, l’infondatezza, la profonda anti-giuridicità del pass. 

E per questo dipinti come no-pass e no-vax. Pericolosi soggetti colpevoli di ogni male.

Oggi si giunge , forse, a capire che proprio l’uso del pass con l’affidamento cieco a vaccini non sterilizzanti (e con effetti avversi importanti) è stata la causa della nuova ondata e, probabilmente (si spera ovviamente di no) di nuove restrizioni e chiusure.

Che, a rigor di logica, dovrebbero purtroppo riguardare tutti. Ma qui si pone un problema molto serio per la classe politica. Che si gioca il consenso. Perché puoi negare fino a quando vuoi che anche i vaccinati si infettano, contagiano e si ammalano. E vengono anche ricoverati. Ma prima o poi ci sbatti contro.

E che chi diceva che affidarsi a capofitto e senza distinzioni doverose al solo “vaccino” come soluzione definitiva e sufficiente era rischioso o comunque pressapochista, che andava comunque investito in sanità, nelle cure, nella medicina di territorio a prescindere, forse aveva qualche ragione… Pure stavolta… Ma non importa. Non è questo. Come si è detto più volte non interessa la ragione o il torto, interessano le scelte giuste da fare, a prescindere da chi le individui o le esprima.

Tanto la colpa, tranquilli, sarà dei pochissimi non vaccinati. Ed ovviamente dei soliti rompicoglioni. Di quelli che ragionano troppo. Che non gli va mai bene niente. Che potevano tranquillamente allinearsi e gettarsi nella mischia senza fare sangue acido. Per gli altri.

Ma evidentemente, c’è chi nasce aquila. E c’è chi nasce struzzo. Ma mettere la testa sotto la sabbia, non ha aiutato fino ad oggi. E non aiuterà certo domani.

Poi ognuno scelga, se preferisce imparare a volare ed avere una visione completa dall’alto. Oppure continuare a fare lo struzzo…

Sapendo che ci saranno sempre quelli che inseguiranno il consenso degli struzzi per mantenere il potere…

 

Luca De Netto, avvocato, è Presidente del Centro Studi Internazionale “EUROPAITALIA”

fonte: https://www.sabinopaciolla.com/siete-aquile-o-struzzi-riassunto-sulla-covid/

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