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Storia di uno stupro farmacologico di Silvana De Mari

Jan 17, 2022

Commento alla lettera di una amica che si è vaccinata per necessità e aggredita verbalmente dai medici dell'hub vaccinale di Ladispoli. Siamo chiari: l’inoculazione di un vaccino o cosiddetto tale contro la volontà del soggetto, estorta mediante ricatto violentissimo, è uno stupro farmacologico.

Ricevo queste righe da una mia carissima amica. Le parentesi sono mie.

Mi sono vaccinata stamane. Ma ho subito un vero e proprio abuso.
Il tutto è documentato da una registrazione sul cellulare. Stamane, 9 gennaio 2022 mi sono recata all’hub vaccinale di Ladispoli (RM) per sottopormi alla prima dose di vaccino. Costretta dall’obbligo vigente per gli insegnanti: ho già ricevuto tre diffide dalla scuola, per cui se non mi fossi vaccinata  avrei perso lo stipendio e non posso permettermelo.

Finora non avevo voluto vaccinarmi, non perché sono una pericolosa novax, ma perché ho avuto fin da bambina problemi di allergie per i quali non prendo mai medicine, se non in casi davvero estremi.
Inoltre, da qualche mese si sono intensificati dei disturbi neurologici che avevo sempre trascurato e alla fine mi è stata diagnosticata una forma di epilessia, per la quale prendo dei farmaci che mi danno qualche problema, ma che sono necessari.
Sono in attesa di una risonanza magnetica con contrasto che - come risulta dal certificato scritto del neurologo - serve per capire da che è determinata l’epilessia: c’è qualcosa che preme nel cervello e bisogna capire che cosa è 
(è qualcosa che occupa spazio, potrebbe essere un aneurisma o forse peggio).


Tutti, a parole, mi hanno detto che potevo vaccinarmi, ma nessuno l’ha messo per iscritto. Tutti hanno detto «ne parli col medico vaccinatore». E così il 10 gennaio, armata di una cartellina con la documentazione del caso, mi sono recata all’hub.
Mi hanno chiesto di compilare il modulo sul consenso informato (reperibile anche su internet). Io l’ho fatto specificando che il mio consenso era dato in ottemperanza all’obbligo di legge e spiegando che desideravo dal medico vaccinatore assicurazione scritta che il vaccino non avrebbe aumentato i rischi cerebrovascolari che corro.

Il primo medico con cui ho parlato mi ha mandato via dicendo che
- non ero obbligata a vaccinarmi, era una mia libera scelta
- non potevo scrivere niente sul modulo se non negli spazi appositi.
(Questa persona non si è presentata, la frase elementare “sono il dottor x” non viene detta,  non siamo in grado di risalire al suo nome. Questo tizio evidentemente ritiene che tra le libere scelte possibili per un cittadino ci sia quella di rinunciare allo stipendio e ai diritti civili. Sui libricini su cui ha studiato medicina doveva esserci scritto che esistono gli spazi appositi e che un paziente, parola che viene dalla parola patire perché è un sofferente, deve scrivere negli spazi appositi. La mia carissima amica soffre di epilessia, ha una massa occupante spazio nel cervello che potrebbe essere un aneurisma o altro)


Ho compilato un altro modulo, scrivendo più o meno le stesse cose negli spazi appositi. L’ho inoltre compilato in duplice copia per averne una per me.
Un secondo medico, una donna,  mi ha detto che certamente il vaccino non era pericoloso per me, ma che non avrebbe messo niente per iscritto e che non avrei dovuto scrivere quelle cose neanche negli “spazi appositi”.
Sono andata a compilare un ennesimo modulo nel quale, laddove si chiede di quali patologie  soffro, ho specificato che sono in attesa della RNM con contrasto per accertare  che cosa preme sul mio cervello.

La stessa dottoressa mi ha tolto dalle mani i precedenti moduli che aveva  rifiutato, mi ha detto che non potevo averne una copia per me,
 (nessuna legge impedisce a un cittadino di uno stato decente di non avere una copia per sé di qualsiasi documento. Questa tizia ha commesso un primo reato, abuso di potere. Siamo in grado di risalire all’identità di questo individuo, che non si è presentato, non perché abbia messo un timbro col suo nome e cognome, non scherziamo, ma perché c’è il suo numero identificativo sul certificato che loro chiamano ampollosamente “certificato di vaccinazione” e che è il certificato di inoculazione di un farmaco sperimentale fino al dicembre 23, per la quale la paziente ha fatto da cavia gratuita e senza diritto al risarcimento,) ha cancellato la parte in cui spiegavo che ero in attesa di RNM,(questa persona, mi ripugna chiamarla medico, ha cancellato le righe dove la paziente segnalava le problematiche che rendono pericolosa la vaccinazione: questo è gravissimo, è falso in atto pubblico, non solo è un reato, ma è indegno di un medico. In una nazione decente con ordini dei medici decenti un gesto di questo genere dovrebbe portare alla radiazione immediata), non ha voluto prendere atto della documentazione che avevo portato, insistendo sul fatto che non c’era scritto da nessuna parte che avevo un aneurisma, mi ha aggredita verbalmente dicendo che se avevo paura era un problema mio e che io stavo cercando scuse per non vaccinarmi. Se avesse avuto ragione non mi sarei vaccinata. Invece ho accettato la puntura. Avrei voluto però che qualcuno si fosse preso la responsabilità.
Ancora mi chiedo:
Perché deve risultare che mi sono vaccinata spontaneamente, quando invece l’ho fatto per obbligo di legge?
Perché tutti dicono che non mi farà male, ma NESSUNO ha il coraggio di metterlo per iscritto?
Quel modulo che mi hanno fatto firmare con la forza (perché altrimenti avrei perso la retribuzione, diritto costituzionale irrinunciabile), contiene un mucchio di falsità:
«Ho avuto la possibilità di porre domande in merito al vaccino e al mio stato di salute ottenendo risposte esaurienti e da me comprese». Non è vero.
«Sono stato correttamente informato con parole a me chiare. Ho compreso i benefici ed i rischi della vaccinazione, le modalità e le alternative terapeutiche». Non è vero.
E dove c’è scritto «Riferisca eventuali altre patologie o notizie utili sul Suo stato di salute» mi è stato impedito di scrivere come stanno davvero le cose.
E fondamentalmente dove c’è scritto che «acconsento e accetto» la vaccinazione, mi è stato impedito di specificare che in realtà sono obbligata per legge.
I miei diritti di libertà e la mia dignità è stata violata. La democrazia è morta.

È morto ben di più della democrazia. Ci sono state e ci sono nazioni prive di impostazioni democratiche, dove però è riconosciuto ai sudditi il diritto all’integrità del proprio corpo ed è riconosciuto al medico il dovere di curare o quanto meno di non diventare un’aggressione.

In una bella lettera pubblicata da La Verità qualche giorno fa, una signora che aveva subito la stessa aggressione dichiarava giustamente di sentirsi stuprata. Ho sempre sostenuto che la somministrazione di un farmaco fatto in questa maniera, contro la volontà della persona, non possa che essere definito uno stupro farmacologico. La frase è stata molto derisa, ma la rivendico fino all’ultima sillaba. L’inoculazione di un vaccino o cosiddetto tale contro la volontà del soggetto, estorta mediante ricatto violentissimo, è uno stupro farmacologico, è una violazione del trattato di Norimberga ed è considerata dallo stesso trattato un crimine contro l’umanità.

fonte: https://lanuovabq.it/it/storia-di-uno-stupro-farmacologico

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