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Tempi. Lettere al direttore - Lettere per Giulia e Filippo

tempi Nov 24, 2023

Vi proponiamo questa lettera inviata al direttore di Tempi.

C'è più saggezza, umanità e carità in una posizione adulta consapevole che non in tutti i bla bla bla sul patriarcato di cui sono piene le pagine dei giornali.

Caro Filippo, ora che nel silenzio di una cella tedesca sei davanti a te stesso, prima di avere tutti i riflettori disumanamente puntati su di te al tuo ritorno in Italia, non puoi certamente non riconoscere il male che hai fatto, anche se vorresti rimuoverlo, quasi estraniandoti dalla realtà.

Eppure tu non sei fatto per il male, nessun uomo è fatto strutturalmente per il male, nessun uomo nasce per essere destinato ad essere “mostro” o pervertito. Eppure accade, è accaduto in te… ma allora, mentre si spendono le analisi dei saggi che hanno un gran da fare in questi giorni nei talk show e mentre qualcuno dice che se avessi frequentato l’ora di “educazione sentimentale” alle superiori forse non saresti arrivato a tanto, che cosa può permettere che questo male non si impadronisca in un modo così violento dentro un rapporto affettivo che era nato in modo positivo?

Rispetto ai saggi della nostra epoca, che cercano di dare ricette per sconfiggere o almeno ridurre questo male, tu hai questo strano privilegio di poterci stare davanti a questo mistero e sentire bruciante anche tu la domanda che si poneva san Paolo: «Perché faccio il male che non vorrei anziché il bene che vorrei? Chi mi libererà da questo corpo di morte?».

Il dramma di oggi è la censura di questa domanda, la censura del dramma di una fragilità del nostro essere che, anche se non assume forme violente e atroci come quelle che hai vissuto tu, ci portiamo dentro tutta la vita e la riempie di una smisurata solitudine. E, come ben vediamo in tema di abusi, non risparmia nessuno, neanche i cosiddetti uomini di Chiesa.

Eppure da 2.000 anni un uomo che si è detto Dio sfida la ragione di tutti gli uomini affermando che Lui ha vinto il male, non lo ha eliminato dalla faccia della terra ma lo ha vinto: è la sfida più grande alla nostra ragione umana, per cui è ragionevole verificare o se è vero o se è la più grande menzogna della storia.

Chi si affida alla Sua Presenza non diventa magicamente buono ma può iniziare un cammino di verità dell’essere. Gli uomini di oggi sono soli – e i giovani che Pasolini chiamava “generazione sfortunata” sono vittime di questo – proprio perché hanno smarrito la possibilità di questo cammino di verità, in cui la Fede in quell’uomo informa la vita al punto che è possibile un modo di affrontarla, con i suoi problemi e i suoi drammi in modo da non smarrirsi e non smarrire l’uso della ragione, che ci impedisce di trattare il nostro cuore per la bellezza per cui è fatto. Puoi anche non arrivare a riconoscere che questo Uomo è Dio, ma in ogni caso sperimenti “il centuplo quaggiù”.

La compagnia di quest’Uomo permette che l’amore non diventi possesso ma non perché lo impari su un libro o con una lezione di “educazione sentimentale”, ma perché lo vedi in atto in tanti amici veri e in tanti testimoni.

Così puoi amare una donna non perché la possiedi ma perché ami il suo destino e se non è fatta per stare con te la ami ancora di più lasciandola al suo destino e alla sua libertà e tu corri verso il tuo. Nessuno più di Dio ama la nostra libertà, cioè la nostra capacità di aderire al vero. Giulia era libertà e chiedeva che tu la amassi amando la sua libertà. Ma forse non potevi, proprio perché tu non eri libero. Ma lo puoi diventare! Pur dentro un carcere in cui probabilmente passerai molti anni futuri della tua vita.

Ti auguro di trovare presto questa compagnia di Cristo attraverso la presenza di coloro che riconoscono che Cristo perdona anche il più efferato dei delitti: “Oggi sarai con me in Paradiso” disse al ladrone in croce. E la giustizia umana che deve operare non può eliminare il gusto e l’esperienza di questo perdono.

La giustizia farà – giustamente – il suo corso nei tuoi confronti, ma questo non solo non basterà per portare in vita Giulia, ma non basterà neanche per riportare in vita te che sei ancora vivo o per dare una speranza credibile all’opinione pubblica che queste cose non accadano più.

Ti prego, guarda in faccia il mistero del male, ma guarda in faccia anche il mistero della tua vita che oggi ti sembra inutile.. e guarda in faccia il mistero di Uno che muore dal desiderio di farti sperimentare che la salva.

Così potrà nascere un bene per tutti e una speranza per molti.

Ti porto nel cuore, certo che tua madre ti protegge dal Cielo.

Mario Dupuis Padova

FONTE : TEMPI

 

 

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