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TENETEMI STRETTA

sabina colloredo silvana de mari tenetemi stretta May 29, 2024

di Silvana De Mari

Tenetemi stretta è il libro più irrinunciabile che ho letto nel terzo millennio. Leggo pochissima narrativa, leggo quasi esclusivamente saggistica di storia e medicina, ma qualche libro che racconta una storia l’ho letto e questo è uno dei migliori. Il libro è un’autobiografia: Sabina ci racconta la sua vita, le sue piante, la storia di suo padre, le sue battaglie, c’è anche un capitolo di scrittura creativa femminile, con la regola base: alternare i capitoli alle pulizie domestiche. Testimonio che funziona. Quando il capitolo non viene, interrompi e metti su il minestrone. Soprattutto Sabina ci racconta di avere il cancro, e la sua potenza è di alternare, anzi di fondere, struggente ed esilarante. Il tema è struggente, una donna che combatte più battaglie, quella contro la malattia, quella per proteggere le figlie dal dolore, e tutto questo viene raccontato con un potente senso dell’umorismo, ed è questa la misura del coraggio. Il fatto che l’autrice Sabina Colloredo sia mia amica, non ha influenzato il giudizio. Il giudizio nasce dai fiumi di umorismo di questo libro che racconta di una magnifica donna che ha il cancro e deve dirlo alle adorate figlie e alle persone che ama. Riporto le sue parole: “Vaga: -Ragazze mi hanno scoperto un piccolo inciampo all’ apparato riproduttivo. Culinaria logorroica: -Tesoro, sai cosa è successo ieri? Mentre andavo a comperare il macinato per prepararti le polpette, sono passata dal medico a ritirare gli esami. Pensa te, mi ha detto che nell’ovaio ho una pallina giusto grossa come una polpettina. Dobbiamo toglierla in fretta, ti spiace se le polpette te le preparo un altro giorno? Olistica incomprensibile: – Amore, hai presente quel pancione che aveva la mamma negli ultimi mesi? Dentro cresceva il mio destino. Prosaica: –  Cucciole, non dovete preoccuparvi, ma ho un inquilino nell’ovaio. Definitiva: ho il cancro, cazzo!”

Come si fa a non amarla? Non sempre possiamo scegliere quello che la vita ci mette davanti, nessuno sceglierebbe mai il cancro, ma possiamo scegliere come affrontarlo. Non possiamo decidere la direzione del vento, ma è una nostra decisione l’angolazione delle vele. Il libro racconta di una sanità drammaticamente problematica, dove però figure di eccellenza continuano a battersi per i pazienti. Il libro racconta di specialisti molto poco speciali, che visitano in fretta, pensando ad altro, che dicono assolute fesserie, tipo pancia piena di aria, mentre l’agopunturista insiste sul continuare una terapia che non funziona. E la psicologa raccomanda di volersi più bene. Commento io che la psicooncologia è una branca molto particolare, basata su tecniche, principalmente EMDR e coerenza cardiaca, che hanno la capacità di diminuire lo stress del paziente e quindi abbassare il suo tasso di cortisolo e aumentare le endorfine, non è buonismo spicciolo e frasi da cioccolatino. La psicooncologia è contenuta nel titolo del libro, Tenetemi Stretta, perché questo è quello che serve, che tutti li tengano stretti i pazienti oncoogici, coloro che li amano, i medici e gli infermieri che devono tenere a loro, e chiunque altro passi nel mondo incrociando la loro strada. L’ottagono non è il nome di una giostra, ma della postazione di chemioterapia, dove otto letti sono controllati da un’unica postazione centrale. Sabina diventa un’“ottagonista”, suona bene, sembra un film. Il libro racconta del freddo della sala operatorio, della sonda infilata nell’avambraccio, portata ovunque con onore, dell’inevitabile turbante che secondo le figlie sta malissimo, meglio un tatuaggio sul cranio, magari con i titoli dei libri di Sabina, così si fa un po’ di pubblicità. La narrazione si alterna con le folgoranti battute di tre magnifiche persone, una madre e due figlie, che non si sono arrese al dolore che ha bussato alla loro porta. Non possiamo evitare il dolore, ma possiamo ridere di lui, perché il nostro amore è più forte, ed è questo il senso del coraggio. Il coraggio come l’affetto fabbrica endorfine ed è contagioso. Leggere questo libro fabbrica endorfine. Sabina Colloredo ha messo in pratica la regola dell’ottimismo e della generosità, che non è “andrà tutto bene”, che è invece la frase degli imbecilli, ma “fai il meglio che puoi con quello che hai, e porta un po’ di sole dove puoi”. Ha creato un club del libro nel suo reparto di oncologia. Ogni mese presenta un nuovo titolo, perché la narrativa serve per questo, per creare mondi dove si può andare qualche ora a riposarsi del proprio, serve perché tutti abbiano un argomento comune, quella storia, quel personaggio, che non siano la conta dei globuli bianchi e il dosaggio del cortisone, serve per sentire che c’è sempre qualcuno che vuole tenerci stretti. Il coraggio di una persona è dato dalle sue battaglie.

 

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