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Un anno dopo il rovesciamento della Roe: a che punto siamo?

roevswade universitari per la vita Jun 26, 2023

da universitariperlavita.org

«Questa situazione, con le sue luci e le sue ombre, dovrebbe renderci tutti pienamente consapevoli che ci troviamo di fronte a uno scontro enorme e drammatico tra il bene e il male, la morte e la vita, la “cultura della morte” e la “cultura della vita”. Ci troviamo non solo “di fronte” ma necessariamente “in mezzo” a questo conflitto: tutti ne siamo coinvolti e tutti ne siamo partecipi, con l’ineludibile responsabilità di scegliere di essere incondizionatamente pro-vita.» (S.Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, 28)

 

Un anno fa, il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha comunicato la propria decisione in merito alla causa Dobbs v. Jackson.

Questa decisione, che ha ribaltato la precedente legislazione della Corte che di fatto legalizzava l’aborto (la tristemente nota Roe vs. Wade), passerà alla Storia probabilmente come la più importante decisione mai presa dalla Corte Suprema statunitense.

Per coloro che hanno lavorato e pregato per questo – in alcuni casi per quasi cinquant’anni – la decisione Dobbs è sembrata quasi surreale.

Per quasi cinquant’anni, ci siamo radunati al National Mall a Washington D.C nel gelido clima di gennaio per chiedere la fine di questo regime scatenato dalla Roe. Per cinquant’anni abbiamo cantato “hey hey, ho ho, Roe vs. Wade has got to go!”

Per cinquant’anni, abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per mitigare il male che l’orrenda decisione della Corte Suprema del 1973, la quale ha inaugurato uno dei regimi abortivi più permissivi al mondo, con un costo in termini di vite umane che è difficile da comprendere – la morte di oltre 63 milioni di bambini innocenti.

Abbiamo fondato migliaia di centri di aiuto alla gravidanza, e li abbiamo finanziati con il nostro denaro, senza nessuna assistenza da parte del governo. Abbiamo manifestato all’esterno delle cliniche abortive sotto la pioggia, la grandine, la neve, e abbiamo fatto del nostro meglio per offrire alternative alle donne convinte di voler procedere con l’aborto. E abbiamo creato e fatto pressioni per una legislazione pro-vita che gradualmente riportasse l’ago verso vera medicina.

Come ho già sottolineato più volte, c’è ancora un enorme quantità di lavoro da fare per liberare completamente il nostro Paese dalla piaga dell’aborto e inaugurare un’autentica Cultura della Vita. E ancora, nell’imminenza dell’anniversario della decisione Dobbs, prendiamoci un momento per apprezzare i risultati raggiunti.

Dozzine di Stati proteggono la vita

Sotto il pugno di ferro della Roe, era illegale per gli Stati vietare o limitare l’aborto prima della viabilità del feto, circa 24 settimane di gestazione. Bastano pochi minuti per imparare a conoscere lo sviluppo fetale e vedere quanto fosse assolutamente barbaro: bambini completamente formati, capaci di succhiarsi il pollice e di rispondere alla voce della madre nel grembo materno, potevano essere legalmente strappati da un abortista per qualsiasi motivo, e nessun elettore o legislatore pro-vita potrebbero fare qualsiasi cosa per cambiare quella situazione nel loro stato.

Una volta superata la Roe, ora gli Stati hanno la libertà di mettere in atto concretamente qualsiasi restrizione sull’aborto che ritengano opportuna. E molti Stati hanno colto al volo questa opportunità. Come riportato dal Daily Caller, meno di 12 mesi dopo la Dobbs, metà degli Stati ha introdotto legislazioni che impediscono l’aborto dopo le 12 settimane, o anche prima.

Ogni aborto è una parodia morale: l’uccisione di una vita umana innocente. Per questo, i divieti dalle 12 settimane o anche quelli legati al battito cardiaco sono tristemente insufficienti, dato che permettono la prosecuzione di questa grave ingiustizia. Ad ogni modo, i dati mostrano chiaramente che da quando gli Stati hanno si sono coraggiosamente attivati per difendere i più innocenti,  sempre più bambini vengono salvati dall’aborto.

Questo è un progresso tangibile, con conseguenze pratiche che sono veramente meravigliose. Secondo Susan B. Anthony di Pro-Life America circa sono stati evitati circa 60000 aborti, grazie all’aumento di leggi pro-life in tutta la nazione.

È bene tenere a mente, comunque, che in molti Stati che hanno messo in atto legislazioni pro-life dopo la Dobbs, le suddette leggi non sono ancora effettive a causa di vari ostacoli leali. Secondo Stephen Billy di SBA Pro-Life America, se tutte le leggi diventeranno effettive, si può prevedere che almeno 200000 bambini verranno salvati dall’aborto ogni anno. Ci sono buone ragioni per credere che tali leggi supereranno tutte le traversie legali, grazie al coraggio della Corte Suprema che ha affrontato la rabbia e perfino la violenza delle lobby abortiste, facendo la scelta giusta.

Questa nuova situazione sta già influenzando i profitti delle organizzazioni abortiste come Planned Parenthood. Alcune settimane fa, Planned Parenthood ha annunciato che licenzierà tra i 10 e il 20% del personale. Nel frattempo, dozzine di cliniche abortiste hanno smesso di compiere aborti, o hanno chiuso i battenti. Gli ultimi dati che sono riuscito a reperire sono dello scorso autunno, quando il Guttmacher Institute (filo abortista) ha scritto che 66 cliniche abortiste negli Stati Uniti hanno completamente smesso di compiere aborti. Da allora senza dubbio anche altre hanno chiuso i battenti.

Certamente, anche se la Roe è stata superata, non possiamo aspettarci che i gruppi abortisti e l’industria dell’aborto si arrendano.  Sfortunatamente, molte persone sono state ingannate dalla bugia che l’aborto sia in qualche modo un servizio “essenziale”, perfino un “diritto umano” fondamentale. Guidati da questa erronea convinzione, molti attivisti pro-aborto sono tenaci quanto gli eroi pro-life che hanno lavorato e si sono sacrificati per portare al ribaltamento della Roe.

Ostacolati dalle nuove leggi, e dalla ritrovata libertà degli Stati nell’agire in difesa della vita, i gruppi abortisti stanno mettendo in atto strategie che sono state preparate anni prima che la Roe fosse rovesciata, proprio per rispondere a questa eventualità.

La principale strategia è l’incremento degli aborti in “telemedicina”, nei quali gli abortisti prescrivono farmaci abortivi dopo un colloquio online con la donna incinta. Come riportato da CNN, gli aborti in questa modalità sono emersi appena dopo la Dobbs. Nel dicembre 2022, ad esempio, sono stati stimati 8540 aborti in telemedicina, in considerevole aumento rispetto ai 3590 di aprile dello stesso anno.

Contemporaneamente, Stati fortemente abortisti come New York e California hanno visto crescere il loro numero di aborti, presumibilmente a causa delle donne provenienti da Stati meno permissivi. Sfortunatamente, le organizzazioni abortiste sono così devote alla causa dell’aborto che hanno raccolto denaro per aiutare le donne a coprire le spese dei viaggi compiuti per uccidere i propri figli. Perfino il governo statunitense, guidato dal “cattolico” Biden, si sta attivando per finanziare questi viaggi.

Fortunatamente l’emendamento Hyde, che proibisce di utilizzare i ricavi delle tasse per finanziare gli aborti, è ancora in vigore. Tuttavia, se i piani di Biden e dei Democratici si concretizzassero, questo emendamento sarebbe eliminato, permettendo così al Governo di usare il denaro faticosamente guadagnato dai contribuenti per pagare l’uccisione dei bambini – un’ingiustizia grottesca.

In altre parole, i sostenitori dell’aborto sono ancora estremamente agguerriti, e molto attivi: trovano qualsiasi scappatoia, esplorano ogni possibilità, per assicurare che le donne abbiano la possibilità di uccidere i bambini innocenti che portano in grembo.

In una delle sue lettere, San Pietro scrive:

«Siate sobri e vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1Pt 5, 8).

Questo avvertimento si applica al movimento pro-life. Sebbene con il ribaltamento della Roe è stata vinta un’importante battaglia nella guerra per creare una Cultura della Vita, il diavolo davvero si aggira alla ricerca di chi divorare.

Ci sono molti politici pro-aborto che coglieranno la prima opportunità che si presenterà per approvare una legislazione federale che codifichi la Roe in legge. E se non possono far avanzare la cultura della morte in questo modo, cercheranno altre strade: potrebbe essere attraverso la legalizzazione del suicidio assistito (che a mio avviso è il prossimo fronte principale della battaglia tra cultura della vita e cultura della morte), o inculcando nei nostri bambini idee perverse riguardo la sessualità e la natura umana per assicurarsi che le prossime generazioni siano più ben disposte nel rendere l’aborto maggiormente accessibile.

C’è una sola soluzione: con l’aiuto di Dio, e in unione con la sua Benedetta Madre, noi dobbiamo essere ancora più tenaci e arguti dei nostri avversari. In un passaggio difficile, nostro Signore avvertì i propri seguaci che «i figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce» (Lc. 16,8).

Ci basta guardare alle industrie dei media, dell’intrattenimento e dell’educazione per capire a cosa si riferisse il Signore. I sostenitori dell’aborto, dell’eutanasia, del gender hanno spesso superato in astuzia i figli della luce nel impossessarsi dei più potenti strumenti di potere. Loro sono maestri nell’utilizzare e modificare storie e linguaggio per desensibilizzare le persone nei confronti del male, perfino facendo passare i messaggi più distruttivi come innocenti, addirittura piacevoli, e portano questi messaggi a un’intera generazione di bambini, coloro che costruiranno il futuro. Come altro spiegare l’improvvisa comparsa, all’interno dei film di Hollywood e degli spettacoli TV, di personaggi transgender, e di educazione sessuale esplicita?

Dobbiamo essere ancora più scaltri di loro, tenendo ben fisso l’occhio sull’obiettivo e giocando sulla lunga distanza. I nostri nemici sanno che se catturano le menti dei nostri bambini, compromettendo la loro capacità di discernere il bene dal male, alla fine trionferanno. È ora di trovare nuove vie per insegnare ai nostri bambini la grande verità dell’insegnamento della Chiesa sulla vita e sulla famiglia.

Dobbiamo trovare nuovi modi per trasmettere la verità che la vita trionfa sulla morte, che l’amore vince sulla lussuria, che l’autocontrollo è più potente del’edonismo, che la verità è sempre da preferire alla menzogna. Dobbiamo raccontare storie in grado di trasmettere la meravigliosa bellezza della vita familiare, di quanto sia degna di lode la coraggiosa accettazione di una nuova vita, della incommensurabile dignità di ogni essere umano. Non dobbiamo rammollirci o arrenderci. Non dobbiamo adagiarci sugli allori.

Come scritto da Papa Giovanni Paolo II nella Evangelium Vitae noi siamo nel mezzo di un enorme conflitto tra la cultura della vita e cultura della morte. Che lo vogliamo o no, siamo tutti coinvolti, c’è un’ineludibile responsabilità nello scendere in campo per la vita. Decidere di non farlo è comunque una presa di posizione.

Tuttavia, come ha sottolineato Papa Giovanni Paolo II, questa responsabilità non è un peso se la si affronta con gli occhi della fede. «La scelta incondizionata per la vita raggiunge il suo pieno significato religioso e morale quando sgorga, è formata e alimentata dalla fede in Cristo», ha scritto il Papa della Vita in Evangelium vitae n. 28. «Niente ci aiuta tanto ad affrontare positivamente il conflitto tra la morte e la vita in cui siamo impegnati quanto la fede nel Figlio di Dio che si è fatto uomo e ha abitato tra gli uomini perché «abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv. 10, 10). Si tratta di fede nel Risorto, che ha vinto la morte; la fede nel sangue di Cristo “che parla più benevolmente del sangue di Abele” (Eb. 12, 24)».

Unendoci alla Resurrezione di nostro Signore, troviamo la forza e il coraggio per continuare a far avanzare questa grande nazione verso la vita, costruendo sul grande successo del ribaltamento della Roe, e questo lavoro, già ora, sta salvando decine di migliaia di vite da una fine precoce.

Che eredità gloriosa!

Fonte: Human Life International

 

 

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