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Vera Sharav, una sopravvissuta ai campi nazisti, parla delle misure anti-COVID e di come minacciano l’umanità

Nov 09, 2021
 

di Eva Daniela Montanari

 

Vale la pena leggere le considerazioni di Vera Sharav, un’ebrea americana, già vittima del nazismo tedesco, esposte il 19/03/’21 alla 44esima sessione del Corona-Ausschuss, dal titolo “Le radici del male”. Drammatica e provocatoria, individua nelle attuali soluzioni pandemiche mondiali inquietanti somiglianze con l’eugenetica nazista di cui è diventata un’attiva avversaria attraverso l’attività di Alliance Human Research Protection da lei fondata negli USA per proteggere le persone dalla medicina arbitraria e dalla sperimentazione umana.

Intervistata dall’avv. tedesco Reiner Füllmich (qui trovate l’intervista scritta), Vera ricorda che sotto il regime nazista la professione medica e le sue istituzioni furono radicalmente trasformate, sradicate le norme morali, violati i diritti civili e umani individuali, distrutta la coscienza sociale in nome della salute pubblica. Martellanti risultarono la propaganda e il ricatto psicologico attuato con la paura di malattie minacciose di cui sarebbero stati portatori gli stessi ebrei; esclusi costoro dalle attività normali, previa identificazione con stella gialla e tesserini.

Solo oggi, dice Vera, alcuni cominciano a capire perché il popolo tedesco non si è ribellato. La paura ha impedito di fare la cosa giusta, minando dignità e libertà.

 

Collusioni: medici e finanza

 

Vera Sharav riconosce nelle linee guida mediche di oggi un grande passo indietro verso la dittatura e il genocidio. “Ogni volta che i medici colludono con il governo e si allontanano dal loro personale obbligo clinico professionale di non nuocere all’individuo, possono trasformare la medicina da una professione umanitaria di cura in un apparato assassino”. Durante l’Olocausto, l’establishment medico ebbe un ruolo centrale, approvando ogni passo del processo omicida e conferendogli un’apparenza di legittimità. Vittime del processo medico industrializzato furono i neonati handicappati, segnalati dalle ostetriche; i malati di mente, ospitati dalle istituzioni psichiatriche, gli anziani nelle case di riposo; gli uomini inferiori, cavie per testare farmaci sperimentali. La collaborazione col regime fu assicurata anche con il sostegno finanziario dei banchieri di Wall Street e delle grandi corporazioni statunitensi, tedesche e svizzere (i cui nomi vengono elencati) che fornirono il materiale chimico, industriale e tecnologico.

 

Misure restrittive ispirate all’eugenetica

 

Veniamo all’oggi con l’attenzione rivolta agli USA e all’Europa occidentale. Secondo Sharav, la pandemia del Covid-19 ha messo a nudo le politiche sanitarie ispirate all’eugenetica. “Gli ordini governativi agli ospedali e alle case di cura hanno essenzialmente condannato gli anziani alla morte. In Europa e negli Stati Uniti, gli ospedali hanno ricevuto l’ordine di non trattare gli anziani nelle case di riposo, di non dare loro cure mediche, compreso l’ossigeno. Diversi governatori statunitensi hanno mandato anziani infetti in case di cura pur sapendo che non avevano le garanzie essenziali per prevenire la diffusione del virus”, afferma Vera. Sono state imposte quarantene e chiusure, respinte, invece, durante recenti epidemie come l’aviaria, al fine di contenere l’ansia della popolazione e favorire il miglioramento delle comunità, oltreché di evitare la crisi dell’economia nel paese. “I lockdown distruggono milioni di vite e di mezzi di sussistenza e gettano milioni di persone nella povertà”. Solo i miliardari americani, distrutta la concorrenza, hanno tratto vantaggio, aumentando i loro immensi patrimoni personali. Un altro strumento restrittivo è il Greenpass, che classifica e divide, costruendo l’apartheid: una classe, privilegiata, l’altra, discriminata e disprezzata.

 

Censura e ricatti

 

Oggi medici e scienziati che esprimono opinioni sul diktat ufficiale sono trattati come eretici, “imbavagliati e diffamati” dai media, minacciati di perdere i loro mezzi di sussistenza.  I contratti per il vaccino Covid 19 sono top secret, come anche le garanzie che le case farmaceutiche hanno voluto assicurarsi. “Se non c’è niente da nascondere, perché hanno così tanta pauraqual è l’obiettivo finale?

 

Progetto globale

 

Si tratta di terminare il compito, che ora è globale… di andare oltre Hitler”. “Si tratta di ridurre la popolazione, obiettivo sognato dagli oligarchi fin da John D. Rockefeller. E si tratta di attuare il controllo, reso più facile dallo sviluppo tecnologico che oggi è di gran lunga superiore alle schede perforate dell’IBM e ai tatuaggi per identificare e tracciare gli ebrei; ora una tecnologia di tracciamento più invasiva, tatuaggi via chip, permette il controllo della popolazione.

Credono davvero di essere superuomini e che noi siamo tutti subumani”. “Il vero problema, infatti, non è il virus, è l’eugenetica”.

Hitler aveva un masterplan, oggi, invece, le élites, senza il consenso dei popoli, tendono a realizzare un piano, reso pubblico, il Nuovo Ordine Mondiale o Quarta Rivoluzione Industriale. I soldi guidano tutto ovviamente, ma soprattutto il potere. “Credo che il potere sia come una droga”, confessa Vera.

 

Complottisti o realisti

 

Molti sottovalutano il pericolo, lo minimizzano, come accadde agli ebrei della Germania nazista che furono avvertiti della imminente persecuzione e dello sterminio ma non credettero. Dissero: – I soliti teorici della cospirazione! Di che stanno parlando? Qui va tutto bene! 

 

Vera conclude auspicando un lavoro comune:

Ora dobbiamo lavorare insieme e sono sicura che questo ricordo fra i tedeschi sarà recuperato per poter dire: questa volta non gliela faremo passare liscia, perché è davvero peggio”.

L’avv. Reiner Füllmich è l’intervistatore che, per promuovere una lotta contro le misure repressive, ha dato inizio ad una cooperazione giuridica internazionale, difendendo i popoli indigeni, cavie frequenti di sperimentazioni farmaceutiche. E dice: “prima erano solo gli indigeni, ora siamo tutti indigeniper questo la lotta dev’essere globale… Dobbiamo unire le nostre forze e lottare insieme per riuscirci.” Giura che non è facile applicare il codice di Norimberga contro oligarchi, giornalisti e giudici, tutti conquistati alla causa. Non è facile, perché nel frattempo i giovani sono diventati dipendenti dalla tecnologia informatica e dei messaggi veicolati. Ne sono “innamorati”, come il bambino col suo orsacchiotto. Citando l’auspicio di Klaus Schwab, “La quarta rivoluzione industriale porterà alla fusione delle nostre identità fisiche, digitali e biologiche”, prospetta un transumanesimoda cui è urgente salvarci. Non è facile perché, come affermerà drammaticamente Vera, le persone preferiscono non vedere, convinte come sono che per essere buoni cittadini sia sufficiente mantenere la distanza fisica e indossare le mascherine”.

fonte: https://www.sabinopaciolla.com/vera-sharav-una-sopravvissuta-ai-campi-nazisti-parla-delle-misure-anti-covid-e-di-come-minacciano-lumanita/

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