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XMAS MONTESANO AUDERE SEMPER

carmine ippolito enrico montesano the loffington post xmas Nov 29, 2022

di 

Enrico Montesano è un garbato comico cui indossare, nel corso delle prove di ballando sotto le stelle, una maglietta della Xmas è costata l’esclusione dal programma.

La decisione di estromettere Montesano è stata perentoriamente assunta dai responsabili del programma trasmesso su una rete televisiva che appartiene al servizio pubblico, sostenuto, in quanto tale, dal pagamento del canone cui sono onerati, per obbligo di legge, i contribuenti. La  gestione di una rete televisiva pubblica dovrebbe essere ispirata a criteri super partes di imparzialità e trasparenza, oltre che da qualificazione e competenza,

La vicenda è significativa in quanto mette a nudo il profondo arretramento civile e culturale in cui sta sprofondando il dibattito pubblico e l’esercizio delle libertà fondamentali nel nostro paese. La discriminatoria decisione assunta dai vertici Rai nei confronti di Montesano è sintomatica di quanto ormai il clima civile e culturale sia ammorbato in Italia da quella che, acutamente, Marcello Veneziani, ha definito “la cappa”: un clima che priva la società di una visione generale della realtà e dove, nella rassegnata acquiescenza diffusa, è in corso un vorticoso scivolamento dalla società aperta a quella coperta finalizzato a definitivamente ingabbiare la coscienza civile in un sistema globalitario che condiziona, controlla e manomette ogni cosa: natura, storia, sessi, salute, linguaggio e, quindi, tradizione e pensiero.

La questione, peraltro, assume una connotazione ancora più parossistica in quanto chiama in  causa la complessa vicenda della decima Mas, ossia di un corpo di valorosi, appartenuto alla regia marina italiana che, di certo, si distinse per il compimento di imprese che gli valsero, durante il secondo conflitto mondiale,  anche il solenne riconoscimento del nemico.

La  Flottiglia MAS, anche nota come Decima MAS, fu un’unità speciale, il cui nome è legato a spericolate incursioni e temerarie azioni di assalto.

Nella fase iniziale del conflitto, le imprese dell’unità non furono coronate da successo e comportarono molte perdite tra gli equipaggi, come nel caso del fallito attacco a Malta del 1941. Con il perfezionamento dei mezzi, si giunse a clamorosi successi come quello della Baia di Suda(25-26 marzo 1941) o dell’impresa di Alessandria del 19 dicembre 1941. Quest’ultima impresa rimase leggendaria in quanto tre pattuglie di subacquei incursori, cavalcando tre siluri a lenta corsa, noti come maiali, provocarono l’affondamento della Valiant e della Queen Elizabeth,  privando per un lungo periodo la Royal Navy delle sue meglio attrezzate navi da battaglia nel Mediterraneo.

Le operazioni venivano realizzate da sommozzatori in grado di nuotare fino a sotto le navi nemiche per collocarvi dell’esplosivo. I mezzi usati per trasportare queste testate esplosive, del peso di circa 300 kg, erano dei siluri modificati passati alla storia come maiali. “

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, la Xª Flottiglia MAS, si scisse: le truppe sotto il comando di Junio Valerio Borghese, rimasero in gran parte bloccate a La Spezia dove si riorganizzarono in corpo franco, ed entrarono nella Marina Nazionale Repubblicana. Gli elementi rimasti al sud, invece, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di prigionia alleati, riorganizzarono l’unità con il nuovo nome di “Mariassalto“: tale unità della Regia Marina, di base a Taranto, comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza, continuò le attività belliche agli ordini degli Alleati.

Nel 1954 il gruppo fu ricostituito con il nome di Comsubin (Comando Subacquei ed Incursori).

Le assurde polemiche scatenate in Italia dalla maglietta, indossata da Montesano, in quanto recante lo stemma della flottiglia ed il dannunziano motto “memento audere semper”, assumono un senso ancora più paradossale in quanto si verificano in concomitanza al successo editoriale registrato dal romanzo “l’Italiano” di Arturo Perez Reverte, uno dei più noti autori iberici. Il racconto è singolarmente ispirato proprio alle gesta di unità della decima flottiglia che realmente operarono, nel 1942, nella baia di Gibilterra portando a termine clamorose azioni di affondamento e sabotaggio di navi nemiche. Si tratta di vicende che, a fronte della generale disfatta, normalmente, andrebbero comunque annoverate con orgoglio nella storia di ogni nazione.

E così, mentre in Italia il solo evocare lo stemma della Flottiglia di incursori determina scomuniche civili, il romanzo di Perez Reverte – che in passato è stato anche un esperto reporter di guerra – si perita di rievocare fatti realmente accaduti, rimasti ai margini dei grandi eventi della seconda guerra mondiale, registrando un successo tale da indurre i produttori di Gomorra e Suburra ad accaparrarsi i diritti televisivi e cinematografici dell’opera. 

Vero è che taluni reparti della decima MAS, restando agli ordini del comandante Junio Valerio Borghese, continuarono la guerra con l’obiettivo di non cessare la lotta contro gli Alleati. Questi reparti furono anche impiegati nella lotta antipartigiana, macchiandosi di gravi efferatezze come la fucilazione sommaria di civili e partigiani, la cattura e tortura di ostaggi fra i civili.

E’ di palese ovvietà però che i crimini di guerra – di cui pure si macchiarono i singoli – nel corso dell’intero conflitto mondiale, non deprivano di valore le imprese in cui si cimentò tale corpo di ardimentosi.

Nel corso di esperienze estreme, quali sono le guerre, quale esercito, del resto, non si è macchiato di crimini indicibili? Gli eserciti democratici non sono affatto immuni da tali incresciosi precedenti. I civili rimasti sepolti a Hiroscima, Nagasaki, Amburgo, Dresda, in Indocina, ad Hanoi, a Phnom Phen, a Belgrado o a Bagdad, a Tripoli, Misurata o Kabul, sotto il tanto democratico quanto impietoso tritolo angloamericano, si contano a centinaia di migliaia per ciascuno di questi conflitti. Gli aerei americani che a Kabul, da cui più di recente, sono stati cacciati con ignominia, hanno lasciato sul selciato oltre trecentomila civili.

Il raffronto si impone in quanto rende la misura esatta dell’insopportabile livello del conformismo ipocrita in cui è ingabbiata l’informazione ed il pensiero in Italia.  Un provocatorio quesito finale: se, a ballando sotto le stelle, Montesano avesse indossato un berretto recante lo stemma  del battaglione Azov,  dell’ Us Air Force o dei marines, sarebbe stato analogamente sospeso? 

Fonte : The Loffington Post

 

 

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