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In oltre 90.000 hanno venerato il corpo incorrotto di Santa Teresa d’Avila

giuliano guzzo il timone Jun 03, 2025

di Giuliano Guzzo

In un’epoca segnata da incertezze ed eclissi del sacro, almeno nell’Occidente scristianizzato, ci sono eventi ancora capaci di attirare non solo l’attenzione ma anche un così alto numero di fedeli da costituire segni tangibili di speranza. Rientra tra questi la esposizione pubblica del corpo incorrotto di Santa Teresa d’Avila, che per l’appunto ha rappresentato un potente richiamo alla fede e alla tradizione cattolica. Tale esposizione ha avuto luogo dal 11 al 25 maggio presso la cittadina castigliana di Alba de Tormes, dov’è arrivata una marea immensa di pellegrini: oltre 90.000. Circa 93.000, per l’esattezza.

A rendere omaggio alla grande mistica, in una delle rare occasioni in cui le sue spoglie sono state esposte al pubblico, i fedeli sono arrivati da ogni parte del mondo. Questo significativo evento ha avuto luogo nella Basilica dell’Annunciazione, dove Santa Teresa morì nel 1582. Il suo corpo – custodito in un’urna d’argento lunga 1,3 metri – è stato visibile ai fedeli per la terza volta in oltre quattro secoli. Dunque si è trattato indubbiamente di un evento eccezionale. In effetti, o’ultima esposizione risaliva al 1914, quando i devoti ebbero solo un giorno per venerare la santa.  La decisione di esporre nuovamente le spoglie è maturata dopo una ricognizione canonica autorizzata dal Dicastero per le Cause dei Santi e richiesta dal vescovo di Salamanca, José Luis Retana.

L’apertura della tomba è avvenuta il 28 agosto 2024, alla presenza del postulatore generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, padre Marco Chiesa, e del priore di Alba de Tormes, padre Miguel Ángel González. Durante l’operazione, è stato constatato che il corpo della santa si trovava nello stesso stato di conservazione osservato nel 1914, con il volto e il piede visibili e mummificati, ma riconoscibili. La procedura di apertura dell’urna è stata complessa e solenne. Basti dire che sono state necessarie dieci chiavi: tre custodite ad Alba de Tormes, tre dal Duca d’Alba, tre dal Padre Generale a Roma e una dal re.

Queste chiavi hanno permesso di aprire la porta esterna, la tomba di marmo e l’urna d’argento. Prima dell’inizio dei lavori, i presenti hanno recitato il Te Deum, sottolineando il carattere sacro dell’evento. Durante le due settimane di esposizione, la basilica – come si può immaginare – è stata teatro di momenti di intensa spiritualità. Fedeli di ogni età e nazionalità hanno atteso pazientemente il loro turno per avvicinarsi all’urna, molti in preghiera, diversi perfino in lacrime. Particolarmente toccante, a tale proposito, è stata la presenza di un gruppo di suore indiane, visibilmente commosse di fronte alle spoglie della santa. La venerazione delle reliquie di Santa Teresa ha insomma suscitato un rinnovato interesse per la sua figura e il suo insegnamento.

Dottore della Chiesa e patrona degli scrittori, la santa – giova qui ricordarlo – è celebre per le sue opere mistiche, che continuano a ispirare credenti e studiosi. Non stupisce quindi che in oltre 90.000 abbiano inteso, peraltro in pochi giorni, recarsi a renderle omaggio. Ciò nonostante, la notizia indubbiamente resta. In un mondo spesso distratto e secolarizzato, l’afflusso di decine di migliaia di fedeli per venerare il corpo incorrotto di Santa Teresa d’Avila testimonia infatti la perdurante forza della fede e la sete di spiritualità autentica. Con la santa carmelitana che, anche secoli dopo, continua a parlare ai cuori, rivolgendo loro lo stesso appello di sempre: quello di un incontro personale e trasformante con Dio (Foto: screenshot, SG News, YouTube)

FONTE : IL TIMONE

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