LA RAGIONE COMUNE HA BISOGNO DI DIO
Jun 17, 2025
Nel suo profondo vidi che s’interna,/ legato con amore in un volume,/ ciò che per l’universo si squaderna (Dante, Paradiso 33 vv. 84-86)
di Emanuele Sinese
Il processo di estromissione della fede dalle realtà sociali è sempre più manifesto. Si costituisce infatti una società sempre più presenzialista e meno trascendente. Per un retaggio moderno, ci si affida alle sole mostranze empiriche, relegando così il Bene per eccellenza che è Dio alla scelta
soggettiva, ove si sfocia in una concezione romanticista della fede, oppure alla totale eliminazione di Dio.
La laicità non può essere scevra dall’assoluto
Coloro che hanno la presunzione di eliminare Dio per sostituirlo con la sola ragione compiono atto di assolutismo. L’assolutezza razionale è una mera presa di posizione che costituisce una fede scientista e antropologica, dacché essi si vanno a deificare i costrutti umani, che non possono condurre l’uomo alla reale comprensione del sé e alla salvezza. La ragione per essere pura e non fine a se stessa deve confrontarsi con la fede, così come la fede con essa per non cedere a forme di fideismo o in modo ancora più negativo all’universalismo panteistico.
Se la politica rifiuta il cristianesimo rifiuta anche la ragione. L’autonomia del soggetto non consta nella relazione meccanicista dell’esistenza, ma nella costituzione di elementi di bene che hanno origine nel Sommo Bene; non a
caso il fine della politica è proprio codesto. L’ideologia sviluppatasi con la Rivoluzione Francese ove la laicità è spazio neutro di assoluti è errata. La storia è il frangente in cui Dio si rivela e l’umano è chiamato ad essere suo fautore, anche nelle scelte politiche, senza instaurare uno stato confessionale. L’eliminazione di Dio dall’istituzione statale ha condotto alla costituzione di
totalitarismi in quanto il soggetto, caduco per natura, si affida alle esclusive volontà personali.
Se la società in ogni sua struttura e sovrastruttura riconosce l’esistenza di Dio conoscerà allora le reale verità. Per quanto concerne le strutture sociali si cita l’economia. Essa è uno dei fondamenti che consentono l’emancipazione personale e sociale. L’economia deve tenere conto dell’uomo, quindi i processi economici devono essere in funzione del soggetto. L’economia, prima ancora del profitto, deve avere come mozione la giustizia, la solidarietà e il bene comune.
L’essere umano come ben scrisse papa Leone XIII nell’enciclica Rerum Novarum non deve essere l’oggetto, ma il soggetto dell’economia. In riferimento al bene comune si ribadisce l’importanza della proprietà privata, quale diritto naturale garantito dal lavoro e fautore della sussistenza. Tale diritto però non deve essere un detrimento del bene comune, dacché è garanzia per tutti e in particolare per gli indigenti. Per quanto concerne le sovrastrutture sociali, si fa riferimento per esempio agli aspetti culturali, di cui la religione, in particolare il cristianesimo, ne è parte integrante.
L’Europa tutta dovrebbe riconoscere le sue radici cristiane. Sempre a livello sovrastrutturale, fu la Chiesa a costituire i nosocomi per fornire ausili ai degenti, così come enti di credito a tassi agevolati per contrastare l’usura che da tempo imperversava nella società. Si pensi anche al ruolo educativo che nei secoli la Chiesa ha avuto: le cattedrali, i monasteri e le collegiate divennero infatti centri di istruzione, così come l’attenzione al disagio sociale da parte di illustri figure, poi canonizzate come san Filippo Neri e san Giovanni Bosco.
In ausilio il prologo di san Giovanni ricorda che Dio non è un mito o una realtà esclusivamente velata, ma ipostasi incarnata. Riconoscere Cristo significa anche a livello morale non cedere all’appannaggio delle nuove forme di paganesimo, che nel tempo divengono nuove divinità. Si pensi per esempio alla tecnocrazia: essa è la nuova e futura forma di governo, ove il soggetto nelle sue funzioni verrà sostituito da apporti tecnici, che non gioveranno completamente alla sua essenza, dacché a lui si sostituiranno.
Quale ruolo ha il cristianesimo?
Il cristianesimo è la fede nel logos. Esso è l’irruzione silenziosa della verità e dell’amore. Amore e verità sono in circolarità. La ricerca che accomuna ogni vivente dalle origini a oggi è il senso, quindi la verità non può essere compresa con la sola dimensione razionale, essa necessita della fede in quanto la reale verità divenuta ipostasi trinitaria, sta all’origine dell’integrale sviluppo della persona.
Se l’uomo non conosce Cristo sarà come un viandante che vaga nei meandri dell’esistenza. Il cristianesimo ricorda che vi è bisogno della trascendenza, la quale ricorda all’uomo la sua Imago Trinitatis, senza la quale l’uomo non sarebbe salvato. La fede è questione sociale, perché Dio si è rivelato già con Abramo nella storia, ossia nelle vicissitudini umane, senza però essere circoscritto alle esclusività soggettiviste. La fede cristologica si oppone al relativismo che, nella presunzione di eliminare l’assolutezza della fede, si assurge come assoluto e da taluni viene poi proclamato anche come verità.
La laicità deve ragionare come se Dio fosse. L’allora Cardinale Joseph Ratzinger in riferimento chiosò:
Il tentativo portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Dovremmo, allora, capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse.
Vivere come se Dio ci fosse ha radice nella legge naturale, ove come postulato della creazione vi è a priori un essere sommo che in modo armonico, ma anche relazionale conduce il mondo.
Il pluralismo religioso, non può proporsi come equivalenza di tutte le forme religiose
L’attuale contesto storico vede la presenza di differenti forme religiose, alcune delle quali praticate nei loro rituali anche da cristiani; si pensi alla tecnica dello yoga che viene definito come via di salvezza, paragonandolo e sostituendolo alla salvezza cristica. Nelle altre religione vi è certamente la presenza dei Semina Verbi e di elementi di bene, ma non ci si può arrecare la presunzione di sostenere ogni loro espressione religiosa, come equivalente al cristianesimo. Le religioni non cristiane hanno una conoscenza incompleta di Dio e non tutte aprono alla trascendenza.
Si pensi al Buddismo che molti praticano. Esso è una corrente di pensiero che si oppone al verbo. Il Buddismo propone una dissoluzione del mondo, così come dell’uomo per raggiungere una dimensione di pace e libertà. La pace la si ottiene però nella fatticità della figliolanza, quindi nel riconoscersi per grazia figli nel Figlio. L’etimologia del termine “libertà” sta a indicare l’essere figlio e quindi anelare al raggiungimento pieno della vita, che solo Cristo può donare.
La legge naturale sia sempre tutelata e garantita
La natura umana si manifesta anche nella legge naturale e tutti i credenti sono chiamati a ispirarsi a essa, anche quando si formulano leggi positive, quindi istituite dallo Stato. Se la legge naturale viene negata, cede al relativismo e l’umano si frammenta così in se stesso. La legge naturale non ammette negoziazioni. La dignità umana, che si attualizza anzitempo nella vita, non può essere oggetto di soggettivismi. La legge naturale, per rimanere tale, deve essere sempre aperta al logos, quindi condotta dalla luce della fede. La fede difende anche i diritti universali dell’uomo, proprio in virtù del fatto che in Lui è impressa l’immagine trinitaria.
Tra i molti si cita il matrimonio, esso quale diritto naturale e sacramento è l’istituzione primaria della società e da questa unione tra uomo e donna a livello civile si garantisce la specie, da un punto di vista cristiano si è in toto in correlazione con il verbo acciocché gli si consente negli atti propri del matrimonio, ma anche nella dimensione affettiva, inclusiva, collaborativa e di rispetto di albergare e costantemente di rinnovare l’alleanza sponsale, il cui scopo è il raggiungimento della efficiente speranza promessa a coloro che credono.
FONTE : Libertà e Persona
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