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Mons. Munilla: «Le famiglie resistano al nuovo ordine mondiale»

il timone mons. josé ignacio munilla Sep 20, 2023

Secondo il vescovo Munilla la grande crisi mondiale che investe tutti gli ambiti deve trovare resistenza soprattutto nelle famiglie cristiane. Secondo la sua ultima presentazione tenuta a Panama alla fine di agosto, il vescovo spagnolo non solo ritiene che le famiglie abbiano una possibilità di vittoria contro la cultura dominante, ma «sono il vero e ultimo rifugio di libertà» per il mondo. Riguardando al passato, ha ricordato Munilla, potrebbe sembrare che con le grandi ideologie avessimo una crisi senza ritorno. «Ingenuamente», il vescovo pensò dopo la Caduta del muro di Berlino di aver assistito alla fine del comunismo. Ma poco più di trent’anni dopo, la realtà è molto diversa.

Oggi, «marxismo e liberalismo non solo hanno confluito al vertice di questa crisi» in accordo con «la bandiera del desiderio», ma sono rafforzati da altre proposte che includono la cancel culture, il woke, l’ambientalismo o quella che molti considerano una «pandemia di disforia di genere». E questo, dice, «non è qualcosa che accade in una o più nazioni», ma è un «nuovo ordine mondiale» in cui le ideologie «sono state riformulate». Sotto il titolo Cosa dovrebbe fare il cristiano di fronte agli attacchi alla famiglia, il vescovo Munilla ha stillato una lista di sei strategie che applicate alla fede cristiana possono riassumersi in una «risposta»: la famiglia cristiana.

1) Resistere: Per Munilla, «più grave» dei problemi descritti è «che accadano senza alcuna resistenza». Nel caso della Spagna, cita l’esempio delle molte leggi introdotte durante la pandemia contrarie alla famiglia che non hanno trovato alcuna «resistenza sociale», come l’eutanasia o la «limitazione della potestà genitoriale dei genitori nell’educazione dei loro figli». «La capacità di resistenza è diminuita molto, nel corso degli anni […] abbiamo perso la capacità critica» e per recuperarla «è bello leggere, formarsi e capire come fare una diagnosi».

2) Di fronte al disimpegno l’alleanza: Durante la sua presentazione, il vescovo ha fatto riferimento in diverse occasioni alle due dottrine dominanti, capitalismo e marxismo, come principali agenti «in guerra contro la famiglia». Il capitalismo, ha detto, «preferisce avere individui consumatori piuttosto che famiglie, austere, che sanno consumare ciò di cui hanno bisogno e non hanno bisogno di ciò che consumano», mentre il marxismo preferisce avere come interlocutore un individuo «facilmente manipolabile, senza tradizione o famiglia». Contrapponendo «l’alleanza al disimpegno» possiamo combatterle, ricordando infine che «una famiglia forte è come uno stato libero. Noi, dalla nostra concezione cattolica, diciamo famiglia, famiglia e famiglia».

3) Passare dalla critica all’autocritica: «Se c’è una crisi è perché non ci sono santi»: Non tutto è «colpa» degli altri. Infatti, il vescovo di Orihuela Alicante afferma che «se ci fossero stati più santi, questa crisi sarebbe potuta non accadere». «La grande crisi di secolarizzazione si spiega anche con la poca forza che abbiamo avuto […], si è imposta per nostra mancanza. Se avessimo vissuto con più santità il messaggio di Cristo, difficilmente ci avrebbe invaso così facilmente. Quello che c’è è una crisi di santità».

4) Sfidare l’autocompiacimento: non si tratta di sposarsi – o ordinarsi – «e vivere»: Per Munilla, questo appello universale alla santità passa per «vivere in uno stato continuo di revisione e conversione», rispetto ad accontentarsi di «essere convertiti o essere stati educati cristiani», qualcosa di paragonabile a «un cancro nella vita sacerdotale, religiosa o matrimoniale». Il vescovo ha poi dichiarato che «l’amore deve essere riconquistato giorno dopo giorno e deve chiamarci alla santità» e che chi si sposa, lo fa per «dare il meglio di sé». Alla domanda su quali possibilità hanno le famiglie per affrontare questa crisi il vescovo risponde senza mezzi termini: «Scommettere sulla santificazione della famiglia».

5) Sono urgenti famiglie apostoliche: Il vescovo ha ricordato che il matrimonio cristiano «non consiste nel guardarsi l’un l’altro in faccia», ma anche in una vocazione apostolica ed evangelizzatrice che passa attraverso «guardare entrambi nella stessa direzione e pensare all’estensione del regno di Dio». Qualcosa che non si traduce solo nel modo di affrontare la grande crisi, ma anche nel bene della propria famiglia, poiché «nella sua apostolicità c’è uno degli indicatori più importanti della sua salute spirituale».

6) Il potere della preghiera: Munilla ha fatto riferimento alla fiducia delle famiglie nel «potere di Dio, della grazia e della preghiera» come uno strumento essenziale: «Abbiamo bisogno di famiglie che preghino unite e facciano della preghiera il luogo in cui incontrarsi, che sappiano che da essa ricevono la forza. I figli non hanno bisogno di superpadri, ma di genitori che siano possibilmente deboli e fragili, ma che si amano e amano Dio. Quell’amore porterà loro la forza e la grazia».

FONTE : IL TIMONE 

 

 

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