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Panel di esperti mette in guardia la commissione parlamentare britannica in merito alla legalizzazione dell’eutanasia

eutanasia universitari per la vita Jul 07, 2023

di universitariperlavita.org

Il Comitato per la Salute e l’Assistenza Sociale del Parlamento inglese ha ascoltato i pareri di alcuni esperti sul suicidio assistito nell’ambito di un’inchiesta su eutanasia e suicidio assistito. Sono state sollevate delle preoccupazioni per la mancanza di imparzialità tra i membri del panel di esperti durante la precedente sessione, dato che nessuno dei tre membri si dichiarava contrario al suicidio assistito. Attualmente, invece, tre dei sette membri del panel si dichiarano contrari al suicidio assistito, sebbene un membro del panel programmato non abbia potuto partecipare all’inchiesta. Ciò significa che, nel complesso, solo tre dei nove esperti che si sono presentati alla commissione d’inchiesta sono contrari al suicidio assistito. La commissione ha inizialmente ascoltato i relatori di Australia e Nuova Zelanda, giurisdizioni in cui la pratica è stata resa legale.

Rispondendo a una domanda del deputato Steve Brine, il professor Roderick MacLeod, ex consulente senior e specialista medico senior in cure palliative, ha affermato che mentre i sondaggi dell’opinione pubblica sembravano suggerire un ampio sostegno al suicidio assistito e all’eutanasia, un’analisi più dettagliata dei medesimi ha rivelato che al grande pubblico non è molto chiaro come funziona questa pratica. Come nel Regno Unito, in Nuova Zelanda è lecito spegnere una macchina che tiene artificialmente in vita qualcuno dopo aver consultato un medico e se si ritiene appropriato dal punto di vista medico. I sondaggi suggeriscono, tuttavia, che questa procedura non era molto conosciuta e solo il 20% dei votanti nel referendum sull’eutanasia in Nuova Zelanda sapeva che il referendum non avrebbe reso nuovamente legale lo spegnimento delle macchine che tengono in vita le persone, poiché questo era già legale. Parlando del referendum che ha reso legale l’eutanasia in Nuova Zelanda, il professor MacLeod ha dichiarato:

«Una parte significativa dell’opinione pubblica in generale non capisce cosa significhi “eutanasia”. Ad esempio, la maggioranza pensava che l’interruzione del supporto vitale fosse un atto eutanasico, che l’interruzione del trattamento medico fosse un atto eutanasico. E così quando le persone sono andate a votare per il referendum, penso che non avessero le idee molto chiare su cosa stessero andando a votare».

Il professore ha poi continuato affermando che le sue preoccupazioni sull’introduzione del suicidio assistito erano fondate sulla sua esperienza di oltre 30 anni nella medicina palliativa. Ha anche espresso la sua preoccupazione per il fatto che solo sei delle 636 persone valutate da un primo medico o delle 475 persone valutate da un secondo medico per l’idoneità d’accesso all’eutanasia tra il 7 novembre 2021 e il 6 novembre 2022 siano state indirizzate a uno psichiatra, e ciascuna di queste è stata confermata come idonea, ad eccezione di una che è morta prima che la valutazione fosse completata.

Ha anche affermato che non è stata prestata sufficiente attenzione a questioni come la solitudine, il lutto e le difficoltà finanziarie che «possono avere un grande impatto sul modo in cui qualcuno si sente mentre si avvicina alla fine della propria vita». Secondo l’ultimo rapporto di Health Canada sull’assistenza medica in caso di morte, il 17.3% delle persone ha anche citato “l’isolamento o la solitudine” come motivo per voler morire. Nel 35.7% dei casi, i pazienti ritenevano di essere un “peso per familiari, amici o badanti”.

Rispondendo a una domanda del deputato Chris Green sulla potenziale estensione della legislazione per ampliare l’accesso all’eutanasia, il professor MacLeod ha affermato:

«L’attuale legislazione canadese è stata sostenuta dal parlamentare che per primo ha proposto il disegno di legge in Nuova Zelanda come modello da seguire e ora si vede chiaramente come in Canada siano cambiate le cose, si stanno ampliando i criteri in modo significativo. Sono stati ampliati anche in Belgio e nei Paesi Bassi».

Nel giugno 2016 il governo federale del Canada ha approvato la legislazione sull’assistenza medica per morire (MAiD). Nel marzo 2021, il governo canadese ha emendato la legge per eliminare il requisito secondo cui la morte deve essere “ragionevolmente prevedibile” grazie ad un ricorso presso la Corte Superiore del Québec per consentire il suicidio assistito nei casi di malattia non terminale. Nel 2022 sono state avanzate proposte per consentire l’eutanasia per malattia mentale. Allo stesso modo, i Paesi Bassi stanno attualmente pubblicando linee guida per rendere legale l’eutanasia infantile per tutte le età.

Dopo aver ascoltato le testimonianze dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, il comitato ha ascoltato alcuni medici provenienti dagli Stati Uniti d’America. La dott.ssa Lydia Dugdale, direttrice del Center for Clinical Medical Ethics presso la Columbia University, ha affermato che «siamo in un momento storico molto difficile dove si tenta di far passare il messaggio che indurre deliberatamente la morte sia lo stesso che lavorare per la salute e il ripristino delle funzioni che portano alla prosperità umana». La dottoressa ha continuato dicendo che affrettare o indurre deliberatamente la morte non è compatibile con le opinioni classiche sui fini della medicina.

La dottoressa Dugdale ha anche fatto eco ai sentimenti del professor MacLeod affermando che «in ogni giurisdizione in cui l’eutanasia è stata legalizzata, si è estesa». Ha anche detto che ci sono stati diversi tentativi di introdurre l’eutanasia negli Stati Uniti.

Sottolineando che in alcune regioni del Belgio, un decesso su sette avviene per eutanasia, si è domandata «che tipo di società è quella in cui risolviamo il problema dell’invecchiamento, della mancanza di accesso alle cure e della povertà con l’eutanasia? Ed è quello che vediamo accadere in Canada dove non è stata legalizzata da molto tempo. Le persone che non possono pagare l’affitto, vengono soppresse. Le persone che non possono permettersi le medicine, vengono soppresse. Alle persone che hanno bisogno di un sollevatore per sedie a rotelle, l’Ufficio per gli affari dei veterani offre l’eutanasia».

I potenziali risparmi del suicidio assistito e dell’eutanasia sono stati evidenziati dai funzionari canadesi per diversi anni. Nel 2017, il Canadian Medical Association Journal ha pubblicato un rapporto secondo cui l’assistenza medica in caso di morte (MAiD) potrebbe ridurre la spesa sanitaria annuale tra 34.7 e 136.8 milioni di dollari. Nell’ottobre 2020, l’Office of the Parliamentary Budget Officer ha calcolato che le morti per suicidio assistito ed eutanasia avrebbero permesso di risparmiare 86.9 milioni di dollari rispetto ai costi sanitari cui si sarebbe altrimenti andati incontro.

L’eutanasia è legale in Canada dal 2016 per i malati terminali. Nel 2019, tuttavia, in seguito all’eutanasia di Alan Nichols, un ex custode scolastico che era fisicamente sano ma lottava con la depressione, il requisito legale che una persona fosse malata terminale prima della somministrazione dell’eutanasia è stato abbandonato.

Il secondo rapporto annuale per il 2020 sull’assistenza medica ai morenti in Canada afferma che l’eutanasia e i decessi per suicidio assistito rappresentano il 2.5% di tutti i decessi. Nel 2018, Roger Foley, un uomo con una malattia neurologica cronica, ha fornito una registrazione del personale ospedaliero mentre gli offriva il suicidio assistito nonostante fosse chiaro che lui voleva assistenza per vivere a casa e non porre fine alla sua vita. Nel 2020, una donna anziana in Canada è stata sottoposta a eutanasia per evitare di dover sopravvivere a un altro lockdown dovuto al COVID-19.

La portavoce di Right To Life UK, Catherine Robinson, ha dichiarato: «La dott.ssa Dugdale e il professor MacLeod hanno chiaramente spiegato i pericoli dell’introduzione dell’eutanasia e del suicidio assistito nel Regno Unito. È ampiamente dimostrato che l’introduzione di tale legislazione porta quasi sempre ad ampliare i criteri. Ciò colpisce in modo sproporzionato i membri vulnerabili della nostra società che meritano cure adeguate e non di essere soppressi».

Fonte: RightToLife News

 

 

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