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Papa Leone XIV alla Cei: «Per trasmettere la fede Cristo sia al centro»

giuliano guzzo il timone Jun 18, 2025

di Giuliano Guzzo

Stamattina ha avuto luogo un incontro importante: quello tra Papa Leone XIV e i vescovi della Conferenza episcopale italiana. L’Udienza si è tenuta nel Palazzo Apostolico Vaticano ed è stata rilevante anche perché, in assoluto, la prima. L’appuntamento è stata l’occasione per Papa Prevost non solo per ringraziare per il suo operato la Chiesa italiana – definita dal Santo Padre, citando Papa Benedetto XIV, «una realtà molto viva […] che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione» -, ma anche per formulare un incoraggiamento su come agire in questi tempi complessi, segnati da «nuove sfide, legate al secolarismo» nonché da «una certa disaffezione nei confronti della fede» e dalla «crisi demografica». In particolare, Papa Leone XIV ha formulato un auspicio chiaro: quello di rimettere Gesù Cristo al centro.

«È necessario uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede», ha in particolare affermato il Santo Padre , specificando subito meglio che cosa intenda con questo monito: «Si tratta di porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede, al kerygma. Questo è il primo grande impegno che motiva tutti gli altri: portare Cristo “nelle vene” dell’umanità (cfr Cost. ap. Humanae salutis, 3), rinnovando e condividendo la missione apostolica: “Ciò che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi” (1Gv 1,3)».

Chiaramente, questo «primo grande impegno» non è semplice da attuarsi, tanto più nel contesto odierno. Per questo, il pontefice ha richiamato la necessità di «azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio». Tra i temi su cui lavorare Papa Prevost ha indicato come prioritario quello della pace: «Il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. Penso alle parrocchie, ai quartieri, alle aree interne del Paese, alle periferie urbane ed esistenziali». Sempre sulla medesima lunghezza d’onda si è collocato l’invito del pontefice a riscoprire la «cultura del dialogo», come mezzo per raggiungere ed intercettare anche le sensibilità meno vicine.

Papa Leone XIV ha poi richiamato l’attenzione dei vescovi italiani sulle «sfide che interpellano il rispetto per la dignità della persona umana. L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. In questo scenario, la dignità dell’umano rischia di venire appiattita o dimenticata, sostituita da funzioni, automatismi, simulazioni». Per rimediare a simili insidie, ha detto il pontefice, bisogna tenere presente un aspetto fondamentale: «La persona non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero». Di qui l’appello alla Chiesa italiana affinché «includa, in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, la visione antropologica come strumento essenziale del discernimento pastorale».

Proseguendo il suo discorso, il Papa – che non ha fatto richiami espliciti ai temi bioetici ma neppure a quelli sociali, in primis quello dei migranti (salvo un generale richiamo ai «progetti di accoglienza») – ha rivolto un pensiero al Cammino sinodale. Lo ha fatto sì incoraggiando i vescovi, ma anche con un duplice e significativo richiamo all’unità: «Andate avanti nell’unità, specialmente pensando al Cammino sinodale […] Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito». Considerando quanto il Cammino sinodale italiano sia stato attraversato, come notato anche dal Timone, da situazioni non prive di tensione, il duplice richiamo all’unità non è probabilmente stato casuale. Esattamente come non casuale è stato il monito finale di Papa Leone XIV ai vescovi italiani: «Dio è più grande delle nostre mediocrità: lasciamoci attirare da Lui! Confidiamo nella sua provvidenza» (Foto: Imagoeconomica)

FONTE : IL TIMONE

 

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