La lezione del referendum
Jun 13, 2025
di Marcello Veneziani
Qui Quo Qua senza Quorum. Così Landini, Conte e la Schlein, più frattaglie e fratoianni, restarono largamente sotto il quorum e persero alla grande il referendum. Non ci voleva molto per capirlo che sarebbe finita così. In un paese che a malapena va a votare solo per metà alle elezioni, figuratevi in un referendum, per giunta presentato come divisivo. Se fai un referendum con l’idea di mandare a casa il governo, la gente non è d’accordo che si voti fischi per fiaschi e su leggi che non sono di questo governo. Se fai un referendum che rilancia il padronato e il padrinato asfissiante della Cgil nel mondo del lavoro, vai incontro a una disfatta perché quel sindacato è mal sopportato da molta gente. Se poi cerchi attraverso un referendum di rilanciare l’immagine di una sinistra dalla parte dei lavoratori sei poco credibile agli occhi della maggioranza degli italiani, tanto più che quelle norme furono varate, se non ricordo male, dallo stesso centro-sinistra. E se ai quesiti sui lavoratori aggiungi un quesito che lancia il messaggio di aprire ancor più le porte agli immigrati, è inevitabile che vai incontro alla bocciatura da parte del popolo sovrano. Insomma, il referendum è stato boicottato non dall’informazione pubblica, che obiettivamente ha un’incidenza relativa, ma dal meta-referendum che avete creato voi stessi sui referendum, caricandolo di messaggi e significati impropri e inaccettabili per la maggioranza degli italiani. Prendetevela con voi stessi. Se aveste l’umiltà, prima che l’intelligenza, di capirlo, trarreste lezione dai referendum. Così come la “destra” dovrebbe trarre lezione dalle sconfitte che colleziona nelle tornate amministrative per via dei candidati inadeguati, che sono il frutto di una cosa che non vogliono vedere: l’incapacità di selezionare gente adeguata alla guida delle istituzioni.
Ma il problema per la sinistra è ancora più grave e cerco di spiegarmi meglio. Quando facevano campagna in favore del referendum, accusavano chi annunciava di non andare a votare di essere vile e codardo, asservito al governo. A loro non passa nemmeno per l’anticamera del cervello che ci possa essere gente che più semplicemente ha un’idea diversa dell’Italia e delle cose che servono davvero. Ed esercita il diritto di non andare a votare per dei quesiti voluti da una minoranza. Per loro chi non è d’accordo con le loro tesi del momento (che poi variano secondo i loro interessi contingenti) non è uno che ha idee diverse dalle loro, rispettabili come le loro; no, per loro è solo un vigliacco, un camorrista, un eversore, un nemico della democrazia e del lavoro, un servo della Meloni e dei suoi alleati. Ve lo dico anche per il vostro bene: non potete continuare a pensare che ciò che voi stabilite essere la cosa giusta da fare sia una Verità suprema, un Bene assoluto e indiscutibile. Avete tutto il diritto a esprimere le vostre opinioni e la vostra opposizione, ma non potete pretendere che gli altri abbiano il dovere di pensarla come voi e di adeguarsi ai vostri precetti. Finché non accetterete la differenza di opinioni e continuerete a considerarla un segno della svolta autoritaria, fascista o fascistoide, non riuscirete mai ad essere credibili. Il problema è serio. A differenza vostra, io non pretendo affatto che voi vi adeguiate all’opinione avversaria, che rivediate le vostre idee e i vostri propositi; dico solo che se continuate con la vostra presunzione di rappresentare il Bene e con la vostra idiota arroganza di considerare venduti, asserviti o imbecilli coloro che non condividono le vostre idee, non riuscirete mai a essere davvero democratici, rispettosi della libertà e della diversità, e come preferite dire, inclusivi.
Lo dico non solo ai dirigenti e militanti della sinistra, lo dico pure ai tanti esponenti dello spettacolo e della cultura. Ma è possibile che attori, registi, cantanti, giornalisti e intellettuali esprimano all’unisono sempre la stessa unica e prevedibile opinione, di solito in contrasto col sentire comune popolare? Quando sento, in verità non solo da noi, ma anche altrove – negli Stati Uniti per esempio – che voi esprimete sempre la stessa Opinione, uniforme, conforme, ossessiva e ripetitiva, mi sovvengono due pensieri. Il primo è che non pensate con la vostra testa ma ripetete l’Opinione Unica, Indignata e Prefabbricata, sempre rivolta contro il Nemico Assoluto (che può essere Meloni, Salvini o Trump). Il secondo è che se tra voi non si sente mai un’opinione divergente dal mainstream, vuol dire che chi dissente viene fatto fuori, viene escluso, emarginato. E dunque tace o lo silenziate, comunque gli impedite di dire quel che pensa. Non posso pensare che la gente comune esprima opinioni assai diverse dalle vostre e invece nel vostro mondo, nei vostri circoletti, nella vostra setta, non ci sia mai un’opinione divergente. Tutti sempre allineati a ripetere a pappagallo la stessa pappetta.
Ma torno alla politica e vi dico, dopo questa ennesima dimostrazione, che non siete gli interpreti unici e autorizzati dello Spirito del Tempo; dovete fare uno sforzo di capire che altri pongono altre priorità rispetto alle vostre, hanno altre sensibilità, giudicano diversamente certe scelte per il Paese. E, lo ripeto ancora, questo non vuol dire che dovete adeguarvi; vuol dire solo che dovete accettare di esprimere un’idea come le altre, un’opinione che vale quanto le opinioni opposte, non è una tavola di Mosè, ma solo una vostra opinione come quelle altrui. Siete un Partito, non la Pravda, siete cioè espressione di una visione di parte e non siete i titolari del Giusto Totale.
È così difficile capire questa elementare verità che è poi il sale della libertà e della democrazia? È possibile che non riuscite a liberarvi della vostra superiorità etnica, del vostro razzismo etico, e giudicate razze inferiori quelli che non la pensano come voi?
Mi capita alle volte sui social di leggere commenti in cui se esprimi queste idee diverse vuol dire che sei in malafede, sei al soldo del governo e della Meloni, che non sei un vero intellettuale, e dici solo stronzate. No, idioti, abbiamo solo idee diverse e io continuo a definire idee le vostre, per un elementare rispetto della diversità di opinioni. Poi le critico, le combatto, ma non mi sogno di accusarvi di essere in malafede. E vi considero idioti non per le tesi che esprimete ma per la pretesa di avere il monopolio della verità e di giudicare gli altri come servi in malafede e ignoranti. Non dico che i cretini stiano solo a sinistra, per carità, ne conosco tanti anche dalle altre parti; ma solo voi avete la pretesa di sentirvi i ventriloqui della Verità e i Migliori per diritto divino. Quanto poi a chi dice: “e questo sarebbe un intellettuale, un filosofo, uno scrittore” io rispondo: cretino, se vuoi giudicarmi in quel senso leggi e critica i miei libri. Quelle che esprimo qui sono opinioni di un cittadino, pensieri comuni, non sono pensieri profondi di un filosofo. E poi, non ho nessuna posizione per partito preso. Sono fuori dalla politica e dai suoi ambiti collaterali, non poche volte dissento dalle posizioni del governo e reputo molti provvedimenti strombazzati come risolutivi come dei placebo, acqua fresca, spot. Ma dovendo scegliere tra opposte propagande, preferisco alla fine chi fa propaganda a favore della sicurezza, poniamo, piuttosto che chi fa propaganda contro la sicurezza, a garanzia di chi delinque.
Ma torno alla questione politica generale e vi supplico: se vogliamo rendere accettabile la nostra democrazia e il confronto, e se volete cercare di conquistare la fiducia della gente comune, scendete dal vostro piedistallo e rimettetevi in gioco e in discussione. Siete sullo stesso piano dei vostri avversari, non siete su un piano superiore. Avete bisogno di lezioni di piano, cioè di umiltà.
La Verità – 10 giugno 2025
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