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CANI E BAMBINI

silvana de mari vita Mar 26, 2022

di Silvana De Mari

Quando cammino, sui marciapiedi, nei boschi, nei parchi,  conto i bambini e i cani che incontro. Il numero dei secondi sovrasta enormemente il numero dei primi. Molte persone hanno più di un cane, sempre meno persone hanno più di un bambino.

Per il cane e per il bambino occorre lo stesso sistema di accudimento, un sistema motivazionale innato che ci dà piacere quando ci prendiamo cura. Se non abbiamo bambini, e porgiamo cani e gatti al nostro sistema di accudimento, lui non sente troppo la mancanza del bambino. Senza cani e gatti non saremmo riusciti ad abbattere la natalità così tanto. Prima o poi il sistema motivazionale dell’accudimento si sarebbe fatto sentire.

Non ci sono più pubblicità di pappe per bambini, ma solo di cibo per gatti e cani.

Perché mettiamo al mondo pochissimi bambini? La società occidentale ama i cani, impazzisce per i gatti, odia i bambini. Ci sono terrificanti leggi contro i bambini. Esiste una legge che permette a una donna che non vuole il figlio nel ventre di poter decidere se vuole diventare la madre di un bambino morto spesata di tutto, perché tutta l’operazione sarà a carico della comunità, o invece la madre di un bambino vivo a spese proprie. Se vorrà diventare la madre di un bambino vivo sarà un percorso difficile per qualsiasi cosa. Per accedere a un Centro di aiuto alla vita occorre il SGP, per abortire no.

La libertà di avere un figlio quando lo si vuole non è prevista. La libertà è quella di fare del proprio corpo quello che si vuole, incluso buttare fuori dal suddetto la propria proiezione nell’eternità, il figlio, signorilmente chiamato prodotto del concepimento.  Che il suddetto prodotto del concepimento finisca nella spazzatura tutto intero oppure smembrato nell’aspiratore da un punto di vista della libertà dell’individuo è irrilevante. Se la libertà dell’individuo di fare anche il proprio danno e violare la legge etica che il più grosso protegge il più piccolino, anche se il piccolino rompe l’anima, perché a spese dello stato?

Chiunque dichiari che l’utero è suo e se lo vuole gestire, se lo gestisca coi soldi suoi. Il sistema sanitario nazionale deve pagare le necessità. Un cancro al polmone deve essere curato, una frattura deve essere curata. Abortire è una scelta il sistema sanitario nazionale non deve pagare le scelte, anche perché le scelte possono essere rimpiante e quando il rimpianto arriva, spezza il cuore. E poi, in questa maniera, si equipara il grumetto di cellule che prima o poi direbbe la parola mamma, a una cisti parassitaria o a un tumore, e questo può succedere solo in una civiltà che odia i bambini.

La nostra civiltà apprezza le donne solo se si comportano da maschi. Le leggi a favore del bambino e della mamma sono facilitazioni sugli asili nido e sul latte in polvere. Nell’ipotesi, onestamente inverosimile, ma non si sa mai, di arrivare un giorno a un qualche governo come ministro, la prima legge che farò sarà di far scrivere sui pacchetti di latte per neonati e sopra le porte degli asili nido:  non è nel miglior interesse del bambino.

La capacità di un individuo di non ammalarsi è basata sul suo sistema immunitario. Con un sistema immunitario scalcinato e zoppicante diventiamo un albergo a cinque stelle per batteri, virus, miceti e cancro. Il primo elemento che ci dà un sistema immunitario forte è l’allattamento materno. L’allattamento materno è un diritto del bambino. L’allattamento materno è stato messo in ginocchio dalle micidiali campagne a favore dell’allattamento artificiale che è artificiale appunto, un mediocre surrogato che può essere solo giustificato da: non abbiamo di meglio. La campagna contro l’allattamento materno, il biberon è meglio, è stata portata avanti da sciagurati medici, da sciagurate ostetriche, da sciagurati redattori di giornali femminili, ma soprattutto dalla cosiddetta rivoluzione sessuale del ‘68 che ha annullato la coscienza della funzione materna del corpo e della mente femminile e ha ridotto le donne a maschi castrati.

L’ingresso delle donne nel mondo del lavoro ha avuto l’enorme “merito” di raddoppiare quasi il numero dei lavoratori così da abbattere i salari. L’asilo nido è sbagliato: madre e bambino non devono essere separati. Nel periodo in cui il bambino ha bisogno del latte della mamma, la sua psiche ha bisogno della sua presenza, separato dalla mamma troppo presto il bimbo fabbrica cortisolo che deprime il suo sistema immunitario trasformando il suo corpo in un albergo a cinque stelle per virus batteri e altro senza la presenza della mamma, costante, il bambino impara più difficilmente a gestire le emozioni.

Portati all’asilo nido i bambini piangono disperatamente, a cinque mesi sono troppo piccoli per essere affidati a estranei. Il bambino  è troppo piccolo per capire che mamma tornerà, tutto quello che capisce è mamma non c’è mamma mi ha lasciato. Quando la mamma lo va a riprendere all’asilo nido il bimbo è stravolto per la sua assenza, insopportabile, è stato lasciato tutto il giorno in mano a estranei questi estranei saranno le persone migliori del mondo, ci auguriamo, ma sono persone per le quali il bambino è un lavoro, non è un figlio. La madre torna stanca: è stata a lavorare non in un parco giochi. Quindi la famiglia finalmente si ritrova: tutti sono stravolti, tutti sono nervosi, tutti sono insopportabili. Uno stato delizioso e generoso fornisce sconti sul latte in polvere perché una mamma che lavora non può allattare e sconti sull’asilo nido dove il bambino viene deportato mentre sua mamma va farsi sfruttare in un qualche posto di lavoro.

Uno stato decente e saggio dovrebbe garantite l’aspettativa a stipendio pieno per almeno dodici mesi, meglio ventiquattro, a ogni loro mamma. Sarebbero fiumi di denaro risparmiati in cure mediche e psichiatriche. Il miglior sistema per salvare i bambini, che non vengano dimenticati sul seggiolino posteriore da un genitore stravolto, è non portarli all’asilo nido. La civiltà umana, la nostra almeno, ruotava attorno alla maternità. La madre era protetta, perché il bambino, il suo bambino, è la nostra proiezione nel futuro.

Esiste il reato di ostacolo all’aborto. Un anziano ginecologo francese in una sala di aspetto di donne che aspettavano di abortire ha messo in mano a ciascuna di loro, senza dire una parola, un paio di scarpine da neonato. Ha avuto una condanna per violenza privata, ma tre delle donne hanno cambiato idea. Diamo un avvocato ai bambini che nessuno vuole. Far ascoltare il battito del cuoricino è stato sufficiente in Texas per abbattere la volontà di aborto dell’80%.Aver visto il film Unplanned, nel quale è montata una vera ecografia durante un aborto, ha permesso a moltissima donne di scegliere di essere la madre di un bambino vivo invece che di un bambino morto.

In molti casi scoprire di essere incinta per una donna è un evento né aspettato, né voluto, può essere uno shock, qualcosa che scombina tutto. Molte donne vorrebbero non fosse successo, vorrebbero non essere madri, e molte cadono nell’inganno che l’aborto “metta tutto a posto”, così che loro possano non diventare madri in un momento in cui non ne hanno nessuna voglia. Questo è l’inganno: nel momento in cui una donna scopre di essere incita è già madre. La scelta di non essere madre non c’è più. Saranno madri per l’eternità. L’unica scelta che resta è essere madre di un bambino vivo o di un bambino morto.

Chiediamo un avvocato per i bambini. Era previsto anche dalla legge 194, mai applicata in questa parte. La legalizzazione dell’aborto avrebbe dovuto evitare il ricorso ad aborti clandestini con relativi pericoli, non doveva beatificare l’aborto. Che lo stato finanzi con denaro pubblico lo sterminio dei propri futuri cittadini è quanto meno bizzarro e soprattutto contrario all’etica. Che l’aborto venga eseguito in luoghi tappezzati di fotografie di neonati con la scritta: mamma fammi nascere, dovrebbe essere appena normale, proprio per salvare la donna da una scelta avventata che prima o poi le spaccherà il cuore. Al contrario quel tipo di cartellone che Pro Vita, Ora pro nobis e altre associazione pubblicano sono perseguitati e abbattuti.

L’aborto, l’odio per i bambini che possono essere abortiti, venduti, usati per fabbricare dubbi vaccini, non è spontaneo. È stato creato da élite maltusiane che odiano i bambini perché nel loro ottuso e isterico pessimismo hanno paura che non ci sia abbastanza per loro. Le donne sono cadute nella trappola, creata in decenni, decenni di “liberà sessuale”, cioè vai a letto con chi capita e poi abortisci, l’importante è che lavori, produci, paghi le tasse e muori senza figli. In cambio, tutti i mici che vuoi, e anche tutti i cani che vuoi, e per i cani ci sono gli accessori, il cappottino, l’impermeabile, gli stivaletti e anche il salvagente, purché tu non ti metta mai, con mezzo gomitolo di lana  a fabbricare un paio di scarpine.

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