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Ma il Green Pass favorisce il contagio?

Dec 24, 2021

di Anima Misteriosa

 

Da mesi siamo bombardati da pressioni di ogni genere perché ci vacciniamo. Non solo: chi non lo fa è praticamente emarginato dalla società, gli è precluso l’ingresso in molti locali pubblici, addirittura vede compromesso il proprio diritto / dovere a lavorare. Con la fame di lavoro che c’è in Italia, vincolare il lavoro al vaccino (o al ricatto dei tamponi nasali, continui e costosi, per mettere sempre più in difficoltà le persone, come ha sadicamente puntualizzato il ministro Brunetta [1]) è un’estorsione vergognosa e particolarmente meschina. Ma ne vale la pena? Soprattutto, il tanto decantato Green Pass, che secondo il governo dovrebbe garantire luoghi pubblici e di lavoro “sicuri”, mantiene le sue promesse? Da settimane, anzi mesi, raccolgo informazioni che dimostrano esattamente il contrario e molto, del resto, è stato pubblicato dal nostro blog: qui mi soffermo in particolare sulla questione dei contagi e sul fatto che Green Pass e vaccino sembrino, piuttosto, provocarli. Premetto che dispongo di talmente tanto materiale che dovrò spostarne una parte in almeno un altro articolo.

Da mesi viene ripetuto il mantra che ci si deve vaccinare “per dovere civico” e troppi ripetono questo argomento senza riflettere: onestamente, sono stanca di sentirlo reiterare a vanvera, quando i dati dicono esattamente il contrario. Il mio appello è a chi è contrario a questa campagna di vaccinazione scriteriata, perché faccia tesoro di quanto ho raccolto e lo condivida il più possibile, anche come forma di autodifesa. Infatti, solo la “verità ci farà liberi” (Giovanni 8,32).

 

Le premesse fin troppo ottimistiche…

Nel video sopra ricordato, il ministro Brunetta chiama “opportunisti” quelli che non si vogliono vaccinare e afferma deliberatamente che il tampone impone loro un costo fisico, psichico ed economico; ma così si ottiene il vantaggio di ridurre la circolazione del virus e la formazione di varianti (le varianti si manifestano solo se c’è circolazione, afferma lui). Il governo si è mosso inesorabilmente sulla base di questo assunto che di scientifico non ha proprio nulla: anzi, procede in maniera del tutto antiscientifica. Le varianti, infatti, le produce in gran parte il vaccino per vaccinoresistenza [2]: cioè, il virus muta tantissimo e, in reazione al vaccino, seleziona le varianti che resistono proprio al vaccino. Quanto al contagio, Brunetta è completamente fuori strada. Il suo assunto è che il vaccino blocchi i contagi, come se si trattasse di un vaccino sterilizzante quale, ad es., quello del morbillo. In questi ultimi mesi il governo ha proseguito caparbiamente per questa strada, agendo come se i sieri ora in circolazione fossero sterilizzanti.

A dire il vero, nella prima parte dell’anno e non solo anche molti organi scientifici si muovevano sulla stessa falsariga e plaudevano ai nuovi vaccini affermando che avrebbero ridotto i contagi. Era un coro generale, di promesse quanto mai ottimistiche; mi basti qui citare l’articolo pubblicato in merito dall’Istituto Mario Negri:

La somministrazione del vaccino non rende chi lo riceve assolutamente infettivo, la persona immunizzata non è contagiosa [3].

Questo perché i vaccini, di qualunque tipo, non contengono il virus intero, bensì solo la Spike (oppure, nel caso dei vaccini a mRNA, ne inducono la produzione).

Per questo motivo è impossibile che il vaccino causi la malattia in chi lo riceve, né tantomeno che in seguito al vaccino si diventi positivi al Covid-19 [4].

Questo veniva dichiarato senza ambagi in maggio. Tuttavia, anche l’articolo del Mario Negri affermava che non esistevano prove chiare che i vaccini anti-Covid19 bloccassero l’infezione (cioè il contagio che non sviluppa malattia); e, secondo loro, il virus avrebbe potuto annidarsi nei non vaccinati (citavano in particolare ragazzi e bambini o le persone immunodepresse). E’ evidente che questa idea del virus che “si annida” tra i non vaccinati ha portato alle ghettizzazioni e alle derive degli ultimi tempi, come l’allargamento della vaccinazione a una categoria che può solo aspettarsene dei danni, come i bambini: così, persone sane a tutti gli effetti sono state trasformate prima in “esposte al contagio” e poi in “untori” (dall’epoca dei Promessi sposi, mi ricordo che era Agnese, mai contagiata, a evitare Renzo, guarito, e non il contrario…). Proseguiva l’Istituto Mario Negri: il vaccinato, tutt’al più, poteva comportarsi da portatore sano, cioè asintomatico, a meno che non si fosse ammalato proprio nel periodo in cui non aveva ancora sviluppato le immunoglobuline immunizzanti. In ogni caso, riprendeva l’articolo, la carica virale nei vaccinati era più bassa; e, anche se il vaccino non fosse stato sterilizzante,

Se il 75% della popolazione è vaccinata, la vaccinazione potrebbe porre fine a questa pandemia senza il bisogno di continuare a rispettare le norme anti-contagio (distanziamento, mascherina e igiene mani).

Le ultime parole famose…Dopo queste ottimistiche previsioni, l’autore confermava che, sulla base di vari studi, questi vaccini

non sono soltanto altamente efficaci nel prevenire la malattia grave, ma sembrano essere estremamente efficaci  anche nel bloccare il contagio asintomatico del virus e la sua trasmissione, ovvero di capacità sterilizzante [5].

Questo, oserei dire, il mainstream scientifico, ovvero quello che non voleva vedere i limiti e le criticità. Chiedo a tutti i lettori di fare un confronto mentale tra queste affermazioni e quel che poi è successo veramente, tantopiù che adesso stanno reintroducendo i tamponi per i vaccinati: la realtà non è mai così rosea ed essere scienziati significa anche essere un po’ più prudenti e critici…

Il rovescio della medaglia

In realtà, i fatti non hanno seguito questo modello così ottimistico – anzi, trionfalistico. A parte il fatto che nessun vaccino funziona al 100% [6], ci sono vari problemi che interferiscono con il modello ideale esposto sopra.

  • Il fatto che il virus muta in continuazione, creando vaccino-resistenza.
  • Il fatto che la Spike, su cui sono basati i vaccini, sia una tossina e agisca da sola come il virus.
  • Il possibile – e ormai verificatosi – potenziamento della malattia.
  • Infine: soprattutto in presenza di varianti, i vaccinati risultano ampiamente contagiosi. Qui mi concentrerò soprattutto su questo problema, toccando però anche gli altri rapidamente.

 

Ripartiamo dai dati forniti già nell’ottobre 2020 da Peter Doshi sul British Medical Journal a proposito della sperimentazione dei vaccini: stando a quanto ricevuto dall’FDA, essi non sono mai stati testati per prevenire il contagio [7]. Nel suo articolo, il prof. Doshi citava Peter Hotez, decano della Scuola Nazionale di Medicina Tropicale al Baylor College di Houston, Texas, secondo cui un vaccino antivirale dovrebbe avere due effetti: ridurre la probabilità della malattia grave e dell’ospedalizzazione e interrompere la trasmissione della malattia, prevenendo l’infezione. Invece, le sperimentazioni di fase 3 non sono state mai previste per verificare questi due risultati. La tabella che l’autore presenta parla da sé: alla linea in fondo “interruzione della trasmissione”, tutti i 7 candidati presentati nell’articolo (Pfizer, Janssen, Astrazeneca in due versioni, US e UK, Moderna, cui si aggiungono Sinopharm e Sinovac) presentano un N, cioè “negativo”. La stessa identica cosa vale per la penultima voce, “riduzione del Covid-19 severo (ammissione all’ospedale, terapia intensiva, morte)”.

Motivo? In partenza, la percentuale di malati gravi di Covid-19 è molto bassa (secondo Doshi, in aprile 2020, il CDC americano registrava una media del 3-4% dei casi), per cui nelle sperimentazioni le case farmaceutiche hanno preso come “evento Covid-19” anche persone con sintomi lievi, come tosse. Quindi, nelle sperimentazioni mancava il statistical power, cioè la giusta quantità statistica per fare verifiche: come si fa a vedere se viene evitata la malattia grave, se quasi tutti sono asintomatici o si prendono, tutt’al più un raffreddore o una febbriciattola? Eppure, ditte farmaceutiche e organi d’informazione hanno continuato a parlare della fantomatica “riduzione della malattia grave”; anzi, la cosa viene ripetuta ancor oggi per copia / incolla in trasmissioni TV e giornali. Quanto alla verifica della trasmissione, bisognerebbe far fare ai partecipanti almeno due test PCR a settimana per lunghi periodi, cosa non fattibile a livello pratico; ci sarebbero volute 300.000 persone, non 30.000, il che avrebbe dilatato costi (miliardi di dollari), tempi e difficoltà pratiche in maniera inimmaginabile. In sostanza: il Covid-19 è una malattia piuttosto elusiva, perché provoca un numero esorbitante di asintomatici. Con sperimentazioni forzatamente limitate come si fa a rendersi conto se effettivamente i vaccini fanno diminuire la malattia grave o riducono il contagio? I malati gravi e il contagio si trovano diluiti in una maggioranza preponderante di asintomatici o paucisintomatici.

Ma la situazione presenta ancora ben altri problemi. E’ vero che i vaccini attuali non contengono il famoso virus (a parte il Sinovac); però, la Spike da sola è una tossina, dotata di proprietà infettive; altrimenti non si comprende il disastro verificato in autopsia dal prof. Arne Burkhardt, che si è trovato davanti (e non solo lui) tessuti fortemente infiltrati da linfociti nei morti post-vaccino [8]. Ribadisco quanto scritto in un mio precedente articolo e quanto affermato dal prof. Paolo Bellavite e altri: la Spike si comporta da sola come il virus [9]. E il corpo dei vaccinati ha ricevuto istruzioni per produrne…

Ora già ad aprile 2021 il professor Didier Raoult, microbiologo di fama internazionale e direttore dell’IHU (Institut des Maladies Infectieuses di Marsiglia) indicava in  un video che la sua équipe aveva scoperto un dato sconcertante: molti vaccinati risultavano positivi nella settimana successiva alla somministrazione. La questione era talmente diffusa che egli pensava di dover allertare le autorità [10]. Non solo: riteneva che ripetere alla gente che bisognerebbe vaccinarsi per proteggere gli altri fosse “non realista”. Sappiamo invece che questo mantra è stato, durante quest’ultimo anno, onnipresente. Questo dato è fondamentale, perché, come vedremo, i vaccinati, almeno in certi periodi, sono contagiosi: con tutte le conseguenze che possiamo immaginare e sconfessando così platealmente quanto asseriva l’autore dell’Istituto Mario Negri.

Sul problema, che incrocia quello del potenziamento della malattia, si è espressa prestissimo (gennaio 2021) la dottoressa Loretta Bolgan, che individuava per l’appunto nel potenziamento della malattia e nella vaccino – resistenza i due pericoli più consistenti che sarebbero potuti seguire a questa campagna vaccinale (poi ne sono arrivati anche molti altri). La cito per esteso, perché la sua testimonianza è davvero importante (gli omissis corrispondono alle domande dell’intervistatore) [11]:

Quando la persona vaccinata si infetta dopo la vaccinazione, gli anticorpi vaccinali, invece di bloccare il virus e impedire l’infezione delle cellule, lo facilitano. Si ha una replicazione esagerata del virus e questo porta a uno scatenamento della malattia. Il rischio è che la persona sviluppi il Covid nella polmonite grave fatale…. Sì, si tratta di un rischio concreto. Ho studiato e sto tuttora studiando il meccanismo d’induzione del danno causato dal SAR-Cov-2 e dei vaccini correlati, ed è documentato che ci sono vaccini contro la Sars che non sono stati registrati proprio per questo motivo. Negli studi preclinici sugli animali, il gruppo dei vaccinati sviluppava la complicazione grave fatale e questi tipi di studi sono tuttora in corso per i vaccini contro il SARS-Cov-2 nonostante alcuni siano in già in commercio…. Sto ricevendo personalmente diverse segnalazioni da parte di famigliari e operatori sanitari di vaccinati, sia con l’antinfluenzale che con il vaccino COVID-19, che a breve distanza dal vaccino sono diventati positivi al test molecolare e poi hanno sviluppato i sintomi della malattia. Questo potrebbe essere spiegato in due modi: o la persona aveva già in atto la malattia che poi si è manifestata in concomitanza con la vaccinazione o il vaccino ha riacutizzato un’infezione pregressa da SARS-Cov-2. Ci sono adesso studi che dimostrano che il virus è in grado infettare i batteri intestinali e di permanere nel microbiota per lungo tempo, a sostegno dell’ipotesi dell’infezione cronica. Per chi invece non ha mai contratto l’infezione, il potenziamento potrebbe manifestarsi alla reinfezione durante il picco epidemico (grassetto mio).

L’ipotesi della dott.ssa Bolgan è che il vaccino riattivi un’infezione pregressa, magari latente ancora negl’intestini. Di qui, il rischio di potenziamento della malattia: per di più, la vaccinazione produce anticorpi a breve scadenza e deboli, che aumentano il rischio di potenziamento. Posso confermare io stessa di averne visto dei casi probabili, sia seguiti alla vaccinazione anti-influenzale, che a quella anti-Covid-19. A dichiarazioni analoghe è arrivato, in un mio articolo precedente, che cito, il prof. Paolo Bellavite, durante la conferenza di Bolzano del 10 novembre scorso [12] (buona parte del testo è una parafrasi, ma la citazione diretta è tra virgolette):

Se poi la persona ha ancora il virus attivo in corpo, il vaccino si sovrappone al virus; ciò è pericoloso soprattutto nel caso della prima dose, nei primi 15 giorni dopo la prima dose, perché non si sono ancora formati gli anticorpi. Succede quindi molto spesso che in questo lasso di tempo la persona si ammali di Covid-19. Ciò può essere dovuto sia a un effetto di immuno – depressione indotto dal vaccino, sia a questa sovrapposizione. Siccome alcuni vedono tale reazione come un “fallimento del vaccino”, in realtà il professore obietta: “Dovrebbe essere considerata una reazione avversa del vaccino, cioè che il vaccino ha fatto emergere l’infezione latente.

In un paese come il nostro, in cui la percentuale di contagiati già prima del lockdown era altissima, il rischio di cui sopra è veramente preoccupante. Come ha verificato la Procura di Siracusa a maggio, il sottufficiale di Marina Stefano Paternò è morto il 9 marzo scorso in provincia di Catania 15 ore dopo la somministrazione di AstraZeneca proprio per la ADE (Antibody- Dependent – Enhancement), cioè per una sindrome da potenziamento della malattia occorsa perché lui era stato infettato dal SARS Cov-2, ma in forma (si badi bene) asintomatica. E’ inutile poi che gli organi ufficiali negassero che fosse un problema di sicurezza esteso, dato che, secondo loro, si trattava di un decorso individuale [13]: il rischio incombe sulla maggioranza dei vaccinati, perché molti sono stati infettati prima della vaccinazione, anche in forma asintomatica. Se le autorità avessero dato ascolto agli scienziati critici, come la dott.ssa Bolgan, che già aveva fatto queste previsioni a gennaio, se non prima, il sottufficiale Paternò sarebbe ancora vivo.  

Come se non bastasse, rincarava la dott.ssa Bolgan, durante gli studi per la produzione di Astrazeneca, animali vaccinati e infettati con un virus dalla stessa sequenza della Spike, si infettavano comunque; ripeto: infettati con un virus della stessa sequenza: e si noti che questo virus continua a mutare…Per di più, durante gli studi erano stati impiegati dei primati, che non rischiano un’infezione con complicazioni gravi [14]. Una percentuale imponente della popolazione, sia in Italia, che sicuramente in altri paesi, è entrata in contatto con il virus in questi ultimi due anni: la vaccinazione rischia molto spesso di riattivarlo, con una sovrapposizione e il rischio, tutt’altro che innocuo, di potenziamento.

In un articolo pubblicato qualche giorno fa dal nostro blog, scienziati come i proff. Byram Bridle, Robert Malone e Harvey Rischil lamentano la censura operata da istituzioni e media contro le voci che segnalano i problemi provocati dai vaccini e confermano che il presupposto secondo cui la campagna vaccinale avrebbe fermato il contagio è completamente sbagliato: tutti i dati sono in netta opposizione a questa convinzione….Studi multipli hanno dimostrato che la carica virale negli individui vaccinati con COVID-19 è la stessa dei non vaccinati.

Non solo: i dati inglesi confermano che, soprattutto in presenza delle ultime varianti, i vaccinati si infettano di più! Addirittura, nell’ultimo rapporto ufficiale inglese, per il gruppo di età tra 40 e 59 anni, il tasso è il doppio tra i vaccinati. Insomma: la vaccinazione di massa non fermerà affatto l’epidemia [15]. Peggio: i dati inglesi più recenti mostrano con chiarezza che, almeno per ora, più ci si vaccina, più si ha la possibilità di risultare positivi a Omicron: possibilità di gran lunga maggiore per chi ha ricevuto tre dosi, piuttosto che per chi non ne ha ricevuta nessuna. A questo si intreccia il rischio di potenziamento della malattia (ADE), dovuto al fatto che il sistema immunitario sa produrre solo anticorpi tarati sulla prima variante, del tutto inefficaci per combattere le successive e che anzi favoriscono l’aggravamento della malattia [16]. Ovviamente, ciò accade perché le nuove varianti vengono selezionate sulla base della loro capacità ad aggirare il vaccino, cosa che influisce sui contagi su vaccinati, aumentandoli, e non sui non vaccinati.

Insomma: il vaccino sembra proprio incrementare e propagare il contagio: si prospetta già ora un circolo vizioso, per non dire un ingranaggio infernale, da cui è impossibile uscire a colpi di vaccino.

Quando i vaccinati diventano positivi…

Questo è un fenomeno talmente diffuso, che credo tutti ne abbiamo fatto esperienza tra i nostri conoscenti. Già mesi fa, una mia amica mi riferiva di una coppia di amici docenti, risultati positivi subito dopo la vaccinazione. Poche settimane fa, assieme a due amiche abbiamo visitato alcune case in vendita e incontrato un anziano medico che ci ha confessato candidamente di essere appena uscito dal Covid-19 (in forma leggera), nonostante che fosse completamente vaccinato. Sospetto, data l’età e il mestiere della persona, che fosse reduce dalla terza dose. Ma lui, almeno, si era isolato. Negli ultimi giorni ho saputo di un caso recentissimo del genere nella mia città: una donna vaccinata con terza dose ha continuato ad andare al lavoro regolarmente per 10 giorni, finché il tampone non è risultato positivo; nel frattempo, aveva contagiato i due figli, ma lei continuava a uscire perché “doveva andare a lavorare”. Quanti Italiani si sono comportati alla stessa maniera, in modo del tutto irresponsabile? Un’irresponsabilità favorita, manco a dirlo, dalle false sicurezze generate dal famigerato Green Pass.

Come diceva il mio amico Leo, residente in Islanda e da me citato in un articolo precedente, i vaccinati sono “untori legalizzati”. Difatti, le pagine dei giornali da mesi sono piene di episodi di focolai scoppiati tra vaccinati e che confermano quanto verificato dal prof. Raoult e dagli scienziati citati sopra. In ogni caso, il contagio gira molto tra i vaccinati. Con le varianti, la cosa si incrementa, cosa che le prime dichiarazioni di certi scienziati non avevano affatto preso in considerazione.

A luglio fecero discutere le dichiarazioni di Anthony Fauci, che intendeva ristabilire la mascherina per i vaccinati al chiuso: infatti, in presenza della variante Delta, la carica virale e quindi la possibilità di contagio, era perfettamente identica tra vaccinati e non vaccinati. Certo, lui affermava che l’infezione dei vaccinati era un evento raro (!), e spingeva comunque per vaccinare più gente possibile; tuttavia, la carica virale, almeno lo ammetteva, rimaneva la stessa [17]. Qualcuno mi deve spiegare a che cosa serve vaccinare contro un virus che continua a mutare vorticosamente: non riusciremo mai a tenergli dietro. Adesso poi è arrivata la variante Omicron…Prima o poi, avremo esaurito le lettere dell’alfabeto greco e dovremo passare, che so, a quello cirillico: ma tanto, continueranno a perorare per la vaccinazione, proponendo alla gente il miraggio di una falsa sicurezza, quando questa, invece, non è possibile proprio per le caratteristiche inerenti il virus e il vaccino. Quello che la scienza mainstream continua pervicacemente a ignorare sono i limiti evidenti del loro discorso, che viene evacuato di ogni criticità e presentato come una specie di modello ideale non corrispondente alla realtà.

E’ di qualche giorno fa la notizia di un grosso focolaio esploso in un ristorante a Oslo, scoppiato a seguito di una festa aziendale con 117 invitati il 26 novembre scorso. Il 96% degli ospiti (cioè 107 persone) erano vaccinati con due dosi e c’è da immaginare che almeno alcuni degli altri ne avessero ricevuta almeno una, dato che 2 sole persone non erano vaccinate. Tutti, su richiesta del ristorante, avevano fatto il tampone rapido da soli. Pare che uno dei partecipanti fosse però appena tornato dal Sudafrica (il 24 novembre) e il contagio, probabilmente partito da lui, ha toccato almeno 81 persone del primo gruppo, cioè ¾; ma non è bastato perché, alle 10.30, è entrato a festeggiare un secondo gruppo di persone, di cui 70 sono stati contagiati (53 con la variante Omicron). Poi, nonostante che si trattasse in gran parte di persone giovani, sotto i 40, parecchi  hanno sviluppato sintomi come tosse e raffreddore; i tempi di incubazione sono ora ridottissimi, appena 3 giorni, il che ha mandato letteralmente in tilt il contact tracing. Gli studiosi che hanno dato la notizia hanno concluso che Omicron è molto contagiosa tra i vaccinati e che il Green Pass europeo (non riconosciuto in Norvegia) in tali condizioni probabilmente non sarebbe servito a niente [18]. Ma il giornale che pubblica la notizia lo ha capito a tal punto che, nella stessa pagina, espone un banner in cui consiglia il Green Pass in famiglia durante le feste…

Conclusione provvisoria

L’articolo originale era molto più lungo, ma lo devo tagliare qui perché, altrimenti, come al solito, mi viene un romanzo…di certo proseguirò il discorso con altri studi successivi. Ho raccolto un tale numero di notizie sui focolai sviluppatisi tra vaccinati, che potrei scrivere in merito un volume stile Promessi sposi (con tanto di epidemia inclusa). Qui ho dovuto tralasciare anche una parte della letteratura scientifica in merito,  perché era davvero esorbitante.

Una cosa però è certa: come ha dimostrato con tanto di statistiche al seguito il prof. Claudio Giorlandino in una trasmissione che più vaccinista e mainstream non si può [19]:

Noi eravamo fuori dalla pandemia; ne eravamo totalmente fuori.

Questo in estate. Dopo 15 giorni esatti dal varo del Green Pass europeo, il 1° luglio 2021, è riesplosa la pandemia. Il prof. Giorlandino continua:

Non è colpa del Green Pass, ma di ciò che il Green Pass ha determinato…

cioè una falsa sicurezza, dovuta non solo all’impiego dei tamponi (che danno molti falsi negativi), ma cresciuta anche (io direi soprattutto) nei vaccinati; per l’Italia, i dati sul contagio sono cresciuti dopo il 15 ottobre, cioè dopo che il Green Pass è diventato obbligatorio sui posti di lavoro.

…L’unico soggetto che non infetta e che non può ammalare in modo serio…sono i guariti (a questo punto il professore ricorda i monatti dei Promessi sposi, che erano appunto i guariti!).

E poi: Questo vaccino è creato su una proteina Spike che non c’è più…Purtroppo il vaccino non protegge…

Si noti che la conduttrice ha interrotto varie volte il prof. Giorlandino, che stava semplicemente mostrando i dati sulla diffusione del virus in paesi ampiamente vaccinati: gli ha quasi impedito di parlare. Non solo: la redazione non ha mostrato tutte le statistiche che il professore aveva inviato: mi chiedo come mai. Comunque, la conduttrice mostrava di avere una concezione (molto primitiva) del vaccino = bacchetta magica, purtroppo non lontana dal trionfalismo scientifico visto sopra. Disgraziatamente, autorità e media vanno nello stesso senso e, ribadisco, c’è da chiedersi come mai.

Tutti i dati che ho citato sono pubblici da mesi, in qualche caso da più di un anno. Perché le autorità continuano a ignorare l’evidentissima diffusione del contagio tra vaccinati? Perché persistono pervicacemente in una politica che, con ogni evidenza, propaga il contagio e, come se non bastasse, ghettizza una parte sana della popolazione, sottoponendola a ignobili limitazioni anti-costituzionali? Perché certi “esperti” giungono addirittura allo spregevole incoraggiamento a non invitare i parenti “no – vax” per le feste, seminando discordia e divisione [20]? Dobbiamo proprio credere che misure volte a negare tutta una parte sostanziale delle osservazioni scientifiche, i più basilari principi costituzionali e la più elementare solidarietà umana siano per il nostro bene?

 

[1] Cfr. Corriere della sera 11 settembre 2021, https://www.youtube.com/watch?v=L-plSaRHT2E

[2] Cfr. Andrea Zambrano, “Potenziamento e resistenza, i rischi ignoti del vaccino”, La Nuova Bussola quotidiana 25 gennaio 2021, https://lanuovabq.it/it/potenziamento-e-resistenza-i-rischi-ignoti-del-vaccino che comprende un’intervista alla dott.ssa Loretta Bolgan sul problema.

[3] Cfr. Raffaele Gatta, Capacità immunizzante e sterilizzante: chi si vaccina può contagiare?, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri 26 maggio 2021, https://www.marionegri.it/magazine/capacita-immunizzante-e-sterilizzante-vaccini-anti-covid

[4] Cfr. Raffaele Gatta, Capacità immunizzante e sterilizzante: chi si vaccina può contagiare?, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri 26 maggio 2021, https://www.marionegri.it/magazine/capacita-immunizzante-e-sterilizzante-vaccini-anti-covid

[5] Cfr. Raffaele Gatta, Capacità immunizzante e sterilizzante: chi si vaccina può contagiare?, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri 26 maggio 2021, https://www.marionegri.it/magazine/capacita-immunizzante-e-sterilizzante-vaccini-anti-covid

[6] Cfr. Margot L. Savoy, Panoramica sull’immunizzazione, Manuale MSD. Versione per i pazienti 21 giugno 2021 (ultimo aggiornamento), https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/infezioni/immunizzazione/panoramica-sull-immunizzazione ; è una voce che fornisce la versione classica e molto tranquillizzante sull’immunizzazione, senza riferimenti, per esempio, ai problemi dati dagli adiuvanti.

[7] Cfr. Peter Doshi, Will covid-19 vaccines save lives? Current trials aren’t designed to tell us, BMJ 2020; 371:m4037, 21 ottobre 2021, https://www.bmj.com/content/bmj/371/bmj.m4037.full.pdf.

[8] Cfr. il mio articolo https://www.sabinopaciolla.com/relazione-sulla-conferenza-vax-quo-vadis-dove-ci-puo-portare-il-vaccino-2a-parte-relazione-del-prof-dott-arne-burkhardt-reutlingen-germania/

[9] Cfr. https://www.sabinopaciolla.com/relazione-sulla-conferenza-vax-quo-vadis-dove-ci-puo-portare-il-vaccino-1a-parte-relazione-del-prof-paolo-bellavite/

[10] Cfr. Effets des vaccins et corruption, IHU Méditerranée – Infection 11 maggio 2021, https://www.youtube.com/watch?v=0-7R3r5_-EA&t=603s

[11] Cfr. Andrea Zambrano, “Potenziamento e resistenza, i rischi ignoti del vaccino”, La Nuova Bussola quotidiana 25 gennaio 2021, https://lanuovabq.it/it/potenziamento-e-resistenza-i-rischi-ignoti-del-vaccino.

[12] Cfr. il mio articolo https://www.sabinopaciolla.com/relazione-sulla-conferenza-vax-quo-vadis-bolzano-10-novembre-2021-3-parte-question-time-finale/

[13] Morte sospetta dopo vaccino AstraZeneca. La Procura di Siracusa chiarisce le cause del decesso del  militare Paternò: “C’è stata una risposta infiammatoria esagerata perché era positivo asintomatico senza saperlo”, Quotidiano  sanità 27 maggio 2021, https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=95896

[14] Cfr. Andrea Zambrano, “Potenziamento e resistenza, i rischi ignoti del vaccino”, La Nuova Bussola quotidiana 25 gennaio 2021, https://lanuovabq.it/it/potenziamento-e-resistenza-i-rischi-ignoti-del-vaccino

[15] Cfr. https://www.sabinopaciolla.com/si-costringe-la-gente-a-vaccinazioni-covid-sottacendo-importanti-informazioni-scientifiche/

[16] Cfr. https://www.sabinopaciolla.com/omicron-la-nuova-normalita-pandemie-dei-vaccinati/

[17] Cfr. Variante Delta, Fauci: “Stesso livello virus in positivi vaccinati e non vaccinati, Adkronos 28 luglio 2021, https://www.adnkronos.com/variante-delta-fauci-stesso-livello-virus-in-vaccinati-e-non-vaccinati-contagiati_yKi02hsLsrzZOoKBE9Z9j?refresh_ce

[18] Cfr. Elena Dusi, Invito a cena con Omicron: 150 contagiati in una serata al ristorante a Oslo, Repubblica 20 dicembre 2021, https://www.repubblica.it/esteri/2021/12/20/news/invito_a_cena_con_omicron_150_contagiati_in_una_serata_al_ristorante_a_oslo-331004620/ ; per lo studio norvegese che ne ha dato notizia, si veda Lin T.Brandal et alii, Outbreak caused by the SARS-CoV-2 Omicron variant in Norway, Eurosurveillance 26 (16 dicembre 2021), https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2021.26.50.2101147

[19] Cfr. La 7 attualità 27 novembre 2021, https://www.youtube.com/watch?v=d1I389DQA9c&list=WL&index=40&t=2s

[20] Cfr. Enza Cusmai, “A Natale non invitate i parenti non vaccinati”, Il Giornale 27 novembre 2021, https://www.ilgiornale.it/news/politica/natale-non-invitate-i-parenti-non-vaccinati-1992142.html Faccio osservare che l’intervistato, Sergio Abrignani, ordinario all’Università di Milano, fa parte del CTS; invito i lettori anche a leggere i commenti in calce, che stigmatizzano praticamente tutti le frasi dell’articolo.

fonte: https://www.sabinopaciolla.com/ma-il-green-pass-favorisce-il-contagio/

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